sabato 25 giugno 2011

Festeggia il compleanno della mamma: preso boss latitante nel Napoletano

SAN GIORGIO A CREMANO - I carabinieri del nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno catturato il latitante Pasquale Abate, 48 anni, già noto alle forze di polizia, ritenuto reggente dell'omonimo clan, detto anche dei “cavallari”, operante per il controllo degli affari illeciti a San Giorgio a Cremano (NA) e zone limitrofe. Il predetto, alla macchia dal dicembre 2009, era ricercato per scontare un residuo di condanna a 22 anni di reclusione inflittagli per associazione per delinquere di tipo mafioso e altro.

L'uomo è stato scovato a casa della madre ove era andato per festeggiare il 76° compleanno della genitrice. All'arrivo dei Carabinieri ha tentato la fuga da un balcone ma è stato bloccato dai militari che avevano circondato la casa prima di farvi irruzione.

Arrestato figlio vittima omicidio video choc: Mariano Bacio Terracino preso per droga

NAPOLI - Giovanni Bacio Terracino, 35 anni, figlio di Mariano Bacio Terracino il cui omicidio nel quartiere napoletano della Sanità nel maggio del 2009 fu documentato da un video choc, è stato arrestato dagli agenti del commissariato di polizia «San Carlo Arena», in quanto responsabile di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Già l'anno scorso l'uomo fu arrestato per lo stesso motivo, perchè trovato in possesso di 36 dosi di marijuana. Questa volta i poliziotti hanno sequestrato nella sua abitazione 4,680 chilogrammi di droga, suddivisa in hashish, marijuana e pasticche di anfetamine oltre a sostanze stupefacenti allo stato grezzo. Gli agenti hanno fatto irruzione in casa di Bacio Terracino rinvenendo e sequestrando, in quello che era adibito a vano lavanderia, un sacchetto di quelli utilizzati per l'immondizia, contenente ben 41 panetti di hashish, per un peso di kg. 3,300, 13 buste piene di marijuana, per un peso di kg. 1,300, 480 pasticche e polvere bianca, probabilmente Md, per i quali sono in corso accertamenti da parte della Polizia scientifica al fine di stabilirne il principio attivo. Non si esclude che l'ingente quantitativo di droga fosse destinata alle discoteche e ai luoghi di ritrovo dei giovani. Lo spacciatore è stato arrestato e sarà condotto nel carcere di Poggioreale.

sabato 18 giugno 2011

Scavi di Pompei, arrivano i francesi

POMPEI - Ci sono 2500 imprese francesi pronte a investire per il rilancio di Pompei: di fronte al presidente Napolitano parlerà anche di questo stamattina a Pozzuoli, all’assemblea dell’Unione Industriali di Napoli, il leader degli imprenditori napoletani Antonio Graziano. Graziano è pronto a illustrare la costituzione di un consorzio di 2500 aziende parigine, valore aggiunto del «nuovo» distretto archeologico di Pompei e dell'area vesuviana.

Così gli industriali napoletani, affiancati da big nazionali come Diego Della Valle, spingeranno per un tavolo all’Unesco e un rilancio dell'antico sito, con una grande azione di «rigenerazione urbanistica, ricettiva e produttiva dell'intera area».

Il progetto, già in avanzata fase di definizione, punta ad una stabilità di rapporti con gli enti locali coinvolti in prima persona, dalla Regione ai comuni della zona. Con un occhi speciale al coinvolgimento di giovani.

Caccia a Zagaria: 11 arresti c'è anche un soldato

CASERTA. Blitz dei carabinieri in collaborazione della Dda, fermate 11 persone tra fiancheggiatori e latitanti del clan dei Casalesi. Sono stati arrestati nel corso della notte durante un'operazione dei carabinieri di Aversa (Caserta). I militari stanno anche effettuando numerose perquisizioni alla ricerca del superlatitante Michele Zagaria. Le ricerche questa notte si sono concentrate nelle zone di Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa, Casapesenna e Casagiove. L'operazione e' stata coordinata dalla Dda di Napoli. C'è anche una soldatessa di 25 anni tra le undici persone arrestate questa mattina nell'ambito di un'operazione anticamorra coordinata dal pm Catello Maresca della Dda di Napoli. Si tratta di Laura Titta, accusata di favoreggiamento nei confronti di alcuni esponenti del gruppo retto da Giuseppe Setola del clan dei Casalesi. La soldatessa e' stata arrestata nella caserma di Ascoli Piceno, sede del 235esimo Reggimento Piceno, dove prestava servizio da circa dieci giorni. La giovane avrebbe svolto la funzione di autista nello spostamento dei ricercati del gruppo Setola e nel consegnare loro i pasti.      
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domenica 12 giugno 2011

Preso Carmine Amato: latitante da due anni

NAPOLI. Una villetta inaccessibile e videosorvegliata, via di fuga già prestabilita con ringhiera di un balcone tagliata e botola di accesso in giardino, cani e una vedetta. Carmine Amato e Daniele D'Agnese, reggente ed elemento di spicco del clan Amato-Pagano, da almeno 15 giorni, raggiunti nell'ultima settimana da mogli e figli, rimanevano sulla collina dei Camaldoli, a Napoli, poco distante dalla discarica di Chiaiano e da una cava di tufo, ma soprattutto dal quartiere di Scampia dove con cinque omicidi dall'inizio dell'anno si consumava una frizione tra Amato, nipote del boss Raffaele, e Mariano Riccio, genero dell'altro boss Cesare Pagano, che era scontento della gestione del clan e si proponeva come reggente. Per questo i due camorristi erano protetti e armati, anche se non hanno opposto resistenza all'arresto. Più che le forze dell'ordine, temevano agguati. La Squadra Mobile ha fatto irruzione dopo appostamenti nella zona individuata come nascondiglio dopo aver monitorato familiari e favoreggiatori abituali del clan. "Sono due personaggi di elevato spesso criminale - spiega il capo della Mobile Vittorio Pisani - e questa è stata una operazione resa difficoltosa dalla particolarità del luogo scelto come rifugio. Siamo riusciti a sorprenderli solo scalando la cava, attraverso un sentiero privo di vegetazione tracciato dallo scolo delle acque piovane, e un poliziotto si è fratturato una caviglia e un altro lussato un gomito". Il parco in cui sorge la villetta è esteso ed era stato oggetto di un rilievo attraverso elicottero, fatto alzare in volo durante l'ennesima crisi nello smaltimento rifiuti a Napoli, quando l'ispezione poteva essere scambiata per una ricognizione sullo stato della discarica di Chiaiano. Denunciato il ragazzo incensurato messo di vedetta all'ingresso del parco, anche perchè è arrivato ad avvertire i due latitanti solo ad operazione conclusa, quando ha avvistato le macchine della polizia in moto per portare via gli arrestati. (Agi)     

Segnale in codice: Danilo D'Agnese baciato sulla bocca
NAPOLI. Un bacio sulla bocca, mentre sta per salire sull'auto che lo accompagnerà al carcere, a un uomo che si fa largo tra la folla di amici e parenti. La scena, che non è sfuggita agli obiettivi dei fotoreporter, si è svolta stamattina davanti al portone della questura di Napoli dopo la cattura di due latitanti della camorra, Danilo d'Agnese e Carmine Amato, reggente del clan Amato-Pagani. E ci si interroga ora sul significato del gesto che ha visto protagonisti D'Agnese e un giovane, non inconsueto negli ambienti della malavita, ma comunque di difficile interpretazione. Equivale a un messaggio in codice, oppure è solo una accentuazione del sentimento di solidarietà e di vicinanza che si vuole ostentare nei confronti di una persona destinata a trascorrere molti anni in galera? Oppure esso vuole rassicurare l'arrestato, comunicandogli che nonostante sia finito dentro non per questo ha perso il suo potere all'interno dell'organizzazione? Di certo non sembra trattarsi del cosiddetto ''bacio della morte'' che si scambiano i mafiosi e che anticipa una sentenza capitale per chi lo riceve, accusato in genere di aver tradito ''gli amici'': un bacio immortalato anche nel cinema, basta ricordare la scena del Padrino in cui Al Pacino, alias Michael Corleone. cosi' si congeda per sempre dal fratello Fredo, interpretato da John Cazale, prima di affidarlo ai killer. Ma ci sono anche altre immagini colte dai fotografi stamattina davanti alla questura che rimandano al mondo del cinema. Entrambi i latitanti catturati dalla squadra mobile indossavano infatti magliette con le foto serigrafate di James Dean. Anche questo un messaggio in codice (in precedenza altri due latitanti del clan furono notati con t-shirt con le foto di Steve Mc Queen), un modo per riconoscersi oppure soltanto il tentativo di identificarsi in un personaggio ribelle e maledetto che il grande attore americano ha rappresentato per generazioni di giovani? (Ansa)

Dodici bandiere blu, ma il degrado minaccia le coste del litorale domizio

GIUGLIANO. Quattrocentosettanta chilometri di costa, dalla foce del Garigliano a Sapri. Sesta regione italiana per estensione di territorio affacciato sul mare, la Campania vanta comunque un primato, che naturalmente non è positivo: è quella con il più alto numero di luoghi vietati alla balneazione. Il dato è riferito all’ultimo rapporto sulle acque di balneazione disponibile presso il sito del ministero della Salute. Sull’altro piatto della bilancia, fortunatamente, pesano le dodici «bandiere blu» che si è meritato il territorio regionale: è importante segnalare che undici sono state assegnate in provincia di Salerno, una sola alla provincia di Napoli (Massa Lubrense) e nessuna al litorale casertano. Basta questa fotografia per capire che il punto debole dell’intero sistema balneare è l’area a nord di Napoli, il litorale domizio aggredito da scarichi abusivi e depuratori che non funzionano. La stagione estiva alle porte, impone reazioni immediate. Sedie a sdraio e ombrelloni sono già pronti dappertutto, e per invogliare tutti a correre alla spiaggia, il mondo del turismo balneare si aggrappa, a giusta ragione, all’ultimo rilevamento effettuato dall’Arpac: la salute del mare della Campania sta migliorando a vista d’occhio. Nulla di clamoroso, intendiamoci, ma le analisi dei campioni d’acqua consentono piccoli sospiri di tranquillità. È soprattutto l’area casertana che gioisce e sbandiera con entusiasmo i nuovi dati: «tornate qui a fare il bagno, adesso si può». Un sorriso grande così arriva anche da Portici dove, dopo 40 anni, si può tornare liberamente a fare il bagno alla spiaggia delle Mortelle. Piccola soddisfazione in un lungo tratto di costa che va da San Giorgio a Castellammare, dove le zone considerate a rischio balneazione sono il triplo di quelle dove è possibile tuffarsi liberamente. Il grande problema dell’inquinamento non lo conoscono in costiera sorrentina, amalfitana e lungo le coste salernitane con la piccola eccezione di un breve tratto a sud di Pontecagnano. Sono pulite e già affollate anche le tre isole che, però, sono sotto osservazione per la crescita vertiginosa degli agenti inquinanti trovati nel mare: non hanno raggiunto ancora il livello di pericolo ma siccome aumentano di anno in anno, bisogna prendere provvedimenti adeguati per evitare che spunti anche a Ischia, Procida e Capri qualche bandiera «rossa» di divieto. Discorso a parte merita il capoluogo: secondo l’Arpac, da Bagnoli a Santa Lucia non esistono luoghi inibiti alla balneazione, e questo è un risultato da accogliere con il dovuto entusiasmo. Anche se proprio nell’area di Bagnoli resta tutto intero il problema legato all’inquinamento provocato dalla fabbriche, che di fatto impedisce i tuffi in mare. Di fronte al lungomare cittadino, però, secondo l’Arpac l’acqua non mostra segni di inquinamento pericoloso: 14 rilevamenti e quattordici risultati positivi. Niente male.
Paolo Barbuto
Il Mattino il 08/06/2011