giovedì 12 dicembre 2013

Caserta, toghe e clan: condanna a 15 anni per l'avvocato Casella

di Biagio Salvati
Caserta- Una condanna a quindici anni di reclusione: l'aveva chiesta l'accusa, l'ha inflitta il giudice. Destinatario l'avvocato casertano Girolamo Casella, accusato di essere il «messaggero» del boss Peppe Setola, di cui era difensore. La sentenza è stata emessa dal gup del tribunale di Napoli, Francesca Ferri, nella valutazione della colpevolezza del penalista del foro di Santa Maria Capua Vetere.

Girolamo Casella, già assessore e consigliere Pd al comune di Casagiove, era destinatario della richiesta di condanna di 15 anni di reclusione in quanto accusato di concorso esterno in associazione camorristica nell’ambito di una complessa vicenda giudiziaria.

Una sentenza di impatto, così come lo fu, lo scorso novembre, la requisitoria del pm antimafia Alessandro Milita (ha indagato sul caso anche il pm Antonello Ardituro) quando, con toni accusatori forti e decisi, non risparmiò nemmeno una certa avvocatura campana.

Il processo, con rito abbreviato, è stato caratterizzato da una camera di consiglio durata un’ora e terminata alle 13. Con Casella, erano imputati altri due esponenti del clan dei Casalesi: Massimo Alfiero (condannato a 5 anni) e Gabriele Brusciano (condannato, in continuazione con un altro reato, a 9 anni di reclusione. Erano stati destinatari, rispettivamente, di una richiesta di 10 e 8 anni.

La Procura aveva chiesto il giudizio immediato per il penalista, ma la difesa di Casella, rappresentata dagli avvocati Vittorio Giaquinto e Alessandro Barbieri, aveva optato per il rito abbreviato (non condizionato) davanti al gup.

Su Casella pendono pesanti collusioni con il superkiller dell’ala stragista dei Casalesi, Giuseppe Setola e l’infamante accusa ipotizzata dalla Procura antimafia di essere stato il messaggero del boss. Per quest’ultimo, sarebbe anche intervenuto favorendo l’addomesticamento di una perizia medica con la complicità di un medico di Pavia, Aldo Fronterrè, anch’egli arrestato e reo confesso.

Nel processo sono stati impegnati gli avvocati Giuseppe Stellato e Angelo Raucci.

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