domenica 23 febbraio 2014

Faida di Caivano. La coca e i milioni dietro gli ultimi «bruciati»

di Giuseppe Crimaldi
Una partita da vincere. Milioni da mettere al sicuro. C'è il controllo delle nuove piazze dello spaccio di cocaina dietro la lunga scia di morti ammazzati nei Comuni a nord di Napoli.

Una lunga scia di morti ammazzati. Assassinati a colpi di pistola alla nuca e poi bruciati. Dietro questa nuova ondata di violenza esplosa nell'ultima settimana nei Comuni dell'hinterland settentrionale di Napoli c'è una posta in gioco altissima: il controllo delle piazze di spaccio dell'«oro bianco». La cocaina. Se un tempo nemmeno troppo lontano dai nostri giorni la camorra ordinava esecuzioni e omicidi per lavare sgarri, onte e per riequilibrare le alleanze sul territorio, oggi a Napoli si uccide in nome della droga

Le ultime informative trasmesse alla Procura della Repubblica di Napoli da polizia e carabinieri lo indicano chiaramente. E quello che in queste ore sta succedendo - da Scampia a Giugliano, da Grumo Nevano a Caivano - non è altro che il frutto di un piano diabolico che vedrebbe, tra i protagonisti, i nuovi capi del gruppo Amato-Pagano, gli «scissionisti» della prima ora.

Una strategia precisa, pianificata a tavolino. Espandere le aree del controllo del narcotraffico in Campania. «Soldi, punti e morti», proprio come diceva uno dei protagonisti nel film «Gomorra», sono diventati gli imperativi categorici dei clan che oggi dettano legge nel Napoletano. Fare «punti» significa acquisire il controllo di aree instabili, com'è attualmente quella governata dalla famiglia Cennamo, finita prepotentemente al centro delle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli dopo i morti ammazzati e bruciati nelle macchine nelle campagne della Terra dei Fuochi. Ed ecco arrivare la macabra catena di morti. I soldi, quelli, arriveranno presto.

A Caivano, nelle anonime palazzine del Parco Verde, ancora oggi vengono assoldate le «vecchiarelle»: anziane indigenti che - per un pugno di euro - inforcano gli occhiali e imbussolano la cocaina arrivata da Scampia nelle capsule da 0,25 e 0,50 grammi che verranno poi vendute al dettaglio. I bussolotti con la polvere bianca vengono poi distrubuiti ai pusher, una rete di spaccio amplissima e capillare, che da settimane investe anche i Comuni di Crispano, Grumo, Cicciano, Sant'Antimo, Acerra, fino ai Comuni limitrofi del Casertano. E' solo di poche ore fa l'arresto degli ultimi due spacciatori da parte dei carabinieri.


Le indagini. Due filoni. Il primo è quello che parte dal ritrovamento del cadavere di un uomo ucciso e poi dato alle fiamme. Era nel bagagliaio di un'auto abbandonata a Giugliano. Legami emergerebbero proprio con la malavita organizzata di Scampia. Il secondo filone porta al clan Cennamo, ai suoi regolamenti di conti interni e alla barbarie dei corpi ammazzati e poi bruciati. E il filo rosso che finisce con il legare la prima pista investigativa alla seconda porta sempre verso quel maledetto «oro bianco»
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