lunedì 28 ottobre 2013

Terra dei Fuochi, i cittadini in corteo a Napoli: «Riprendiamoci la dignità»

Meno dei centomila sperati alla vigilia, ma comunque tanti, tantissimi, a sfilare lungo le strade di Napoli. La protesta contro i roghi tossici sbarca nel capoluogo, e attraversa tutti i luoghi del "potere" cittadino. Nell'ordine: Provincia, Questura, Comune e Prefettura. Oltre cinquantamila i cittadini in corteo, senza sigle associative o politiche, senza bandiere o stemmi di appartenenza. «A che serve parlare di bonifiche se non si mette in sicurezza il territorio? - scandisce Angelo Ferrillo, ideatore del blog "La Terra dei Fuochi" e anima della protesta - In Campania arriveranno milioni di euro, utili solo a ingrassare le tasche dei soliti noti. Noi chiediamo l'immediata fine degli sversamenti abusivi e dei roghi tossici». 


LA MANIFESTAZIONE - Il raduno è in piazza Dante, dove dalle 16 in poi comincia ad assieparsi un numero sempre crescente di persone. Dopo un'iniziale polemica contro la stampa e i giornalisti, colpevoli, secondo alcuni presenti, di strumentalizzare e occultare il dramma vissuto da tre milioni di cittadini, la situazione si assesta: una protesta pacifica che raccoglie le voci di chi, in questi anni, non è mai stato zitto di fronte allo scempio che ha distrutto un territorio. «La camorra è un neologismo - dice Ferrillo al microfono - un insieme di atteggiamenti, di comportamenti, di omissioni che ci hanno portati alla situazione attuale». Si sfila dietro l'enorme striscione "Stop ai roghi tossici", mentre i manifestanti, a gran voce, urlano «Scendete!» a chi guarda dai balconi. Davvero un'onda inarrestabile, come scritto alla vigilia. Sensazioni positive, senso di appartenenza a una lotta comune, una Napoli finalmente riconquistata, anche solo per un giorno, da chi la vive in ogni suo angolo vitale.


DALLA QUESTURA AL COMUNE - Rapido ma sostanzioso il passaggio sotto la sede della Provincia, in piazza Matteotti: «Non chiamateli assassini - scandisce Ferrillo al megafono - gli fate un favore. Questi sono peggio degli assassini: sono dei criminali istituzionalizzati». Da lì alla Questura il passo è breve: «Qui, invece, ci sono funzionari e dipendenti che lavorano per 1.200 euro al mese - continua il blogger -  ma ci sono anche alti dirigenti che hanno sempre saputo e sempre omesso. Noi questa gente, chi ha sempre fatto finta di non vedere, la vogliamo fuori dalle istituzioni». Si prosegue lungo via Medina, verso piazza Municipio, nel cuore di Napoli, fra Castel Nuovo e Palazzo Reale: «Due anni di amministrazione e una differenziata al venti percento - attacca Ferrillo, riferendosi alla giunta de Magistris - se non siete in grado di governare una città simile, andatevene. È anche per colpa loro se oggi si parla dell'inceneritore di Giugliano: perché la differenziata, a Napoli, è ferma a quel misero traguardo». 


PIAZZA PLEBISCITO - Si passa il San Carlo, la Galleria Umberto e piazza Trieste e Trento. Urla e applausi mentre il corteo si apre invadendo pacificamente piazza Plebiscito, dove tra le due statue di Canova e Calì è posizionato un camioncino. Qui cominciano le prime tensioni. Ferrillo parla dal palco, torna sul tema delle bonifiche e dell'inceneritore, ma dalla piazza si levano le prime proteste: «Stai parlando solo tu - urlano - fai intervenire anche i comitati», unito a espressioni più colorite circa un presunto razzismo di Ferrillo per quanto concerne la questione dei campi Rom. Tema sul quale, per la verità, Ferrillo si limita a dire: «Vogliamo fare qualcosa per aiutare queste persone, di modo che non si vedano più roghi tossici salire dai loro campi?». La situazione rischia di degenerare, il blogger invoca addirittura l'intervento della digos per calmare i manifestanti più inferociti. Si alza uno striscione del Comitato "No inceneritore di Giugliano", che Ferrillo chiede immediatamente di rimuovere: «Siamo qui in piazza, senza bandiere o sigle. In questo momento state mancando di rispetto a migliaia di persone». Alla fine i comitati riescono a salire sul camioncino e a portare avanti le loro rivendicazioni.


OLTRE LE DIVISIONI - Rivendicazioni che, come auspicabile in una situazione che interessa tutti i cittadini dell'ex Campania Felix, coincidono, in buona sostanza, col pensiero di Ferrillo: stop ai roghi, no all'inceneritore, piano alternativo sul ciclo rifiuti come la proposta della rete "Rifiuti Zero". Sulle bonifiche permane un nodo da sciogliere: farle, nonostante tutti i rischi connessi a una mancata mappatura capillare del territorio e alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata, o non farle, almeno per ora, provvedendo dapprima alla messa in sicurezza e al controllo? Le proposte che arrivano sono tante: «Bisogna cominciare a boicottare i giornali che non dicono la verità - dice Ferrillo - a boicottare quelle banche che vivono su di un sistema economico ormai insostenibile, ad andare contro quelle aziende che producono in nero svernando i loro scarti nei campi, a richiamare alle proprie responsabilità una politica collusa». Oltre le divisioni, la piazza era piena quasi per intero, eventualità che non si verifica nemmeno per concerti di noti cantanti. Napoli, Caserta, le loro province, la Campania intera, hanno dimostrato che ci sono e che sono pronti a dare battaglia per difendere il diritto più elementare: quello alla vita.

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