giovedì 30 aprile 2015

Camorra, sequestrati beni per 10 milioni tra Campania e Nord Italia

Confiscati definitivamente alla camorra, dalla Guardia di Finanza di Rimini, 38 immobili per un valore di 10 milioni di euro tra Veneto, Lombardia e Campania. Appartamenti, garage, villette con terreno e negozi sottratti alla criminalità organizzata nell’ambito di un’operazione – ‘Coast To Coast’, del 2012, del nucleo di polizia tributaria di Rimini sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Bologna – a carico di Michele Pezone, di origini campane.

Pezone, secondo le indagini delle Fiamme Gialle, è ritenuto in costante contatto con esponenti del clan dei casalesi e in particolare con Paolo Cecere, ed è noto agli investigatori per estorsione ed usura nei confronti di imprenditori dell’Emilia-Romagna e del Veneto, nonché per trasferimento fraudolento di beni a prestanome compiacenti.

I redditi delle sue dichiarazioni erano inesistenti, ma il tenore di vita alto. Le indagini avevano portato il tribunale di Bologna ad emettere la misura di prevenzione patrimoniale eseguita il 14 maggio 2012.

Dopo tre anni dal primo provvedimento si è aggiunta anche la decisione della Cassazione, che ha rigettato i ricorsi rendendo “irrevocabile” e definitivo il decreto di confisca emesso dal Tribunale di Bologna su tutti gli immobili sequestrati e confiscati, tra cui due immobili a San Donà di Piave (Venezia) che erano stati restituiti a Pezone dalla Corte D’Appello.

Gli altri immobili confiscati sono una villetta con terreno a Jesolo, una villetta con terreno a Sessa Aurunca (Caserta), 10 appartamenti e garage a Giugliano, un appartamento e due garage ad Aversa, un appartamento a Ponte San Nicolò (Padova), un negozio a Bagnoli di Sopra (Padova), un appartamento e un garage a Sermide (Mantova), 4 appartamenti e 4 garage a Portogruaro (Venezia).

Il valore commerciale attuale degli immobili è stimabile in circa 10 milioni di euro. Il provvedimento è stato notificato all’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità poiché a seguito della confisca definitiva di prevenzione i beni sono acquisiti al patrimonio dello Stato.

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mercoledì 29 aprile 2015

Camorra, arrestato il reggente del clan Licciardi

Napoli – I carabinieri della compagnia Stella e della stazione di Secondigliano hanno arrestato Paolo Abbatiello, 48 anni, già noto alle forze dell’ordine e sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno. Abbatiello è considerato l’attuale reggente del clan camorristico dei Licciardi.

L’uomo è stato arrestato nella sua casa nel quartiere Miano a Napoli, nella zona della masseria Cardone. Era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale di Napoli dopo la sentenza definitiva di condanna e dovrà espiare 6 anni, 11 mesi e 13 giorni di reclusione per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Dopo le formalità di rito è stato condotto nel carcere di Secondigliano.

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lunedì 27 aprile 2015

Sant'Antimo. Bomba esplode nella notte davanti al centro scommesse

di Sabrina Della Corte
SANT'ANTIMO. Una bomba piazzata davanti ad un centro scommesse di Via Roma è deflagrata intorno alle 4 di domenica mattina, svegliando e facendo vivere momenti di panico ai residenti in zona. Subito è scattato l'allarme e sono giunti sul posto i carabinieri della locale tenenza. Secondo i primi rilievi l'esplosione sarebbe da ricondurre agli ambienti del racket, anche se il proprietario dell'agenzia ha negato di essere stato oggetto di minacce o richieste estorsive da parte di persone legate alla criminalità organizzata. Già nei mesi scorsi vi era stata l'esplosione di un altro ordigno, che aveva distrutto la serranda di un bar del centro cittadino. La recrudescenza delle azioni della malavita organizzata sta lentamente aumentando a Sant'Antimo e sembra in costante aumento anche il fenomeno delle richieste estorsive agli imprenditori e commercianti che sono stretti da una tremenda morsa tra la crisi legata all'abbassamento della spesa dei consumatori e le richieste pressanti della camorra.
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Bomba in una sala giochi di via Roma, paura a Sant’Antimo



SANT’ANTIMO - Bomba in una sala giochi di via Roma, paura tra i residenti. La bomba è stata fatta esplodere questa notte davanti la saracinesca di una nota sala giochi di via Roma, a pochi passi da una pompa di benzina. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della locale tenenza, allertati da alcuni residenti svegliati di soprassalto dal forte boato.


Per ora la pista più seguita dagli investigatori sembra essere quella del racket. Non è la prima volta che a Sant’Antimo si verificano episodi simili. Neanche un mese fa fu fatto esplodere, con modalità simili, il negozio di un noto barbiere di via Crucis. Come non dimenticare poi l’esplosivo di tritolo fatto esplodere, lo scorso giugno, davanti l’entrata secondaria del centro diagnostico e polispecialistico Igea di S. Antimo, di proprietà della famiglia Cesaro, in via degli Oleandri. Non si esclude che questi episodi siano il segnale di un territorio allo sbando, dove si stanno ridefinendo i rapporti di forza criminali.
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mercoledì 22 aprile 2015

Estorsioni e droga, 27 arresti contro clan Di Lauro

Napoli – I carabinieri del nucleo investigativo di Napoli hanno arrestato 27 persone ritenute affiliate al clan Di Lauro di Secondigliano. Sono accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione e traffico internazionale di stupefacenti, aggravato dalla disponibilità di armi e dall’impiego di un minorenne. Documentata la gestione delle “piazze di spaccio” nei rioni Terzo Mondo e Berlingieri da parte del clan Di Lauro, dedito all’import di droga dalla Spagna.

Nel corso delle indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, i militari dell’Arma hanno sequestrato 31 chilogrammi di cocaina. Sventato anche un omicidio all’estero e accertate numerose estorsioni a Secondigliano, nei confronti degli ambulanti del mercatino rionale. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli.

Il capoclan resta latitante. Nell’elenco dei destinatari delle misure cautelari emesse dal gip di Napoli (28 in tutto) figura anche il nome di Marco di Lauro, ritenuto attualmente a capo dell’omonimo clan. Marco Di Lauro, che non è stato arrestato, è latitante dal 2004: quarto figlio di Paolo di Lauro, soprannominato “Ciruzzo ‘o milionario”, fondatore della famiglia camorristica napoletana di Secondigliano, figura nella lista dei 30 latitanti più pericolosi.

L’omicidio durante il Gp. Il clan Di Lauro stava progettando di uccidere alcuni rivali, affiliati agli “scissionisti” in occasione di un evento di risonanza mondiale qual è il gran premio di formula 1 di Montmelò-Barcellona del 27 aprile 2008: è quanto emerso nel corso delle indagini che oggi hanno portato all’arresto di 27 persone ritenute affiliate ai Di Lauro. Gli affiliati stavano cercando armi e assistenza logistica. Un blitz dei Carabinieri e della Guardia Civil spagnola ha evitato che il progetto fosse portato a compimento.

14enne confezionava droga. Una delle cinque donne arrestate, utilizzava una ragazzina che aveva circa 14 anni all’epoca dei fatti (2007-2008) per confezionare, tagliare e consegnare la droga. La ragazzina dopo avere dato una mano, provvedeva anche a portare la droga ai pusher in attività nelle piazze di spaccio di Secondigliano.

La lotteria finta. Attraverso una lotteria fittizia il clan Di Lauro imponeva il “pizzo” agli ambulanti che allestivano le proprie bancarelle nel mercatino del rione Berlingieri. Attraverso le estorsioni imposte anche con violenza e minacce dal gruppo De Lucia, il clan Di Lauro rimpinguava la sue casse: la cosiddetta “riffa” fruttava cinque euro a settimana per ogni bancarella.

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venerdì 17 aprile 2015

Notte di terrore a Sant’Antimo per un noto imprenditore, tenuto in ostaggio per ore dai rapinatori

SANT’ANTIMO - Notte di terrore per un noto imprenditore di Sant’Antimo, tenuto per ore in ostaggio dai rapinatori. La scorsa notte sei malviventi armati si sono introdotti nell’abitazione di un noto imprenditore locale, fratello di un deputato e proprietario di diversi centri medici nella zona, e hanno tenuto in ostaggio l’uomo e la sua famiglia mentre portavano via oro, argenteria e denaro contante.

I rapinatori hanno legato l’imprenditore e lo hanno minacciato puntandogli una pistola alla tempia, mentre costringevano la moglie a raccogliere in una borsa tutti gli oggetti preziosi e il contante tenuto in casa. Una volta raccolto il bottino sono poi fuggiti. Secondo le dichiarazione delle vittime i malviventi erano in parte italiani e in parte stranieri. Sull’episodio indagano i carabinieri della locale stazione.
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mercoledì 15 aprile 2015

Camorra: catturato in Spagna il capo delle 'Teste Matte'


NAPOLI. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli insieme a personale della Guardia Civil hanno catturato in Spagna un ricercato inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia. In manette Lucio Morrone, 53 anni, a capo del gruppo criminale chiamato “teste matte”, operante per il controllo degli affari illeciti nei quartieri Spagnoli, nel centro storico di Napoli. L’uomo era ricercato dal 2010 per un ordine di esecuzione definitivo per una condanna a più di 4 anni di reclusione per stupefacenti. Nonché dal 2013 destinatario di un’O.C.C. (con successiva condanna in primo grado a 20 anni di reclusione) per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. 

I militari dell’Arma, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, hanno individuato il trafficante tra Malaga e Marbella, procedendo alla sua cattura insieme alla Unidad Centrale Operativa della Guardia Civil, mentre l’uomo andava a ritirare denaro (inviatogli da Napoli) presso un’agenzia postale di Benalmadena. Al momento dell’arresto il latitante ha esibito documenti falsi nel tentativo di eludere gli investigatori, ma quando poi ha sentito “Carabinieri” si è arreso ammettendo la reale identità.
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Sant'Antimo. Arrestati mentre clonavano carte di credito usando i social network

SANT'ANTIMO. I poliziotti del Commissariato di Frattamaggiore hanno denunciato in stato di libertà due uomini: un 39enne, dipendente delle Poste Italiane in servizio in Lombardia, ed un 54enne, residenti entrambi nella provincia di Napoli, resisi responsabili in concorso tra loro, del reato di ricettazione di carte di credito. Gli agenti, ieri mattina, in servizio di controllo del territorio, mentre percorrevano via Giotto, nel Comune di Sant’Antimo, hanno udito alcuni rumori provenire da un box in quella via. 

Immediatamente intervenuti, i poliziotti, giunti all’interno del box , hanno sorpreso i due uomini che, in forte stato di agitazione, tentavano di nascondere missive di varie società e materiale per il collegamento ad internet. Pertanto, gli agenti hanno accertato che i due, impossessandosi di dati personali da alcuni social network, ricostruivano le generalità di ignari malcapitati, per poi intestargli ed attivargli verosimilmente, delle carte di credito. I poliziotti quindi hanno recuperato 19 missive di varie società, ognuna di esse con una carta di credito incollata e tutte intestate a persone residenti in Milano, Roma e Napoli; una chiavetta per il collegamento ad internet, varie schede telefoniche, un pc portatile e diversi fogli manoscritti recanti dati personali, partita iva e codici fiscali. Il tutto è stato sequestrato.

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Salvatore Liccardi, boss del clan Polverino condannato a 30 anni

di Luigi Marra
Salvatore Liccardi dopo l'arresto nel settembre scorso
QUARTO. Era finito in manette nel settembre dl 2011, durante la partita Napoli - Manchester City. Salvatore Liccardi 40 anni, detto pataniello, noto esponente del clan Polverino, fu catturato in una villetta di campagna a Quarto mentre seduto in poltrona stava guardando in tv l'incontro il match in compagnia di un complice che ne favoriva la latitanza. Il tribunale di Napoli lo ha condannato a 30 anni, insieme a Fabio Allegro e a Salvatore Cammarota. L'operazione scattò nel settembre del 2011, quando i carabinieri del Reparto Operativo, Nucleo Investigativo di Napoli, dopo una soffiata fecero irruzione nella villetta a Quarto, dove il latitante si nascondeva. All'uomo, che era riuscito a sfuggire ad un altro blitz dei carabinieri, nel maggio del 2011 che portò all'arresto di 39 affiliati e prestanome del clan e al sequestro epocale di beni per oltre un miliardo di euro, i carabinieri notificarono un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Dda di Napoli con le accuse di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, usura, traffico e spaccio di stupefacenti, riciclaggio e reinvestimento di beni di provenienza illecita e altro.

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domenica 12 aprile 2015

Ponticelli, ancora un morto: la faida di camorra continua

Napoli. L'uomo ucciso oggi a Ponticelli si chiamava Vincenzo Pace, di 47 anni. Aveva precedenti per estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti. Indagano gli investigatori del commissariato di Ponticelli e la Squadra Mobile della Questura.

Nella zona orientale della città è in atto, da tempo, una faida di camorra. Lo scorso 25 marzo un extracomunitario rimase ferito per errore in un agguato costato la vita a un pregiudicato, Ciro D'Ambrosio, di 42 anni. Il ragazzo bengalese fu colpito mentre si trovava alla fermata dei bus in attesa del mezzo.

Il giorno precedente c'era stata una maxi operazione delle forze dell'ordine nei quartieri Ponticelli e Barra con l'arresto, in 48 ore, di 63 persone, operazione che, secondo gli inquirenti, aveva consentito di sgominare i clan Cuccaro-Adinolfi e De Micco e d'Amico, famiglie camorristiche in guerra tra loro per il controllo delle attività illecite nella zona orientale della città. Video girati dai carabinieri ripresero raid, sparatorie in strada tra le gente terrorizzata, persino davanti ai bambini.

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venerdì 10 aprile 2015

Napoli, defibrillatori sui mezzi pubblici dell’Anm

Napoli – Anche un defibrillatore in metrò può salvare la vita. Con questo obiettivo parte il “progetto salvavita” finalizzato nei casi di emergenza, alla tutela della salute dei passeggeri che utilizzano i mezzi pubblici.

A presentare l’iniziativa, nella sala Giunta del Comune di Napoli, l’assessore alle Infrastrutture e Mobilità, Mario Calabrese, l’amministratore unico dell’Anm, Alberto Ramaglia, il presidente della Commissione Infrastrutture e Mobilità, Giovanni Formisano, e Antonio Letteri della onlus “Carmine Speranza”.

Un progetto pilota promosso dall’amministrazione comunale e curato dall’Azienda Napoletana Mobilità, assieme all’associazione intitolata ad un giovane sportivo rapito dalla “morte improvvisa”.

Uno di quei 60mila decessi annui dovuti all’assenza di defibrillatore. Una vita spezzata ogni 8 minuti. Casi dispersi tra le brevi di cronaca, con l’eccezione del trauma di Piermario Morosini, calciatore del Livorno morto tre anni fa a Pescara, sotto gli occhi delle telecamere. “In quel caso il defibrillatore c’era, ma parte del problema è anche la scarsa capacità di farne uso” sottolinea Lettieri.

Il progetto pilota prevede in una prima fase di dotare di 10 defibrillatori semiautomatici le principali stazioni della Linea 1 metropolitana: Garibaldi, Vanvitelli, Museo, Toledo, Piscinola, Chiaiano; le stazioni superiori delle Funicolari Centrale e Montesanto; il capolinea bus di Via Brin e il parcheggio del Centro Direzionale.

L’obiettivo è corredare gradualmente, l’intero sistema integrato dei trasporti Anm (gomma, ferro e parcheggi) di questo importante strumento salvavita. Affinché non capiti quanto accadde tempo fa ad un utente, della Funicolare centrale, spirato mentre era in una carrozza.

Per l’utilizzo dei defibrillatori è prevista la formazione di 250 unità scelte tra il personale addetto Anm, in parte somministrata dall’azienda, in parte a cura della Onlus “Carmine Speranza”.

Addetti di stazione, operatori Fta e di controlleria saranno impegnati ciascuno in una sessione di otto ore di corso per acquisire le competenze necessarie a praticare correttamente la rianimazione cardiopolmonare e l’utilizzo del defibrillatore in caso di arresto cardiaco.

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