domenica 16 ottobre 2011

Rifiuti tossici

Casalesi: discarica illegale sotto un parcheggio
CASTELVOLTURNO. Ritrovata una discarica abusiva seppellita al di sotto di un parcheggio secondario del complesso Hyppokampos di Castelvolturno. I vigili del fuoco insieme ai tecnici dell'Arpac hanno effettuato le indagini e dopo aver scavato hanno ritrovato materiale organico. Ora si attende l'esito delle analisi per scoprire che tipo di materiale è stato nascosto tra il 1993 e il 1994 dai casalesi. E' stato il pentito Emilio Di Caterino, che 17 anni fa aveva allestito la discarica, a condurre sul posto gli agenti della squadra mobile, consentendo di individuare finalmente il sito di cui molti parlavano (collaboratori di giustizia inclusi) ma che era sempre rimasto misterioso. Al pm Catello Maresca e al vicequestore Alessandro Tocco il pentito ha fatto un racconto agghiacciante, che corrisponde in tutto e per tutto alle scene del film ''Gomorra''. I Tir carichi di rifiuti pericolosi (in particolare scarti della lavorazione dell'alluminio e dell'ammoniaca) arrivavano a Castelvolturno dalle regioni del nord e di notte scaricavano nell'enorme invaso proprio a ridosso della pineta. Quando l'alveo fu colmo, venne chiuso con un tappo di cemento spesso una decina di centimetri, su cui infine venne sparso del terreno. E sotto terra, con conseguenze che nessuno può al momento valutare per le falde acquifere, i veleni sono rimasti 17 anni. Per molte ore, nel corso del pomeriggio, i tecnici dell'Arpac, l'Agenzia regionale per l'ambiente, hanno compiuto prelievi a campione sulle sostanze riemerse dal terreno e ormai così indurite che le ruspe hanno fatto fatica a spostarle. Occorreranno settimane prima che si sappia con certezza di che cosa si tratta; nel frattempo l'area è stata sequestrata. Gli stessi addetti ai lavori, tecnici Arpac e vigili del fuoco, nonostante fossero dotati di mascherine e tute speciali non hanno nascosto la preoccupazione per la vicinanza ai rifiuti portati dalla camorra. L'inchiesta della Dda dovrà ora chiarire quali industriali del nord pagavano il clan dei casalesi per smaltire i veleni in questo modo e soprattutto se nel Casertano ci sono altre discariche degli orrori. La bonifica dell'area dovrebbe spettare all'attuale proprietario dell'Ippocampos, che però è del tutto estraneo al traffico dei rifiuti: acquistò il terreno nel 2003 a un'asta fallimentare. Secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica che ha intervistato Sergio Pagnozzi, amministratore unico della società che gestisce il resort Hyppokampos di Castel Volturno, nel cui parcheggio sono stati rinvenuti rifiuti tossici interrati dalla camorra nei primi anni 90: «Sono state scavate quattro buche di circa un metro e mezzo di profondità. In tre di queste sono state ritrovati rifiuti tossici in sacchi di iuta». Il luogo della scoperta è stato posto sotto sequestro.        
Rifiuti tossici a Castelvolturno ritrovati dopo 17 anni
CASTELVOLTURNO. Ricordo la prima Commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico di rifiuti tossici provenienti dal nord verso il sud Italia ed in particolare verso un territorio, il nostro, quello del basso casertano e del napoletano che poteva essere paragonato senza esagerazione ad un paradiso. Oggi si scopre un nuovo ma vecchio sito a Castelvolturno pieno di rifiuti pericolosi (poi della pericolosità e della natura dei rifiuti attenderemo le analisi più approfondite). Il frutto di quella che fu definita “rifiuti connection” un intreccio maledetto tra la criminalità organizzata, le organizzazioni massoniche, l’imprenditoria del nord Italia e come cerniera e collante alcuni pezzi della politica dell’epoca. Ricordo “Pluto”, il nome che si era dato al sommergibile che avrebbe dovuto scoprire i fusti tossici ed i veleni nei laghetti di Castelvolturno. Ma fu un flop. Nulla di fatto all’epoca (1997). Così come andarono a vuoto le ricerche dei rifiuti tossici al di sotto della superstrada denominata “Nola – Villa Literno”.Serviva qualcuno che conosceva bene i luoghi di sversamento, altrimenti sarebbe stato come cercare un ago in un pagliaio. E così è stato e così sarà ! Solo chi ha partecipato direttamente alle operazioni di massacro ambientale di quegli anni poteva sapere. Ma ora chi farà la bonifica dei luoghi e soprattutto quando ??? Questo interrogativo ho iniziato a porlo già a partire dal 1994/1995, cioè da quando si iniziò a svelare all’opinione pubblica che il territorio che prima avevo definito paradiso nel frattempo era diventato un inferno. E i diavoli non sono solo i soliti noti, criminali del sud, ma sono soprattutto quei nomi, di industriali del nord Italia, che inchieste come “Cassiopea”, della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (CE), avevano messo in evidenza e che nel frattempo sono stati “graziati” da una prescrizione per decorrenza termini…
Comunicatop stampaa Alessandro Gatto
Presidente WWF Campania

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