venerdì 18 ottobre 2013

Casalesi, 34 condanne e 11 assoluzioni al processo «Il Principe e la scheda ballerina»

CASAL DI PRINCIPE. Si è concluso con 34 condanne e 11 assoluzioni il processo con rito abbreviato “Il Principe e la scheda ballerina”. Il procedimento giudiziario punta a fare luce sul tentativo da parte del clan dei casalesi di riciclare denaro attraverso la costruzione nel Casertano del centro commerciale Il Principe e sui brogli elettorali avvenuti a Casal di Principe in occasione delle amministrative del 2010. La sentenza è stata emessa ieri fa dal gup Eduardo De Gregorio, che ha in parte accolto le richieste del pm Antonello Ardituro, titolare dell’inchiesta assieme al collega Henry John Woodcock. Tra i condannati figura in particolare Mario Cacciapuoti (due anni e otto mesi), ex capo dell’ufficio tecnico di Casal di Principe, accusato di corruzione in concorso con l’ex parlamentare del Pdl Nicola Cosentino; quest’ultimo, tuttavia, ha scelto il dibattimento, che è in corso davanti al Tribunale di santa Maria Capua Vetere. Cacciapuoti, in particolare, è stato riconosciuto colpevole di avere offerto a Cosentino la concessione per la realizzazione del centro commerciale in cambio della sua permanenza a capo dell’ufficio tecnico, messa in discussione dallo stesso Cosentino. A fare da tramite tra i due furono Giovanni Lubello, genero del boss dei casalesi Francesco Bidognetti, e Cipriano Cristiano, ex sindaco di Casal di Principe, condannati rispettivamente a cinque e otto anni. Per Cacciapuoti, che era difeso dall'avvocato Carlo De Stavola, è stata tuttavia esclusa l'aggravante dell'articolo 7 (aver agito per favorire un clan canorristico). Di qui la condanna assai più mite rispetto alla richiesta del pm che riteneva congrua la pena di sei anni e otto mesi. Condannato anche l’ex consigliere provinciale Sebastiano Ferraro (sei anni e otto mesi), mentre è stato assolto dall’accusa di riciclaggio Nicola Schiavone, figlio del boss Francesco soprannominato “Sandokan”.

Nessun commento:

Posta un commento