sabato 19 aprile 2014

«Siamo agenti segreti», prendevano soldi e facevano truffe. Fermati e arresati dalla polizia


di Marco Di Caterino


Sant’Antimo. “Giocavano” a fare i carabinieri. Ma non quelli in divisa, bensì quelli che lavorano in borghese per i servizi segreti. E Rosario Rippa, 44 anni, e Angelo Ferrentino, 42 anni, entrambi di Melito, come giocattoli si portavano in auto una paletta in dotazione ai militari, distintivi a “placca”, una radio ricetrasmittente e quella particolare chiave che apre e chiude le manette.

Questo “gioco”, però è costato le manette per i due, arrestati dagli agenti del commissariato di Frattamaggiore, diretto dal vice questore Rachele Caputo, che invece sospettano che Rosario Ruppa e Angelo Ferrentino, spacciandosi per carabinieri e agenti dei servizi segreti, o mettevano a segno truffe, oppure intascavano soldi da persone incappate loro malgrado in fantomatici controlli.

I due accusati di false attestazioni sulla propria identità personale e possesso di segni distintivi delle forze dell’ordine contraffatti, sono stati processati per direttissima. Il giudice ha convalidato il fermo, ed ha fissato l’udienza per i primi giorni di maggio. I due improponibili agenti segreti che erano a bordo di una Fiat Punto, sono incappati l’altro pomeriggio, sul tratto di Sant’Antimo della via Appia, in un posto di controllo degli agenti del commissariato di Frattamaggiore.

Al momento del controllo, i due hanno affermato di essere “colleghi”, mostrando anche una palina posta sotto il parasole, del tutto simile a quelle in dotazione all’Arma dei Carabinieri. Alla richiesta dei documenti che comprovassero l’appartenenza alle forze dell’ordine, i due hanno risposto di non averli con loro, affermando, con tono seccato, di essere dei servizi segreti e che quel controllo avrebbe “fatto saltare la copertura”. E invece, sono scattate le manette.
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