domenica 16 ottobre 2011

Roberto Saviano vince il premio coraggio PEN/Pinter

Dato che vive sotto la minaccia di morte, Roberto Saviano non ha potuto ritirare il premio letterario vinto lunedi scorso, ma il giornalista e scrittore italiano ha inviato un messaggio per ringraziare i lettori di Gomorra che lo hanno sostenuto nella denuncia della criminalità organizzata napoletana.
Saviano, il cui scottante reportage ha venduto quattro milioni di copie nel mondo, ma che è costretto a vivere sotto scorta 24 ore al giorno, è stato proclamato vincitore del premio internazionale PEN/Pinter, dedicato agli scrittori di coraggio da parte del drammaturgo David Hare. Lo stesso Hare ha vinto il premio PEN/Pinter lo scorso agosto e ha lavorato insieme alla commissione PEN – Scrittori in Prigione per scegliere un autore perseguitato con cui condividere il riconoscimento.
Nell’annunciare Saviano come sua scelta, Hare ha dichiarato di sperare che il premio, “possa, seppur in minima parte, rendergli la vita più semplice”. “Roberto Saviano ha raccontato della camorra in Gomorra prima e nel film omonimo, poi. Ha realizzato il tutto a suo grande rischio” ha aggiunto Hare. “Saviano ha dichiarato che quando l’informazione si unisce all’immaginazione a quel punto ‘la letteratura parla al lettore e ne invade gli spazi’. Non potrei essere più d’accordo.”
Attualmente sotto scorta dopo aver ricevuto numerose minacce di morte, Saviano, 32enne, ha inviato un messaggio alla cerimonia di premiazione, non potendo ritirare il premio di persona. “La mia gratitudine va a tutti coloro che hanno reso possibile che le mie parole diventassero pericolose per alcuni poteri che invece richiedono silenzio e ombra, e a coloro che le hanno assimilate, testimoniando che appartengono a tutti. Questo premio va ai miei lettori. Devo a loro se stasera state leggendo queste mie parole, se ho portato quello che mi sta a cuore fuori dalle pagine e dentro i media e se l’ho fatto senza troppe esitazioni. Perchè quando senti che tanti hanno il bisogno di vedere, di sapere e di cambiare e non solo di essere intrattenuti o consolati, allora vale la pena continuare a scrivere.”
Il premio è stato consegnato a suo nome alla giornalista e documentarista Annalisa Piras, che alle pagine del Guardian ha dichiarato: “Il fatto stesso che le sue parole vengano lette è incredibilmente importante, perchè se il suo lavoro dovesse finire nell’ombra allora probabilmente lo ucciderebbero. Non lo uccideranno finchè resterà sotto i riflettori, per cui tutti noi dovremmo sentire la responsabilità di continuare a leggere le sue parole, altrimenti rischierebbe di morire.”
“Sono molto onorata di ritirare il premio per Roberto, perchè in questo momento è particolarmente importante per gli italiani perchè racconta la verità. Tantissimi italiani ritengono che lui sia tra i più coraggiosi del paese ed è davvero triste sapere che uno scrittore che racconta la verità diventi un condannato a morte”.
“Dalla pubblicazione di Gomorra nel 2006” ha proseguito “Saviano ha vissuto in una prigione (…) a Napoli lo definiscono ‘cappotto di legno’ che significa vivere con una bara. Non è qualcosa che puoi cancellare. Ci sono condanne a morte messe in atto 40 anni dopo l’evento scatenante.”
Christopher Maclehose, che lo scorso maggio ha pubblicato ‘La bellezza e l’inferno’ una raccolta di articoli, storie e notizie firmate da Saviano e tradotta in inglese (Beauty and the Inferno), ha raccontato che “tutti vennero perquisiti da capo a piedi dalla polizia” quando l’anno scorso lo scrittore partecipò alla fiera del libro di Torino. “Parteciparono all’evento dalle 600 alle 700 persone e quando lui apparve tutto il pubblico si alzò in piedi ad acclamarlo, fu davvero commovente, perchè c’era una giovane Italia a celebrare questo magnifico italiano” ha commentato. “La mia speranza è che in futuro Saviano abbia la possibilità di ricoprire un ruolo politico, perchè è un uomo di immenso coraggio: sa che il proprio paese deve cambiare ed è pronto ad essere colui che lotta per riuscirci. E non è solo l’Italia ad avere bisogno di persone preparate a farlo”.
Lo scorso anno, lo scrittore Hanif Kureishi vinse il premio PEN/Pinter, condividendolo con la giornalista e attivista per i diritti umani Lydia Cacho, messicana. Antonia Fraser, vedova di Pinter, ha dichiarato che il marito sarebbe stato orgoglioso di avere il suo nome accanto a quello di Hare e Saviano, aggiungendo di aver comprato una copia di Gomorra subito dopo aver ascoltato la Piras parlare “dell’importanza di tenere vive le parole di Saviano”.

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