sabato 12 novembre 2011

Usura, prestiti con tassi fino al 1800%. Alunna minacciava maestra per conto del padre strozzino: papà ti vuole bene

NAPOLI - Dalle indagini sulla banda di usurai sgominata questa mattina dalla Guardia di Finanza è emerso che uno dei destinatari della misura cautelare, L. L., di 37 anni, aveva indotto la figlia, alunna di una scuola elementare, a minacciare la maestra, pesantemente indebitata. Queste le parole che la piccola (ovviamente non imputabile) ha rivolto all'insegnante, costringendola a ritrattare le deposizioni rese alla polizia giudiziaria: «Maestra, a proposito, ti voglio dire che papino ti vuole bene, ti saluta e mi ha detto che ti devo dire che nella cella con lui c'è anche Roberto la carogna»; «Maestra, stai proprio inguaiata, papà ti manda tanti saluti, statevi attenta».

La donna, oltre a lavorare in una scuola elementare, gestisce una galleria d'arte assieme al marito e alla figlia; proprio questa attività l'aveva fatta trovare in ristrettezze economiche dopo aver subito una truffa, inducendola a rivolgersi alla banda di usurai per avere denaro in prestito. Il suo contatto iniziale è stato un altro degli arrestati, Francesco Carotenuto, padre di un'ex allieva della maestra.

La Guardia di Finanza di Napoli ha smantellato un'organizzazione di usurai che, in varie regioni d'Italia, applicava tassi fino al 1800 per cento. I proventi delle estorsioni venivano investiti in società fiduciarie. Le Fiamme Gialle hanno arrestato
13 persone e sequestrato beni per 9 milioni di euro. Nell'operazione, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, sono stati impiegati oltre cento finanzieri.

La Procura di Torre Annunziata sottolinea che questo procedimento sia, tra l’altro, la dimostrazione di quanto sia necessario l’impiego dello strumento investigativo delle intercettazioni telefoniche. Ciò non solo in considerazione del fatto che è un mezzo d’investigazione efficace ma anche perché la spesa affrontata per l’effettuazione delle intercettazioni è stata di gran lunga inferiore rispetto al valore dei beni sottoposti a sequestro. Difatti, le intercettazioni telefoniche sono costate allo Stato la somma di euro 7.242,60 mentre il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità degli indagati è stato stimato come ammontante ad euro 9.122.947,43.

La banda di usurai operava sull'intero territorio nazionale e, in particolare, in Campania, Lazio, Umbria, Lombardia, Friuli e Calabria. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni (immobili, autovetture, polizze vita, conti correnti bancari) per un valore di circa 9 milioni di euro.

Tra gli indagati risulta coinvolto anche un dirigente bancario, responsabile di prestiti con tassi di interesse compresi dal 300% al 1000% annuo.

Le indagini hanno avuto inizio nel 2009 in forza delle evidenze emerse nell’ambito di un altro procedimento penale nel quale le vittime del reato - un intero nucleo familiare di imprenditori di Torre Annunziata - risultavano sottoposti a debiti di matrice usuraria da parte di Osvaldo Ferrucci. In quest’ultimo procedimento Ferrucci è stato condannato nel 2008 dal Tribunale di Torre Annunziata a 7 anni e 6 mesi di reclusione, pena poi ridotta in sede di Appello, ed è stata disposta la confisca di beni per circa 2 milioni di euro tra i quali due centri di raccolta scommesse.

Da quelle indagini sono stati sviluppati ulteriori accertamenti - eseguiti anche mediante intercettazioni telefoniche e tradizionali tecniche investigative quali accertamenti bancari e documentali - che hanno permesso di appurare come gli indagati sopra menzionati fossero dediti a traffici usurari facendo frequentemente ricorso a minacce estorsive nei confronti delle loro vittime per la restituzione dei prestiti.

Sul piano dei sequestri patrimoniali, le articolate e complesse indagini della Guardia di Finanza del Gruppo di Torre Annunziata hanno permesso di accertare beni intestati agli indagati o a loro familiari nettamente sproporzionati rispetto ai redditi leciti da questi dichiarati.

Il caso più eclatante ha riguardato l’intera famiglia degli arrestati Francesco Carotenuto e Teresa Manzillo che avevano intestato alle 4 figlie (Anna Carotenuto, Maria, Filomena e Carmela, tutte di Torre Annunziata) gli ingenti profitti dell’usura, risultando così, nel complesso, intestatari di un patrimonio sottoposto a sequestro dalle Fiamme Gialle stimato in oltre 4 milioni di euro tra immobili, polizze assicurative sulla vita, conti bancari, rapporti postali e investimenti in titoli finanziari.

Sono stati quindi rilevati fruttuosi reimpieghi dei proventi dell’usura in capo alle figlie degli arrestati Carotenuto/Manzillo, consistiti in investimenti per oltre 500 mila euro anche attraverso società fiduciarie, al fine di “schermare” i reali investitori dei fondi, impiegati nell’acquisto di titoli obbligazionari nazionali/esteri e nella sottoscrizione di polizze sulla vita. Alla maturazione dei profitti, quindi, dopo aver dato formale provenienza lecita degli stessi fondi affidati in gestione a società fiduciarie, gli investimenti sono tornati nella disponibilità delle figlie degli arrestati e sequestrati oggi su conti bancari e polizze sulla vita.

Nel complesso, gli imprenditori avevano la maggior parte dei loro debiti con i coniugi Francesco Carotenuto e Teresa Manzillo, circa 500.000 euro, con un tasso di interesse annuale più elevato pari a 521,43%. Si riportano di seguito l’ammontare complessivo dei prestiti per ciascun indagato e l’interesse più alto praticato: per oltre 100.000 euro con Osvaldo Ferrucci (120%), 40.000 euro con Vittorio Agnello (48%), 25.000 euro con Francesca Cirillo e Giuseppe Grassi (1.825%), per 120.000 euro con Luigi Icarne e Nunzia Ambruoso (180%), 21.000 euro con Luisa Flauto (120%), 140.000 euro con Michela Flauto (60%), circa 160.000 con Gennaro Siano (30%), 25.000 euro con Camillo Cirillo (1.010,77%).

Questi gli indagati:

►1. Francesco Carotenuto, alias Franchino e/o Pacchiotto, 66 anni di Torre Annunziata;
►2. Teresa Manzillo, alias ‘a cazettara, 65 anni di Torre Annunziata, moglie di Carotenuto Francesco,
entrambi sottoposti agli arresti in carcere;
►3. Osvaldo Ferrucci, 66 anni di Torre Annunziata;
►4. Vittorio Agnello, alias Vittorio ‘o nano, 56 anni di Torre Annunziata, responsabile anche di minacce;
►5. Ludovico L., 37 anni di Torre Annunziata, attualmente detenuto, indagato solo per minacce;
►6. Francesca Cirillo, alias ‘a pazza di Bosco, 53 anni di Boscotrecase, indagata anche per estorsione;
►7. Luisa Flauto, alias Luisina ‘a suricilla, 77 anni di Torre Annunziata;
►8. Michela Flauto, alias ‘a cummàra, 75 anni di Torre Annunziata;
►9. Luigi Icarne, alias Gigino ‘o pazzo, 47 anni di Torre Annunziata, indagato anche per estorsione;
►10. Gennaro Siano, 73 anni di San Gennaro Vesuviano, tutti destinatari degli arresti domiciliari;
►11. Giuseppe Grassi, 52 anni di Boscotrecase, marito di Francesca Cirillo;
►12. Cirillo Camillo, 56 anni di Torre Annunziata,
destinatari del provvedimento del divieto di dimora nei Comuni di Torre Annunziata e Torre del Greco;
►13. Nunzia Ambruoso, 44 anni di Boscotrecase, moglie di Luigi Icarne, destinataria del provvedimento di obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria;
►14. Carlo Caglione, 53 anni di Torre Annunziata;
►15. Lucia Palumbo, 40 anni di Torre Annunziata, moglie di Agnello Vittorio, indagata, unitamente a Carlo Caglione, per concorso in usura con l’arrestato Vittorio Agnello.

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