giovedì 1 marzo 2012

Torre del Greco, incubo racket: bomba devasta un supermercato

di Francesca Mari
TORRE DEL GRECO - Mentre il «modello Ercolano» assume fama e importanza simbolica sempre maggiore, l’ombra del racket torna ad abbattersi sulla città corallina. Nella notte di venerdì una bomba carta è stata fatta esplodere davanti al minimarket «Hello Market. Punto Spesa Jolly» in via XX Settembre, nelle vicinanze della centralissima Piazza Luigi Palomba.

Un boato alle 3 di notte, avvertito anche nei quartieri periferici, ha svegliato gli abitanti della zona, tra cui anche i titolari dell’esercizio commerciale che sono scesi in strada a controllare. I danni sono pesantissimi. L’esplosione ha causato la totale distruzione della vetrina esterna del negozio e di una parte del muro, oltre che danni all’impianto di energia elettrica; i locali interni sono stati intaccati lievemente. Sul posto è giunta la polizia, allertata dai titolari, e in seguito la scientifica che ha individuato i residui dell’ordigno: secondo i primi rilievi si è trattato di una bomba carta.

Gli inquirenti hanno pochi dubbi sul fatto che si tratti di un avvertimento dei signori del racket. Tipiche le modalità dell’attentato, e soprattutto tristemente a rischio il periodo dell’anno in cui è avvenuto: si avvicinano infatti le festività pasquali e quanto accaduto potrebbe essere un segnale dell’avvio della corsa al pizzo. Fenomeno drammatico, più volte messo a nudo dalle indagini e dai racconti dei pentiti, con i commercianti costretti a soccombere alle minacciose pressioni dei clan a caccia di fondi «per i figli dei carcerati». Collette criminali che per i clan sono anche un sistema per esibire la capacità di controllare il territorio. E a Torre del Greco il territorio è conteso dai clan Falanga, Di Gioia-Papale e una fazione degli scissionisti. Ma naturalmente non si escludono altre ipotesi. D’altra parte il titolare, R.F., si è mostrato sorpreso dall’attentato che, secondo le sue prime stime, avrebbe apportato un danno di oltre 10mila euro. «Non abbiamo mai ricevuto richieste estorsive – ha detto – e non ci spieghiamo cosa sia accaduto anche perché siamo qui da 40 anni e non ci è mai successo nulla».

Il negozio è rimasto aperto, nonostante il raid: fin dalle 4 del mattino, dopo il sopralluogo delle forze dell’ordine, titolari e familiari hanno provveduto a ripulire e mettere in ordine i locali per poi riprendere alle 9 la regolare attività di vendita. Forse per una coincidenza, il raid è avvenuto a distanza di un anno esatto da quello che nel febbraio del 2011 danneggiò, sempre per l’esplosione di una bomba carta, il negozio di abbigliamento Original Marines in via Roma. Era stato l’ultimo episodio verificatosi in città, seguito, poi, da una serie di manifestazioni di protesta, e di numerose «passeggiate antiracket» alla presenza di Tano Grasso, presidente della Federazione Antiracket e Antiusura. Sull’onda della mobilitazione il 18 luglio del 2011 è nata in città la prima Associazione Antiracket e come presidente è stato scelto Giovanni Bottino, l’imprenditore coraggio che ha denunciato la camorra e vittima, nel marzo 2010, di un attentato che distrusse la sua rimessa di barche.

Altra coincidenza, l’attentato di ieri accoglie il ritorno in città di Tano Grasso, che presenzierà domani presso il liceo scientifico A. Nobel alla cerimonia conclusiva del progetto di Comune e scuole «Vivere la legalità», e terrà un convegno sulla lotta al racket delle estorsioni.
http://www.ilmattino.it

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