lunedì 19 marzo 2012

Festa regionale in ricordo di don Peppino Diana

CAMPANIA. «Per amore del mio popolo non tacerò». Alle 7.25 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, don Giuseppe Diana venne assassinato nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, mentre si accingeva a celebrare la Santa Messa. Un killer si presentò davanti a lui e i cinque proiettili andarono tutti a segno, due alla testa, uno in faccia, uno alla mano e uno al collo, Don Peppe morì all'istante. L'omicidio, di puro stampo camorristico fece scalpore in tutta Italia. Un messaggio di cordoglio venne pronunciato anche da Giovanni Paolo II durante l'Angelus. Il calendario scolastico varato nel 2009 dalla Regione Campania a firma dall’assessore regionale Corrado Gabriele, prevede da tre anni la ricorrenza del 19 marzo, che diventa festa regionale in ricordo di don Peppino Diana e «Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie».

La nota stonata. Se chiedi ad un bambino, perché oggi, 19 marzo, non vai a scuola, se sei fortunato ti risponderà «perchè è la festa di San Giuseppe il papà di Gesù». E così via la mia curiosità è andata avanti per tutto il fine settimana, chiedendo dai più piccoli ai più grandi, dall’asilo alla scuola superiore, su una trentina di ragazzini e genitori, finalmente uno solo, primo anno di scuola superiore del liceo, mi ha risposto «…no no non si va a scuola, non perché è la festa del papà ma si ricorda 'unoooo' …mi sembra un prete ucciso dalla camorra». A quest’ultima risposta il mio sconcerto è arrivato al culmine. Come è possibile che lì dove la cultura e la conoscenza dovrebbe essere incentivata si tace una giornata così importante. I bambini sono il nostro futuro e da loro che bisogna iniziare per modificare il marcio che viviamo ogni giorno, altrimenti nulla mai cambierà. A questo punto mi chiedo ma quanti insegnanti e genitori sanno il perché di questa festa istituita già da tre anni dalla regione Campania e perché gli alunni non sanno il 'perché restano a casa'. Chiudere la scuola in questa giornata della memoria è un segnale forte per le nuove generazioni. Questa giornata dovrebbe servire a scegliere da quale parte stare e comprendere perchè qualcuno ha perso la vita per la sua scelta, ma se si ignora il significato di questa giornata a cosa serve restare a casa?

Massacrato perché amava la sua gente. Don Peppino Diana è una vittima innocente della camorra, massacrato perché amava la sua gente e in nome di quell’amore non ha mai taciuto, denunciando le malefatte che a Casal di Principe venivano compiute. L’omicidio maturò in un momento di crisi della camorra casalese. Una fazione del clan ordinò l’omicidio di don Peppino Diana, personaggio molto esposto sul fronte antimafia, per far intervenire la repressione dello Stato contro la banda che ormai aveva vinto la guerra per il controllo del territorio. Don Peppe visse negli anni del dominio assoluto della camorra casalese, legata principalmente al boss Francesco Schiavone detto Sandokan. Gli uomini del clan controllavano non solo i traffici illeciti, ma si erano infiltrati negli enti locali e gestivano fette rilevanti di economia legale, tanto da diventare "camorra imprenditrice".

Don Giuseppe Diana nasce a Casal di Principe, nei pressi di Aversa, da una famiglia di proprietari terrieri. Nel 1968 entra in seminario ad Aversa, vi frequenta la scuola media e il liceo classico. Successivamente intraprende gli studi teologici nel seminario di Posillipo, sede della Pontificia facoltà teologica dell'Italia Meridionale. Qui si licenzia in Teologiabiblica e poi si laurea in Filosofia alla Federico II. Nel 1978 entra nell'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (Agesci) dove fa il caporeparto. Nel marzo 1982 è ordinato sacerdote. Diventa Assistente ecclesiastico del Gruppo Scout di Aversa e successivamente anche Assistente del settore Foulards Bianchi. Dal 19 settembre 1989 era parroco della parrocchia di San Nicola di Bari in Casal di Principe, suo paese nativo. Successivamente diventa anche segretario del vescovo della diocesi di Aversa, monsignor Giovanni Gazza. Insegnava anche materie letterarie presso il liceo legalmente riconosciuto del seminario Francesco Caracciolo, nonché religione cattolica presso l'istituto tecnico industriale statale Alessandro Volta e l'Istituto Professionale Alberghiero di Aversa. Don Peppino Diana ha sempre cercato di aiutare la gente nei momenti resi difficili dalla camorra. Il Liceo Scientifico di Morcone dal 21 aprile 2010 prende il suo nome.

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