sabato 14 maggio 2011

L’arresto del boss Feliciano detto’o sfregiato’: scacco al clan Mallardo

GIUGLIANO. Dalle estorsioni, alle speculazioni edilizie e finanziarie, 'all'affare caffè'. Gli interessi illeciti di Feliciano Mallardo, alias "'O sfregiato'", il boss della camorra e reggente dell'omonimo clan, spaziavano in diversi settori. Non ultimo quello della lavorazione e del controllo dei canali di distribuzione commerciale della popolare bevanda nell'hinterland partenopeo. Nessun rivenditore poteva sottrarsi alle imposizioni del clan Mallardo: tutti dovevano rifornirsi dello stesso prodotto il 'Caffè Seddio" ed esclusivamente dalla società di 'Pinuccio', vale a dire Giuseppe D'Alterio nipote del boss Feliciano. Tra i soggetti arrestati dalla Guardia di Finanza figurano anche Carlo Antonio D'Alterio, un fratello di 'Pinuccio'. Entrambi sono figli della sorella di Mallardo e Pietro D'Alterio, morto nel 1991 in un agguato di camorra. Dalle indagini della Procura di Napoli sono emersi anche i forti interessi economici del clan nella provincia di Roma dove una cellula operativa dei Mallardo aveva stretto accordi con esponenti del clan dei casalesi per la realizzazione di un grossa operazione edilizia e immobiliare a Capena, alle porte della capitale. Sono circa 900 gli immobili (di cui 300 fabbricati e terreni) sequestrati nell'operazione 'Sfregio' della Dda di Napoli: tra questi, 23 sono aziende con sede a Giugliano ma in gran parte operanti nella Provincia di Roma. Sotto sequestro sono finite anche auto di e moto di lusso e oltre 200 rapporti bancari. Il valore complessivo stimato dei beni sequestrati al clan si aggirerebbe attorno ai 600 milioni di euro. Il clan Mallardo da quanto è emerso dalle indagini ha via via allargato il raggio di azione per il reinvestimento dei proventi illeciti al Lazio, in particolare la provincia di Roma. in particolare, nei Comuni dove sono scoperti immobili e fabbricati: 25 a Mentana, 10 a Monterotondo, altri a Guidonia Montecelio.

Operazione Caffè macchiato. Si è conclusa l'operazione "Caffè macchiato", partita nelle prime ore dell'alba, ad opera della guardia di finanza nei confronti del clan Mallardo. Circa 500 militari delle fiamme gialle, operativi tra Roma, Napoli e Caserta, hanno preso parte all'operazione coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, nell'ambito della quale sono state arrestate 7 persone con l'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso ed il sequestro di 900 immobili e 23 aziende, per un ammontare complessivo di oltre 600 milioni di euro. Gli arrestati, secondo le risultanze delle indagini condotte dai finanzieri, sono appartenenti ad una cellula, direttamente comandata dai vertici del clan Mallardo, che aveva costituito numerose società, operanti nelle province di Roma e Napoli, con le quali venivano investite le ingenti risorse derivanti dai traffici illeciti. I particolari dell'operazione saranno illustrati dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 12 presso la Procura della Repubblica partenopea, alla presenza del procuratore capo Giandomenico Lepore e dei comandanti provinciali della Guardia di Finanza di Roma e Napoli.

Catturato il capo del clan, Feliciano Mallardo (alias "o Sfregiato"). Nel corso dell'operazione anticamorra condotta tra il Lazio e la Campania dalla Guardia di Finanza è stato catturato anche Feliciano Mallardo (alias "o Sfregiato"), ritenuto l'attuale capo dell'omonimo clan camorrista di Giugliano in Campania. Tra i beni sottoposti a sequestro, oltre a circa 900 immobili e 23 aziende, anche 200 conti corrente bancari, auto e moto di lusso e partecipazioni societarie. Le aziende del clan avevano acquisto il controllo di interi settori economici: dalla produzione e commercializzazione del caffe', ai centri scommesse, al commercio all'ingrosso di bibite e prodotti parafarmaceutici. Nel settore edile i soggetti arrestati hanno effettuato, per conto del clan Mallardo, speculazioni edilizie e costituito numerose societa' immobiliari operanti soprattutto in Provincia di Roma. Le Fiamme Gialle di Roma stanno apponendo i sigilli su alcuni cantieri edili e su circa 230 tra terreni e unita' immobiliari, in particolare nei Comuni di Roma, Mentana, Guidonia Montecelio, Monterotondo e Sant'Angelo Romano.

Il commento del ministro Angelino Alfano. "Grande soddisfazione per la cattura di Feliciano Mallardo e il sequestro di beni, per un ammontare complessivo di circa 600 milioni di euro, che di fatto annientano il clan di Giugliano". È quanto afferma il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, commentando l'operazione odierna che ha portato anche all'arresto del capo dell'omonimo clan camorrista. "La cattura di esponenti di spicco del crimine organizzato – prosegue il guardasigilli – e l'aggressione sistematica ai patrimoni illeciti, costituiscono il cuore della strategia portata avanti dalla squadra Stato e si rivela la strada giusta per debellare le cosche e assicurare alla giustizia numerosi criminali". "Il mio ringraziamento – conclude Alfano – ai magistrati della Dda di Napoli e agli uomini della guardia di finanza che, impegnati ogni giorno nella lotta a tutte le mafie, hanno portato a termine l'ennesimo, straordinario successo, sferrando un durissimo colpo alle attività criminali e garantendo così la sicurezza nel territorio".

Il commento dell'onorevole Barbato (Idv). ''L'ottimo lavoro svolto dalla procura della Repubblica di Napoli, insieme agli uomini della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Roma e di Napoli, coordinati in questa operazione dalla DDA di Napoli, che ha permesso oggi l'arresto di importanti esponenti del clan Mallardo di Giugliano in Campania e il sequestro di numerosi beni nelle province di Roma e di Napoli, sottolinea ancora una volta come ormai, la camorra, sia un fenomeno sempre piu' nazionale e non piu' solo campano, allo stesso modo della 'ndrangheta o delle altre mafie''. E' quanto dichiara in una nota Franco Barbato, deputato dell'Idv. ''Ai complimenti che voglio fare a tutti gli uomini coinvolti in questa preziosa operazione si associa pero' la considerazione che e' sempre piu' intollerabile che esista ancora questo intreccio perverso che lega la politica'' alla camorra, aggiunge Barbato. ''Un legame - sottolinea - che va spezzato se si vuole cambiare aria a Napoli e in Campania, come nell'intero Paese''. ''E' sempre piu' fondamentale consentire discontinuita' sin dalle prossime amministrative rafforzando De Magistris e IDV a Napoli e in Campania, per iniziare a costruire un Paese normale e soprattutto un futuro per i nostri giovani'', conclude il parlamentare dell'Idv.
GIUGLIANO. Feliciano Mallardo, boss dell’omonimo clan è stato arrestato nell’appartamento dove si era rifugiato al terzo piano di una palazzina disabitata in via Sant’Agostino a Giugliano. Il blitz degli uomini del Gico della Guardia di finanza di Napoli, guidati dal colonnello Sandro Baldassarre, è scattato alle quattro di martedì mattina. Un elicottero sorvolava l’abitazione del boss, mentre dal basso si sono intrufolati all’interno dello stabile i militari che hanno stretto le manette ai polsi di Feliciano Mallardo. Né lui né suo figlio, hanno opposto resistenza al suo arresto. Nell’appartamento, tenuto sotto controllo da diverse settimane sono stati ritrovati gioielli, orologi e denaro. L’appartamento finemente arredato è stato sequestrato dagli uomini della finanza. Sequestrati anche gioielli e orologi riposti in scatole, mentre i soldi rinvenuti nell’appartamento non sono stati sequestrati, poiché non vi era certezza sulla loro provenienza illecita. In compagnia del boss vi era il figlio appena 22enne e già titolare di una importante impresa. La disponibilità di liquidi in casa potrenne essere giustificata da questo. Ad incastrare il boss, Feliciano Mallardo, accusato di associazione di stampo mafioso, 11 collaboratori di giustizia che hanno raccontato e identificato in lui la ‘mente’ del business della speculazione edilizia giuglianese e laziale e re del caffè. Ma tra gli 11 non c’è neanche un pentito del clan, segno distintivo di una cosca che vanta una certa impermeabilità anche nei confronti delle ripetute e martellanti attività della Dda di Napoli.

Le dichiarazioni del pentito Giovanni Chianese, ex affiliato al clan Pianese, hanno svelato il grado di potere della cosca: «Nell'organigramma del sodalizio, dopo Giuseppe Mallardo e Francesco Mallardo, è posizionato Feliciano Mallardo detto ‘O sfregiato, che è collocato così in lato in forza ai suoi legami parentali con Giuseppe e Francesco Mallardo. Segue Giuseppe Dell’Aquila che è molto forte, in pratica è anche più potente di Feliciano Mallardo ma a Feliciano Mallardo è attribuita una posizione di estremo rilievo anche per cognome che porta e perché è una persona di vecchio stampo, tanto che può essere definito come un buon consigliere anche dei capi Giuseppe e Francesco Mallardo in quanto tende ad evitare rotture, spaccature ed arrivare a soluzioni diplomatiche. Questa mentalità è proprio l’opposto dell’atteggiamento di Giuseppe Dell’Aquila che, non a caso, è soprannominato «‘o ciuccio» proprio per la sua testa dura». Da ieri Feliciano Mallardo è in carcere al regime di 4 bis, che prevede l’isolamento, lo stesso al quale sono sottoposti attualmente i suoi cugini, Giuseppe e Francesco Mallardo che hanno fondato e diretto il sodalizio sino a quando inquirenti ed investigatori non li hanno fermati.        

Scacco al clan Mallardo: 50 persone indagate
GIUGLIANO. Un clan capace di controllare la politica locale, l'economia e persino di imporre nei bar la ''sua'' marca di caffe'. La cosca Mallardo, uno dei raggruppamenti criminali ''storici'' della provincia di Napoli, e' stata decapitata con sette arresti - tra cui quello dell'attuale capo, Feliciano Mallardo - e con un maxisequestro di beni in Campania e nel Lazio. Riconducibili in parte ai Mallardo e in parte ai ''cugini'' casertani Casalesi, le proprieta' sottratte alla camorra hanno un valore di circa 600 milioni di euro, e comprendono 300 appartamenti nella sola Roma. L'operazione «Caffè macchiato» e' stata coordinata dai pm Conzo, Itri, Ribera e Sirignano della Dda di Napoli, ed eseguita dalle fiamme gialle dei comandi provinciali di Napoli e Roma e del Gico di Napoli. Grande soddisfazione viene espressa dai ministri Angelino Alfano e Roberto Maroni. Arresti e sequestro di beni ''di fatto annientano il clan di Giugliano'', dice il guardasigilli; il responsabile del Viminale parla di ''operazione straordinaria che dimostra come stia funzionando la nostra strategia di aggressione ai beni dei clan''.

Gli arrestati: Mallardo Feliciano 60 anni di Giugliano, Coppola Antonio 52 anni di Giugliano, Coppola Francesco 49 anni di Giugliano, D'Alterio Carlo Antonio 29 anni di Giugliano, D'Alterio Giuseppe 34 anni di Giugliano, Miraglia Saverio 42 anni di Giugliano e Palumbo Michele 59 anni di Villaricca.

Gli indagati (50 persone): Alfano Immacolata 37 anni di Castelvolturno, Mantonaci Maria Dolorea 53 anni di Villaricca, Asanache Relu 34 anni di Sant'angelo Romano (RM), Basile Daniela 21 anni di Giugliano, Basile Framcesco 52 anni di Giugliano, Basile Teresa 26 anni di Giugliano, Bruno Damiano 31 anni di Fonte Nuova (RM), Cacciapuoti Ferdinando 48 anni di Giugliano, Capriello Domenico 32 anni di Mentana (RM), Conte Franco 56 anni di Giugliano, Conte Sebastiano 36 anni di Villaricca, Conte Vincenzo 34 anni di Giugliano, Coppola Pasquale 49 anni di Giugliano, D'Alterio Vincenzo 60 anni di Giugliano, Del Sole Giuseppina 50 anni di Giugliano, Di Gennaro Francesco 27 anni di Giugliano, Di Nardo Michelina 55 anni di Villaricca, Diana Silvio 53 anni di Giugliano, Granata Carmen 37 anni di Qualiano, Gilberti Maria 62 anni di Castelvolturno, Lombardi Domenico 31 anni di Melito, Mallardo Santa 57 anni di Giugliano, Mallardo Sergio 52 anni di Giugliano, Minopoli Erminia 35 anni di Giugliano, Miraglia Ciro 24 anni di Roccastrada (GR), Ortucci Livia 66 anni di Casaluce, Palumbo Aniello 29 anni di Villaricca, Palumbo Aniello 24 anni di Villaricca, Palumbo Bruno 62 anni di Villaricca, Palumbo Giuseppina 33 anni di Mugnano, Palumbo Giuseppina 27 anni di Villaricca, Palumbo Rosa 28 anni di Villaricca, Perrotti Giovanna 46 anni di Giugliano, Popovic' Sabrina 24 anni di Giugliano, Popovic' Simona 31 anni di Giugliano, Russo Antonietta 38 anni di Giugliano, Russo Assunta 39 anni di Giugliano, Russo Flavia 36 anni di Giugliano, Russo Francesco 67 anni di Giugliano, Russo Francesco Biagio 45 anni di Villaricca, Russo Giovanni 35 anni di Giugliano, Russo Maddalena 41 anni di Giugliano, Seddio Andrea 39 anni di Casapulla, Seddio Desirè 33 anni di Castelvolturno, Seddio Francesco 76 anni di Castelvolturno, Seddio Ivan 22 anni di Castelvolturno, Seddio Maria 41 anni di Castelvolturno, Seddio Pasquale 43 anni di Castelvoturno, Sequino Angela 34 anni di Mentana (RM), Zaccaria Domenico 47 anni di Giugliano.

Le indagini. Alla base delle investigazioni un lavoro complesso, che ha visto tra l'altro gli uomini del Gico riuscire a installare cimici nel bunker in cui il boss Mallardo operava. E' emerso cosi' il quadro tentacolare degli interessi della cosca, le cui aziende spaziavano dal commercio all'ingrosso di bibite e parafarmaceutici ai centri scommesse. Capitolo a parte merita il caffe', business che - come racconta il pentito Giovanni Chianese - il boss Feliciano affidò ai due nipoti per ''risarcirli'' dell'omicidio del padre, da lui stesso fatto eliminare nel 1991. Come spiega Chianese, per molti bar del territorio giuglianese ''non e' possibile rifornirsi da altri, altrimenti si subirebbero pesanti ritorsioni'': e tutti, aggiunge, sanno che ''quella'' marca, il caffe' Seddio, e' di una azienda legata a doppio filo ai Mallardo. Negli atti dell'inchiesta anche una serie di pesanti accuse di condizionamento del Comune di Giugliano. Il pentito Gaetano Vassallo parla di consiglieri comunali ''direttamente collegati al clan e in grado di influenzare di fatto le decisioni politiche'', oltre che dell'impegno diretto dei Mallardo per far eleggere questo o quel sindaco. A Giugliano, terza citta' della Campania per numero di abitanti, in passato i carabinieri hano sequestrato migliaia di immobili abusivi, mentre numerosi vigili urbani sono stati arrestati e condannati per complicita' nel sacco edilizio.         

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