venerdì 17 giugno 2016

Microspia in casa dei fratelli 'Giuliano', ecco com'è stata scoperta la faida con i Mazzarella

NAPOLI. «A Forcella c’è la paranza dei bambini». Così una donna parlava con un’amica al telefono e raccontava quello che stava accadendo tra i vicoli del centro storico di Napoli. Da una parte il gruppo Amirante- Brunetti-Giuliano-Sibillo, dall’altra i Mazzarella-Del Prete, due gruppi di pregiudicati tra i 16 e i 24 anni che si contendevano le piazze di droga e il giro milionario delle estorsioni ai mercatini rionali. Dal 1 marzo del 2013 scoppiò la guerra di camorra costellata da numerosi agguati e pericolosissimi conflitti a fuoco tra i vicoli, scorribande di giovani armati «che volevano manifestare, anche nei confronti degli abitanti del quartiere, il potere di controllo del territorio», scrive il gip che ha firmato l’ordinanza. È questo lo scenario da dove partono le indagini che questa mattina hanno portato a 61 arresti; sette degli indagati sono minorenni e in totale 77 sono gli indagati a piede libero. Il gip parla del progetto della «paranza dei bambini» come un progetto «ambizioso», alimentato dalla voglia di essere boss dalla terza generazione dei Giuliano, la storica famiglia camorrista: Giuseppe Giuliano, i fratelli Antonio, Guglielmo e Luigi Giuliano jr e un loro cugino Salvatore Cedola. Motivo del contendere “gli enormi introiti derivanti dalle estorsioni agli ambulanti del mercato della Maddalena, oltre ai gestori di commerciali, ai parcheggiatori abusivi e storiche pizzerie del centro storico». 

«La guerra ha determinato, come traspare anche dalle conversazioni intercettate, un vero e proprio clima di terrore tra gli abitanti della zona, giustamente preoccupati di poter restare uccisi in uno degli scontri». Emblematico è il racconto dell’agguato avvenuto il 29 giugno del 2013 ai danni di un uomo raggiunto da un colpo di pistola sparatogli a distanza ravvicinata da uno sconosciuto, «verosimilmente solo per distogliere la Squadra Mobile dal fare irruzione nello stabile in cui era stato organizzato un vertice tra esponenti dei due schieramenti di camorra in conflitto». 

LA MICROSPIA. Un colpo da maestri e stata la svolta alle indagini è arrivata dal nulla: una microspia piazzata all’interno dell’abitazione dei fratelli Antonio, Luigi e Guglielmo Giuliano, i giovanissimi capi del nuovo clan. «Una attività di intercettazioni di eccezionale efficacia probatoria e addirittura -scrive il gip - essendo stata avviata nel cuore del conflitto armato ha portato alla conferma di importanti fonti probatorie». Così gli investigatori sono riusciti a seguire in diretta l’evoluzione dei rapporti interni al neo costituito gruppo camorristico, accertando, ad esempio la definitiva sottomissione del gruppo Del Prete, alle forniture di droga imposte dal nuovo clan.

I PENTITI. Sono sei i collaboratori di giustizia che hanno ricostruito tutti i passaggi delle estorsioni e dei fatti di sangue che hanno portato all’arresto 61 arresti, mentre in totale sono 77 gli indagati a piede libero. Sette invece sono i minorenni coinvolti nell’indagine. Tra le gole profonde della camorra ci sono Salvatore Russomagno,Giorgio Sorrentino, Antonio Della Corte, Antonietta Pacifico e Francesco Mazzarella, figlio di Gennaro e fratello di Alfonso. Lui ha dichiarato di essersi pentito per evitare di essere ammazzato.

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