domenica 30 ottobre 2011

Don Guanella proclamato Santo. Festa a San Pietro e a Miano

di Rosanna Borzillo

NAPOLI - Stamattina, alle 4.30, in cinquecento si sono mossi da Miano (Napoli) per raggiungere piazza San Pietro: qui, alle 10, don Luigi Guanella, il «Garibaldi della carità» è stato proclamato santo da Benedetto XVI.
Accostato simbolicamente all’Eroe dei due mondi per il coraggio con cui ha affrontato ogni genere di impresa, don Luigi è nato il 19 dicembre 1842 in provincia di Sondrio.

In Vaticano troverà a fargli festa oltre 12mila pellegrini provenienti da ogni continente e i tanti religiosi delle due congregazioni da lui fondate: i Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza.

Accanto a loro il ragazzo per il quale don Luigi viene canonizzato: il giovane William Glisson, miracolosamente guarito nel marzo 2002 a Springfield, Philadelphia, dopo aveva riportato un trauma cranico, cadendo in skateboard.

Per «l’apostolo dei sofferenti», così come viene definito, Miano esulta. Qui, dal 1963 c’è la Casa dell’Opera Don Guanella che è punto di riferimento per bambini e famiglie. Qui, da cinquant’anni si lavora nel nome di don Luigi, nel rione a lui intitolato, a ridosso di Scampia.

«È un giorno di festa - commenta don Enzo Bugea Nobile, superiore e direttore dell’Opera Don Guanella - ci siamo messi in cammino con la speranza nel cuore». Con don Enzo i tanti ragazzi che frequentano il Centro diurno di Miano e la parrocchia di S. Maria della Provvidenza, i membri delle associazioni e i volontari di «Obiettivo Uomo»: una rete di persone, uomini e volontari che lavorano con e a fianco dei ragazzi per sperimentare «e vivere ogni giorno gli insegnamenti di don Guanella: “educare è essenzialmente cosa di cuore”, “tutti sono educabili, basta circondarli d’affetto, valorizzare i doni di natura, incoraggiare sempre senza avvilire, accompagnare nella crescita”», ricorda don Enzo.

La canonizzazione di don Luigi - aggiunge il superiore - «deve essere un’ulteriore spinta al rinnovamento della nostra città, del nostro quartiere, deve spingerci ad una maggiore attenzione ai più poveri perché ognuno impari a prendersi cura degli altri come una mamma prende sul cuore il proprio bambino».

«Oggi a Roma vivremo un momento di condivisione e comunione - dice don Enzo - con tutti i fratelli della famiglia guanelliana - e pregheremo perché San Luigi Guanella ci aiuti a continuare ad essere uno strumento nelle mani di Dio per realizzare quel bene, perché tutte le persone che incontriamo abbiano davvero un sentimento di gratitudine e un sorriso nei confronti della vita».

Don Guanella sentì molto il legame con la Campania, dove si recò per cinque volte. La prima, nel novembre del 1893, quando da Roma affrettò i suoi passi per venerare la Madonna del Rosario di Pompei di cui era molto devoto. Da Napoli, nel settembre del 1902, salpò per un pellegrinaggio in Terra Santa. A Napoli fu concluso il viaggio dal paese di Gesù e don Guanella non si lasciò sfuggire l’occasione per una seconda visita a Pompei: era il 20 ottobre 1902.

Il 22 febbraio 1913, sbarcava nuovamente a Napoli dopo il un faticoso viaggio in America. Appena due mesi dopo, don Guanella era di nuovo nella città partenopea per accompagnare le sue suore in partenza per le Americhe dove cominciava la sua opera. Anche in questa occasione il suo sguardo era fisso sull’effige della Madonna del Rosario di Pompei dove si recò nuovamente a far visita al suo amico Bartolo Longo.

Oggi la «truppa» di don Guanella è davvero nutrita. Il ramo maschile è presente con circa 450 religiosi in 19 nazioni, di 4 continenti ed è attiva nelle aree dell’educazione, riabilitazione, sanità e assistenza, promozione culturale delle persone senza istruzione di base. Il ramo femminile è presente con 900 religiose in 14 nazioni di 3 continenti.
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