giovedì 24 ottobre 2013

Giugliano, arrestato il fratello di Sandokan

GIUGLIANO. La Squadra Mobile della Questura di Caserta ha arrestato Antonio Schiavone, fratello del boss del clan dei Casalesi Francesco Schiavone, conosciuto come Sandokan. Antonio Schiavone, bloccato vicino alla sua abitazione a Giugliano, è accusato dell'omicidio di Aldo Scalzone, avvenuto nel 1991, nell'ambito della guerra di camorra. Dello stesso omicidio sono accusati anche il boss di camorra Francesco Bidognetti e il figlio Aniello, entrambi già detenuti. All'epoca, la vittima dell'omicidio Aldo Scalzone era considerato vicino al clan di camorra dei "De Falco", gruppo che si contrapponeva al cartello formato dalle famiglie Schiavone e Bidognetti. Antonio Schiavone ha precedenti per reati di camorra e - secondo la Dda di Napoli - avrebbe assunto le redini del clan dopo gli arresti dei figli del fratello "Sandokan". Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Antonio Schiavone è la persona che trasmise al killer l'ordine di morte di Aldo Scalzone impartito dal fratello Sandokan e dall'altro capoclan Francesco Bidognetti, i due boss di camorra che in quel periodo era entrambi detenuti. A ricostruire il ruolo di Antonio Schiavone è stato un pentito del clan che al delitto partecipò come esecutore materiale. La vittima era ritenuta all'epoca la mente imprenditoriale del gruppo capeggiato da De Falco. Per l'omicidio di Scalzone la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere ha già emesso il 29 ottobre 2004 una sentenza di condanna all'ergastolo nei confronti di Francesco Schiavone, del fratello Walter e di Giuseppe Diana, detto "cuoll e paper", e a 13 anni di reclusione nei confronti Franco Di Bona. (Ansa)

Camorra, omicidio durante faida: arrestato il fratello di “Sandokan”

CASERTA. Antonio Schiavone, fratello del boss del clan dei casalesi Francesco detto “Sandokan”, è stato arrestato, nella giornata di mercoledì, dagli agenti della squadra mobile di Caserta per l’omicidio di Aldo Scalzone, compiuto il 20 ottobre 1991 a Casal di Principe.
Tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare anche il boss Francesco Bidognetti, alias “Cicciotto ‘e mezzanotte”, e il suo primogenito Aniello, già detenuti. Per l’omicidio Scalzone la Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere aveva già emesso, il 29 ottobre 2004, una sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di Francesco Schiavone, del fratello Walter e di Giuseppe Diana (detto “Cuoll ‘e paper”), e a tredici anni di reclusione nei confronti Franco Di Bona.
Recenti approfondimenti investigativi – suffragati anche dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, già affiliato alla fazione Schiavone del clan dei casalesi e materiale esecutore dell’omicidio – hanno apportato un ulteriore contributo per accertare il coinvolgimento dei Bidognetti e del fratello di “Sandokan”.
Confermato che il movente dell’omicidio di Scalzone si inquadrò nel contesto della violenta faida che all’epoca, nei primi anni ‘90, contrapponeva il gruppo Schiavone-Bidognetti a quello De Falco-Quadrano-Caterino, essendo Scalzone un imprenditore strettamente legato a Vincenzo De Falco, ucciso poco tempo prima. Secondo l’accusa i mandanti furono i boss “Sandokan” e “Cicciotto”, mentre Antonio Schiavone fu tra i latori del mandato omicidiario impartito dai due capiclan. 


Nessun commento:

Posta un commento