sabato 26 aprile 2014

Agguato a Cardito, uomo ucciso in auto a colpi di pistola

Napoli. Ucciso a colpi d'arma da fuoco all'interno della sua auto. Così è stato rinvenuto, a Cardito, nel Napoletano, il cadavere di un uomo, Mattia Iavarone.

La vittima, 35 anni, era il genero di Rosa Amato, conosciuta nel mondo dello spaccio con il soprannome di "Rosetta 'a terrorista", attualmente agli arresti domiciliari. Sul caso indagano i carabinieri. Secondo una prima ricostruzione, mentre viaggiava a bordo della sua auto, una Fiat 500 L, in via San Paolo, lungo la strada che conduce al campo sportivo di Cardito, Iavarone sarebbe stato affiancato da un'altra vettura dalla quale i sicari hanno esploso una raffica di proiettili, sette dei quali sono andati a segno, uccidendo l'uomo.

Iavarone è ritenuto dagli investigatori affiliato al clan Ciccarelli che gestisce lo spaccio della droga nel famigerato Parco Verde di Caivano. L'uomo conviveva con la figlia di Rosa Amato, ritenuta dagli inquirenti colei che gestisce lo spaccio nell'area.

L'omicidio potrebbe essere messo in collegamento con il ritrovamento, avvenuto sempre venerdì sera, a Casoria, in via Fosso del Torricchio, di una Ford Fiesta completamente distrutta dalle fiamme, rubata a Caivano lo scorso 14 aprile.

Nell'abitacolo c'erano un bossolo, un'ogiva e una cartuccia inesplosa tutti calibro 9 e tutti compatibili con la mitraglietta Uzi usata per uccidere Iavarone. In auto anche una pistola Magnum 375, con la matricola abrasa, completamente carica. Forse l'arma di riserva dei killer.

L'agguato mortale è l'ultimo di una lunga scia che sta insanguinando da mesi Napoli e provincia. L'ultimo episodio risaliva alla vigilia di Pasqua quando due uomini sono stati uccisi in via Montenero, nel quartiere Secondigliano di Napoli, all’interno del circolo ricreativo ‘Zanardelli’. Una delle due vittime aveva appena vent’anni: Emanuele Di Gennaro, originario di Qualiano. L’altro Ciro Milone, 34 anni, di Cupa dell'Arco, era già noto alle forze dell'ordine.
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Ucciso con 7 colpi di pistola, svolta nelle indagini: trovata bruciata l'auto dei killer

La vettura, una Ford Fiesta, distrutta dalle fiamme era stata rubata il 14 aprile a Caivano. All'interno cartucce, bossoli e una Magnum 375, forse l'arma di riserva del commando.

NAPOLI - È ritenuto dagli investigatori affiliato al clan Ciccarelli che gestisce lo spaccio della droga nel famigerato Parco Verde di Caivano Mattia Iavarone, 36 anni, ucciso con numerosi colpi di pistola nella sua auto mentre era fermo nei pressi del campo sportivo di Cardito, sempre nel Napoletano. L'uomo conviveva con la figlia di Rosa Amato, soprannominata «Rosetta 'a terrorista», attualmente agli arresti domiciliari, ritenuta dagli inquirenti colei che gestisce lo spaccio nel Parco Verde.

Iavarone è stato raggiunto da nove colpi calibro 9 esplosi da una mitraglietta Uzi: due lo hanno raggiunto al mento, uno alla gola e sei alle spalle. A terra, vicino alla sua Fiat 500, i carabinieri hanno trovato due cartucce dello stesso calibro inesplose. Segno che forse l'arma si deve essere inceppata durante l'esecuzione.

Nell'abitacolo, invece, tre bossoli e tre ogive deformate dall'impatto contro il metallo della vettura. Secondo i militari dell'Arma di Casoria, guidati dal capitano Pierangelo Iannicca, l'omicidio di Iavarone potrebbe essere messo in collegamento con il ritrovamento, avvenuto sempre ieri sera proprio a Casoria (in via Fosso del Torricchio), di una Ford Fiesta completamente distrutta dalle fiamme, rubata a Caivano lo scorso 14 aprile.

Nell'abitacolo c'erano un bossolo, un'ogiva e una cartuccia inesplosa tutti calibro 9 e tutti compatibili con la mitraglietta Uzi usata per uccidere Iavarone. In auto anche una pistola Magnum 375, con la matricola abrasa, completamente carica. Forse l'arma di riserva dei killer. 
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