sabato 1 febbraio 2014

Camorra. Lino Romano ucciso per errore. Il Gup: «Lesa l'immagine di Napoli e della Campania: un danno per il turismo»

L'omicidio di Lino Romano, il giovane assassinato per errore il 15 ottobre 2012 nel quartiere di Marianella, ha leso «l'immagine della città di Napoli e della Regione Campania, mettendo a repentaglio in modo esemplare lo sviluppo turistico e le attività produttive ad esso collegate».

Nella foto, a sinistra il killer Salvatore Baldassarre e a destra la vittima, Lino Romano

















Lo scrive il gup Francesco Cananzi nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 18 novembre, ha condannato all'ergastolo Salvatore Baldassarre, esecutore materiale dell'omicidio. Per questo motivo, il giudice ha concesso a Comune e Regione, che si erano costituiti parti civili, un risarcimento di 30.000 euro ciascuno.


La «lesione» cui fa riferimento il gup «scaturisce proprio nella circostanza che nel sentire comune, nei resoconti mediatici, il tragico errore che ha condotto alla morte di Romano è dimostrativo della situazione di insicurezza dell'area urbana e regionale, essendo messa a repentaglio anche la vita di persone che nulla hanno a che fare con la criminalità organizzata. Questo messaggio di insicurezza - scrive ancora il giudice -, trasmesso in modo globale, inficia lo sviluppo turistico nonchè la possibilità di investimenti imprenditoriali e commerciali».

In poco più di 70 pagine, Cananzi ricostruisce movente e dinamica del delitto: Baldassarre, esponente del clan degli «Scissionisti», intendeva in realtà uccidere Domenico Gargiulo, affiliato al clan rivale della «Vanella Grassi». La svolta nelle indagini fu possibile grazie alla decisione di collaborare con la giustizia dei fratelli Gaetano e Carmine Annunziata e della loro madre Anna Altamura, che avevano avuto un ruolo nella preparazione dell'omicidio. Salvatore Baldassarre è descritto come «una personalità incline senza dubbio al delitto violento», caratterizzata da «intensa pericolosità». 
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