mercoledì 21 maggio 2014

Minacce a Saviano e Capacchione, il pm: condannare boss e avvocati

Un anno e sei mesi di reclusione aggravati dal metodo mafioso: è la richiesta di pena formulata dal pm della Dda di Napoli Antonello Ardituro nei confronti di tre imputati accusati di intimidazioni nei confronti dello scrittore Roberto Saviano e della giornalista del Mattino Rosaria Capacchione.

Gli imputati, per i quali è stata chiesta la condanna, sono il boss del clan dei Casalesi Francesco Bidognetti e gli avvocati Michele Santonastaso e Carmine D'Aniello. Il pm ha invece proposto l'assoluzione per l'altro boss dei Casalesi Antonio Iovine.
La vicenda risale al marzo 2008 quando davanti alla Corte d'assise di appello era in corso il processo Spartacus. Santonastaso, che assieme a D'Aniello assisteva Bidognetti e Iovine (quest'ultimo all'epoca ancora latitante) lesse in aula una lettera firmata dai due boss con cui si chiedeva il trasferimento del processo in altra città per legittimo sospetto. Il testo della lettera conteneva riferimenti minacciosi nei confronti della giornalista e dello scrittore, e dei magistrati Raffaele Cantone e Federico Cafiero de Raho. L'assoluzione per Iovine è stata chiesta «non perchè non sia certo della sua colpevolezza - ha spiegato il pm - ma perchè non c'è la possibilità di dimostrarlo».

Nel corso dell'udienza di oggi davanti ai giudici della III sezione del Tribunale, collegio A, hanno testimoniato l'ex capo della squadra mobile di Napoli Vittorio Pisani e l'ex direttore del «Mattino» Virman Cusenza, citati dalla difesa. A Pisani in particolare sono state fatte domande su un' intervista rilasciata al magazine del «Corriere della Sera» ove il poliziotto affermava di non ritenere necessaria la scorta per Saviano. Pisani ha precisato che quella opinione si basava solo sugli elementi in possesso della squadra mobile di Napoli, mentre il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza che decise per l'assegnazione della scorta, disponeva anche di elementi in possesso delle altre forze di polizia. Nella requisitoria, il pm ha definito l'avvocato Santonastaso «un camorrista». La prossima udienza è fissata per il 9 giugno, mentre la sentenza è prevista per il 23.

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