martedì 29 ottobre 2013

Imprenditori-coraggio denunciarono il pizzo del clan, oggi le condanne degli uomini del racket

di Marilù Musto
Chiesero il pizzo a imprenditori della provincia di Caserta per conto del boss Michele Zagaria, ora in carcere, ma le vittime ebbero il coraggio di denunciare il racket delle estorsioni. Oggi, il giudice del tribunale di Napoli Maria Vittoria Foschini, al termine di un processo con rito abbreviato, ha condannato per tentata estorsione ed estorsione consumata, aggravata dal metodo mafioso, quattro esponenti del clan dei Casalesi. Si tratta di Michele Fontana detto O'Sceriffo, condannato a 7 anni, Luigi Diana detto il Diavolo a 4 anni e 4 mesi, Michele Fontana del '71 a 6 anni e 4 mesi e Luciano Fontana a 4 anni e 8 mesi. Nel processo si sono costituiti parte civile il titolare di una famosa catena commerciale di caseifici in Campania e due imprenditori di una ditta di trasporti di Casapesenna, assieme all'associazione Unione Casertana antiracket. Il capoclan Michele Zagaria ha scelto di essere giudicato con rito ordinario.

Estorsioni a imprenditori, condannati quattro uomini di Zagaria
CASERTA. Il Tribunale di Napoli ha condannato, con rito abbreviato, quattro esponenti del clan dei casalesi per  tentata estorsione ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Si tratta di Michele Fontana, 43 anni, detto “’O Sceriffo”, condannato a 7 anni, Luigi Diana, detto “il Diavolo” (4 anni e 4 mesi), Michele Fontana, 42 anni, alias “Puzzill”, (6 anni e 4 mesi), e Luciano Fontana, 43 anni, alias “Detersivo”, (4 anni e 8 mesi).
Secondo le risultanze investigative i quattro chiesero il pizzo, per conto dell’allora superlatitante Michele Zagaria, ad alcuni imprenditori casertani che però denunciarono la richiesta estorsiva. Zagaria, arrestato a Casapesenna il 7 dicembre 2011, ha scelto invece di essere giudicato con rito ordinario.
Parte civile nel processo una catena di caseifici di Capua, difesa dall'avvocato Giovanni Zara, e una ditta di trasporti di Casapesenna, difesa dall'avvocato Nando Letizia, insieme alle associaizoni antiracket Fai e Unione Casertana Antiracket. Il giudice ha rinviato per il risarcimento danni al rito civile.

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