lunedì 11 novembre 2013

Il clan Mallardo e il patto con i Licciardi, i Contini e i Casalesi per la droga e il racket

GIUGLIANO. L'indagine dei carabinieri che ha portato all'arresto e alla successiva condanna dei boss giuglianesi , supportata da una complessa attività d'intercettazione e dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, confermò l'esistenza di rapporti tra i Mallardo e i Licciardi della Masseria Cardone, rapporti che, insieme con quelli intrecciati con il clan Contini del Vasto, avevano dato vita alla cosiddetta "Alleanza di Secondigliano". I militari del Ros, infatti, scoprirono, che i Mallardo avevano consentito ai Licciardi di occuparsi dello spaccio di stupefacenti sul territorio giuglianese. Un altro aspetto su cui si concentrò l'attività dei carabinieri è il rapporto esistente tra i Mallardo e il gruppo riconducibile al boss detenuto Francesco Bidognetti di Casal di Principe. i "bidognettiani", infatti, scompaginati da numerosi arresti e dalle "defezioni collaborative", erano stati costretti a chiedere l'aiuto degli "amici" di Giugliano e di Secondigliano per assicurare la propria sopravvivenza. Da questi accordi, voluti da Francesco Diana, diventato poi collaboratore di giustizia, aveva preso vita quello che gli inquirenti definiscono un "gruppo misto". La "nuova" alleanza, non solo aveva permesso ai Bidognetti di mantenere il controllo della loro zona d'influenza, ma di farli partecipare anche alla spartizione delle estorsioni raccolte nei territori di Giugliano, Licola, Qualiano e Villaricca. Tra le ordinanze di custodia cautelare emesse nel 2012 dalla procura, figuravano i nomi di Giuliano Amicone, Michele Di Nardo, Raffaele Mallardo, Biagio Micillo e quello di Marino Sessa arrestato lo scorso mese. I carabinieri del Ros eseguirono anche un decreto di sequestro di beni di diversi milioni di euro. (fonte: romir - Il Roma - 08/11/2013)

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