giovedì 7 marzo 2013

Giugliano. Nuovo colpo al clan Mallardo: 9 arresti


GIUGLIANO. Attività criminali a 360 gradi. Il quadro diventa sempre più nitido. I dettagli dell'operazione messa a segno all'alba di ieri dai carabinieri del Noe di Roma, lasciano trasparire i legami sempre più netti tra la mala giuglianese e la politica locale. Nel silenzio più assordante della classe dirigente locale che, a pochi giorni dalle elezioni politiche finge di ignorare la gravità di quanto stia veramente accadendo. Tutto ciò la dice lunga sull'intera vicenda. Intanto vengono resi noti anche i nomi degli arrestati (in tutto 9) e quelli degli indagati. A finire in carcere sono: Domenico Pirozzi classe 1958 di Giugliano, Domenico Micillo classe 1972 di Giugliano, Renato Cacciapuoti classe 1977 di Mugnano, Nicola Felaco classe 1975 di Giugliano, Giuliano Gracco classe 1970 di Giugliano, Domenico Cimmino classe 1973 di Giugliano, Giovanni D’Alterio classe 1975 di Giugliano, Raffaele Smarrazzo classe 1972 di Villaricca e Domenico Basile classe 1965 di Giugliano. Altre 21 persone invece risultano indagate a piede libero. Si tratta per lo più di imprenditori e professionisti sparsi sul territorio di Napoli nord: Sorvillo Giuseppe, Abbate Domenico, Piscopo Giuseppe, De Matola Ciro, Ferrara Massimiliano, Ferrara Giuseppe, Palma Pasquale, Aiello Pasquale, Cicchetti Tristano, Marino Giuseppe, Frecciarulo Giancarlo, Nardi Gioacchino, Di Donato Nella, Di Spirito Aureliana, Casone Francesco, Carbone Gennaro, Scognamiglio Gennaro, Varriale Paolo, Pianese Emilia, Ascione Pasquale e infine Antignano Stefano.

Coinvolti anche due carabinieri. Due carabinieri sono coinvolti nell’inchiesta che ha portato all’emissione di nove misure cautelari per rapine effettuate nel napoletano con la tecnica del buco eseguite da rapinatori legati anche al clan Mallardo. Per loro l’accusa è di corruzione, per aver accettato regali in cambio della mancata multa e il mancato sequestro del mezzo al figlio del capo banda, Domenico Pirozzi, noto col soprannome di Mimi ‘o pesante’, persona del clan, fermato mentre guidava senza patente in varie occasioni. I due militari, tuttavia, erano già stati trasferiti dalla Compagnia di Giugliano in altre località dopo la scoperta di quanto accaduto. 

Le attività. Rapine in serie alle banche, sfruttamento della prostituzione, speculazioni edilizie e contatti assidui con politici e amministratori locali: un’operazione dei carabinieri del Noe ha consentito ieri di smascherare le attività del clan camorristico dei Mallardo, attivo nella zona di Giugliano. Nove le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Anita Polito, che ha dedicato un capitolo ai rapporti del clan con l’attività politica locale. Sequestrata la sede di un’agenzia immobiliare, quartier generale del gruppo dove venivano pianificati i colpi da mettere a segno e venivano prese le decisioni strategiche. L’inchiesta ruota intorno alla figura di Domenico Pirozzi, esponente di primo piano della cosca, il quale in un’intercettazione del 9 giugno 2009, due giorni dopo le elezioni provinciali di Napoli, parlando al telefono col nipote, “lascia sottendere che il clan si sia adoperato affinch‚ un preciso politico potesse essere favorito nella propria corsa elettorale attraverso il controllo e l’indirizzo dei voti”. “E’ ovvio - scrive il gip - che l’inserimento di un politico vicino all’organizzazione criminale negli enti istituzionali garantirebbe un sicuro accesso alle attività di infiltrazione del sodalizio”. In un’altra intercettazione, Pirozzi parla con due uomini di assunzioni imposte ad amministratori locali in cambio di voti e fa capire di poter pilotare le decisioni di vari Comuni del Casertano e del Napoletano: “Oltre al fatto che soggetti con ruoli nella gestione dell’amministrazione debbono fare il resoconto delle attività ad un esponente criminale, si nota come la distribuzione dei posti di lavoro sia ricollegata alla raccolta dei voti, per cui si tiene conto delle famiglie più numerose in quanto hanno dato più voti”. Nell’ambito dell’inchiesta sarebbero indagati anche due appuntati dei carabinieri, accusati di avere accettato regali da Domenico Pirozzi in cambio del trattamento “benevolo” riservato al figlio, sorpreso più volte a guidare senza patente. Voto di scambio, rapine, estorsioni e anche spaccio di droga. Tutto deciso in una agenzia immobiliare, quartier generale dei camorristi del clan Mallardo, a Giugliano, nel Napoletano. E’ “una piovra dai mille tentacoli” quella emersa dalle indagini dei carabinieri del Noe di Roma, coordinati dal colonnello Sergio De Caprio, il ‘capitano Ultimo’. Sono nove le persone arrestate, mentre due carabinieri del Nucleo radiomobile di Giugliano sono indagati per corruzione. Il capo del gruppo è ritenuto Domenico Pirozzi, detto ‘Mimi’ ’o pesante’. Lo dimostrerebbero le intercettazioni tra i vari complici e o confermerebbero anche diversi pentiti che hanno descritto agli investigatori il ruolo di Pirozzi. Secondo l’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Napoli, Anita Polito, richiesta dai pm Giovanni Conzo e Maria Cristina Ribera della Dda partenopea, era Pirozzi il punto di riferimento per pianificare gli assalti in banca e alle poste, progettare lo scavo dei tunnel sotterranei per l’irruzione nei caveau, gestire i conti della cellula criminale col cassiere-contabile che li custodiva nella cassaforte di casa sua.
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