mercoledì 9 ottobre 2013

Terra dei fuochi, le foto choc dei «non vip»: guardate il cancro come mi ha ridotto

di Gennaro Morra
“Noi Ci Mettiamo La faccia” non è una fanpage di Facebook come tante. Non celebra niente e nessuno, ma è un grido di protesta lanciato nella rete e al quale in tantissimi si stanno unendo. Oltre 6.000 adesioni e più di 350 foto pubblicate in una settimana di vita, sono i numeri clamorosi di uno spazio virtuale nato per dare sfogo al dolore di chi, in quel lembo di terra compreso tra Napoli e Caserta, sta combattendo contro “la malattia”, ma anche per dar modo ai molti che hanno subito già un lutto di ricordare i propri cari.


La maggior parte delle immagini fatte pervenire ai gestori della pagina sono, però, di persone che nella Terra dei Fuochi ci vivono ancora e che ora hanno il terrore di morire. Come Roberta, 19enne di Trentola Ducenta, che quest’estate ha perso lo zio, poco più che 60enne, stroncato da un tumore ai polmoni. Lei non ce l’ha fatta a stare a guardare senza fare niente, così ha inviato un messaggio a Selvaggia Lucarelli per chiederle aiuto.
“Io la leggo sempre, praticamente abito nel suo profilo Facebook – racconta –. Mi piace come scrive, cosa scrive e il motivo per cui lo fa. Mi ci rivedo spesso nei suoi pensieri ed ero certa che mi avrebbe dato retta. E così è stato”.
E infatti la regina del gossip italiano, colei che tutto sa e tutto racconta sui vip nostrani, le ha risposto e le ha promesso di attivarsi subito per metter su “una cosa grossa”. Ha chiamato a raccolta i suoi amici più famosi e gli ha chiesto di fotografarsi con un foglio in mano, su cui dovevano scrivere il nome di un paese del territorio devastato dall’inquinamento seguito dalla frase “non deve morire”. Presto fatto: ognuno di quei personaggi ha adottato un pezzo di quella parte della Campania e ha spedito la foto alla giornalista che le ha pubblicate. Così è iniziata la campagna mediatica.
“Da lì è nata questa pagina – racconta ancora Roberta –. Perché l'impronta del personaggio famoso è stata fondamentale, ma poi toccava soprattutto noi, gente che vive il problema in prima persona, dover metterci la faccia. L'iniziativa è stata subito accolta dai miei familiari, che sono stati i primi a mettere la foto, e da Vincenzo, mio collaboratore e, soprattutto, grande amico. La cosa più bella è che abbiamo ricevuto foto anche da altre parti d’Italia e del mondo. Perfino dall’Australia. Gente partita per cercar fortuna, ma che non ha dimenticato la propria terra d’origine”. E poi aggiunge: “Siamo due ragazzi normalissimi, giovani studenti universitari che non pensavano di riuscire a mettere insieme così tanta gente. Per noi è già un risultato eccezionale”.

E Roberta e Vincenzo non vogliono fermarsi, consapevoli che l’obiettivo non può limitarsi a raccogliere migliaia di “mi piace” su un social network. “Sappiamo che la pagina serve solo a fare casino e a costringere a parlare del problema – spiega –. Ma la cosa fondamentale è scendere in strada a protestare, partecipare in massa alle manifestazioni”.

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