sabato 9 marzo 2013

Camorra a Napoli | Di Lauro, il superlatitante guida il clan vestito da donna

di Marco Di Caterino

Napoli - «Con un pò di trucco e con la mimica, puoi diventare un altro…», cantava Lucio Dalla nella struggente Caruso. E per sfuggire all’arresto, Marco Di Lauro, il ricercato numero uno della faida di Scampia, latitante da circa otto anni, con il trucco e mimica, è diventato «un’altra». 

Perché si muove e comanda a Scampia, travestito da donna. E si sposta solo nelle ore della mezza mattinata, mai di pomeriggio e nemmeno la sera. In compagnia di ragazze ( vere), a bordo di auto di piccola cilindrata, magari vecchiotte, senza mai guidare. E chissà quante volte ha superato in questo modo, i controlli delle forze dell’ordine, che pure sono così asfissianti nel quartiere delle Vele, dove è diventato pressoché impossibile, spacciare anche un grammo di marijuana per la massiccia presenza di polizia e carabinieri. 

Questa notizia, gira da tempo in tutto il quartiere. Una Scampia « pacificata». E non solo per i presidi permanenti delle forze dell’ordine, ma anche, e forse soprattutto, per la presenza sul territorio di Marco Di Lauro. Questo quarto figlio di Paolo, meglio noto come «Ciruzzo ‘o milionario», nell’immaginario collettivo di Scampia, è uno che ha mostrato di avere gli attributi. Con pazienza e ferocia, ma anche con una inaspettata ( per la giovane età) abilità «diplomatica», nella condizione scomoda di latitante, giorno per giorno, in questi otto anni, è riuscito a rimettere insieme i cocci del clan che era allo sbando.
Ed ha fatto anche di più. Grazie agli accordi con i cosiddetti «girati», chiudendo un occhio e anche di più, sul loro primo voltafaccia, di fatto si è ripreso i tre quarti di tutto «‘o sistema» di Scampia. Lasciando briciole e terrore ai veri rivali: il gruppo Amato–Pagano e il cartello Abete-Abbinante-Notturno. Per questo a Scampia, la situazione è quella di una zona pacificata. Tutto il sistema funziona se si sa bene chi comanda, soprattutto se lo fa di persona e sul posto. 
Gli inquirenti, hanno sempre sostenuto, che le latitanze lunghe dei capo clan, possono essere tali se il boss non si allontana dal suo territorio. 

La vecchia guardia utilizzava il sistema dei casalesi : bunker sotterranei nascosti da doppi fondi. Qui, invece, è venuta fuori un’altra strategia, quella del travestimento completo. Una trovata geniale, che fino ad oggi ha dato ragione a Marco Di Lauro. Qualcosa del genere era pure giunta a chi da otto anni, gli da una caccia spietata. Voci e mezze ammissioni. Una pista indicava che, dopo l’arresto di Antonio Mennetta ( Scafati, il quattro gennaio scorso) l’ultimo a piede libero del « pokerissimo» dei capi della faida di Scampia, girava con una parrucca da donna. Troppo poco. 

Come, potrebbe essere anche una strategia, ancora da delineare, quella della voce messa in giro a Scampia e anche oltre, che l’attuale reggente del clan Di Lauro, vive e si muove all’ombra delle Vele, con l’aspetto di una bella ragazza. Marco Di Lauro, è latitante dal 2004, ricercato per associazione di tipo mafioso e una sfilza di reati collegati. Dal 2006, è ricercato anche in campo internazionale come latitante tra i più pericolosi d'Italia.

L’ultima grana giudiziaria, tre anni fa. Un collaboratore di giustizia lo ha indicato quale mandante di 4 omicidi. Sul suo capo pende anche una condanna all’ergastolo (Terza Corte di Assise di Appello del Tribunale di Napoli) insieme a Mario Buono (arrestato nel 2007) l'omicidio del giovane innocente Attilio Romanò, ucciso per errore nel gennaio 2005 nell'ambito della prima faida di Scampia.

http://www.ilmattino.it

1 commento:

  1. E così facendo, il Superlatitante Marco Di Lauro, ergastolano, si fà gioco delle Strutture operative e territoriali delle Forze dell'Ordine.
    Di fronte a tutto quel dispiegamento d'esercito predisposto all'occorrenza per l'implosione della nuova faida di Scampia, nessuno lo ha mai intercettato durante un normale posto di controllo.
    Fors'anche, che le accompagnatrici non più avvenenti vista l'età,garantiscono al cospetto dei Servitori dello Stato, quel senso di palpabile indifferenza ed ingenuità, in una zona ad altissima densità camorristica, mai pensando al sotterfugio a cui il ricercato è giunto.
    Purtroppo, si riconosce una mancanza di professionalità e di una certa dose di caparbietà,da parte degli esponenti delle Forze dell'Ordine, che dovrebbe incentivare un interesse comune al rintraccio, in zona, del super - ricercato. Soprattutto, dopo i cospicui fermi di polizia.
    Grazie!...

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