martedì 22 aprile 2014

Dediche e libri, così vive la memoria di Annalisa Durante

di Maria Pirro

Custode fedele di un passato che non potrebbe dimenticare mai, Giovanni Durante accoglie i visitatori e si muove tra gli scaffali con una semplicità primitiva.
«Voglio scrivere una pagina diversa» dice con quegli occhi blu: quando solleva lo sguardo, parla la memoria nel tratto di rassomiglianza con la figura amata e scomparsa. Durante è il papà di Annalisa, la ragazzina uccisa a 14 anni da un proiettile vagante. Dieci anni fa, l’agguato di camorra a Forcella. Oggi il genitore ferito a morte mostra enciclopedie per ragazzi assieme a singolari edizioni della Bibbia.

Tutti volumi avuti in dono nel ricordo della tragedia. «Ne sono già cinquemila» dice soddisfatto di aver creato una biblioteca contro i cattivi maestri. Perché «la cultura salva le anime e occorre anche fare in modo che il quartiere entri nei percorsi di sviluppo, proponendo una strada diversa, altrimenti qui non cambierà mai niente».

Con la sua iniziativa, i turisti partono e i libri arrivano, tracciando un itinerario fuori del comune. Quello del riscatto possibile per Forcella, attraverso uno scenario fantastico: dalle avventure di Gian Burrasca agli articoli di Giancarlo Siani. Temi diversi, riuniti insieme da pensieri e dediche, oltre 700 raccolti nella struttura in via Vicaria Vecchia.

«Ho sentito che avete bisogno di libri per i ragazzi da educare alla lettura. Io ho abitato in via Nilo da studente universitario e conosco i problemi» scrive Vincenzo G. e da Padova invia filosofia greca. Platone: dalla bellezza alla conoscenza. Una mamma, Caterina Z., manda quei volumi «che non vengono più utilizzati dai miei figli... Spero possano servirvi». Elena N., di Legnano (Verona), annota: «Invio con tutto il cuore questi libri per la biblioteca».

Rivolgendosi a Durante, precisa il motivo del gesto: «Ero in vacanza a Napoli con mio marito e lei ci ha spiegato come dalla sua personale tragedia è nata la sua bellissima iniziativa. La nostra commozione non è stata suscitata solo dalla sua storia dolorosa, ma anche dagli sforzi e dalle difficoltà che nell’affrontare la vita quotidiana». Ci sono volumi inviati persino dall’America. «USA» si legge su un plico. Altri dalla Germania. E poi, «da Firenze, da Bologna, da Livorno...».

Da Catania la rete di solidarietà è promossa con una pagina Facebook. Durante cita mezza Italia. «Il postino arriva quasi ogni giorno», e forse è l’unico indirizzo, via Vecchia Vicaria 23, tra i pochi ricorrenti nell’era digitale. L’ultima consegna, da Genova, è ancora imballata.

Servirebbe un progetto strutturato. La memoria è un patrimonio collettivo, non può pesare solo sulle spalle di un genitore che si commuove pensando alla Pasqua, «a quello che facevamo quando eravamo insieme». Dopo la tragedia, Durante non ha voluto lasciare Forcella e nemmeno ora vuole.

Oltre quello spazio bianco trasformato in biblioteca, il padre non guarda. «I ragazzi cominciano anche a capire» prova a convincersi e, con abilità del commerciante esperto (il suo lavoro di una vita) cerca di incrociare lo sguardo della gente. «Con gli stranieri mi esprimo come i sordomuti, con il linguaggio dei segni».

Sorride mentre i visitatori guardano le mostre fotografiche sulla Napoli di ieri e di oggi, chiedono una foto vicino all’altarino dedicato a Maradona, allestito da Durante proprio per attrarli.
E finisce per parlare di Annalisa. Così la memoria resta viva.
http://www.ilmattino.it

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