venerdì 18 aprile 2014

Casoria. Boss delle estorsioni arrestato dai carabinieri che si fingevano corrieri espresso

di Marco Di Caterino

Casoria. Il mese scorso era riuscito a sfuggire ad un blitz, che aveva portato in carcere i suoi quattro complici, affiliati al clan Moccia. Questa matttina, i carabinieri della compagnia di Casoria, che indossavano le " pettorine" con la scritta corriere espresso, hanno bussato alla porta dell'abitazione della convivente di Claudio Carbone, 41 anni, di Casoria, destinatario di un'ordine di cattura della Dda, per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

La donna, senza avere alcun sospetto ha aperto ai " corrieri", che dopo essersi immediatamente qualificati, hanno bloccato il latitante che non ha avuto nemmeno il tempo di accennare a una reazione.

Elemento pericoloso, oltre ad essere il capo riconosciuto della banda di estorsori, svolgeva anche il ruolo di picchiatore, per convicere le vittime a pagare il pizzo. Lo scorsio 12 marzo, al termine di indagini dei carabinieri della compagnia di Casoria, diretta dal capitano Pierangelo Iannicca, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli dispose il fermo per i suoi quattro complici: Salvatore Barbato, 47 anni, Mauro Bencivenga, 44 anni, Raffaele Benciveng, 48 anni, e Carlo Verde, 31 anni, impreditore, che passava ai complici le informazioni sui cantieri aperti. Gli arrestati, secondo gli inqirenti sono affiliati al clan Moccia, Carlo Verde.

Le indagini dei carabinieri avevano documentato l’attività estorsiva posta in essere dal gruppo criminale con modalità mafiose ai danni di noleggiatori di videopoker costretti a pagare somme mensili variabili in base agli apparati installati, di un imprenditore edile obbligato a pagare per l’esecuzione di lavori di riqualificazione nonché almeno quattro esercenti commerciali ai quali veniva imposto il versamento di importi fino a mille euro al mese. In fase di convalida, il fermo emesso dalla Dda e’ stato trasformato in ordinanza di custodia cautealerte per tutti, tranne che per Carlo Verde e Raffaele Bencivenga, adesso indagati in stato di libertà.

http://www.ilmattino.it

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