sabato 1 febbraio 2014

Il clan Contini pagava anche un viceprefetto

Coinvolto anche Francesco Sperti nel maxiblitz che ha portato a 90 arresti e al sequestro di diversi locali a Roma e a Napoli. «Voglio una promozione, vengo pagato come un cameriere», disse in una telefonata intercettata.

Tra gli indagati nell’inchiesta che ha portato al sequestro di 23 locali della camorra a Roma c’è Francesco Sperti, 59 anni, viceprefetto che in passato ha svolto incarichi anche in comuni sciolti per infiltrazioni mafiose. Il Gip di Napoli Giuseppe Piccirillo scrive che «Sperti lavora per i Righi (i tre fratelli considerati al servizio del clan Contini, proprietari di bar e ristoranti, ndr) da più di un decennio, ricevendone un compenso» di cui però non era affatto soddisfatto.

1.500 EURO AL MESE – Secondo i magistrati, Sperti, che è un avvocato, affiancava nelle questioni legali del gruppo Righi il commercialista Simone Polito, che è stato arrestato. Il viceprefetto percepiva dai Righi un compenso di 1.500 euro al mese, oltre a pagamenti per singoli incarichi. Nonostante ciò, aveva chiesto di raddoppiare il proprio “stipendio”, irritando gli imprenditori della camorra. A favore dei Righi o di loro parenti e amici, inoltre, Sperti «interviene per esempio per il rilascio in tempi rapidi di un passaporto - scrive il Gip - o per agevolare il trasferimento di un militare».

L’INTERCETTAZIONE – Ecco cosa disse Sperti a Luigi Righi in una telefonata dell’8 novembre 2008: «L’emolumento che io prendo non corrisponde all’effettivo lavoro, però ne faccio un fatto anche di amicizia (...) però, se oggi noi prendiamo una bella torta, questa è per Francesco (lo stesso Sperti, nrd) perché è un nostro convitato e sta sempre a tavola con noi, è un nostro amico che ci sta vicino, no? (...) se io invece, al momento in cui arriva la torta poi (...) a un certo punto mi sono reso conto che prendevo lo stipendio di un cameriere. Allora ho detto “ma promuovetemi, fatemi caposala almeno, no?”».
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