venerdì 2 novembre 2012

Comitati Fuochi, depositate le denunce: «Ora diciamo basta»

Le querele dei cittadini verso le istituzioni locali sono state presentate al Parlamento Europeo. La lotta contro i roghi tossici continua: «Non è più tempo di girarci dall'altra parte. La Campania smaltisce rifiuti industriali senza averne le strutture adeguate»

La lotta dei cittadini campani per il diritto alla salute, contro i roghi tossici, va avanti. Il Coordinamento Comitati Fuochi ha depositato, alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, le denunce verso le istituzioni locali (Regione, Provincia e 42 Comuni) per il loro ventennale immobilismo sulla disastrosa situazione ambientale in Campania. Una regione trasformata in pattumiera industriale, dove l'incidenza dei tumori aumenta di anno in anno, dove i cittadini vedono avvelenarsi l'aria che respirano, la terra che coltivano, l'acqua che bevono e il cibo che mangiano. La Campania In-Felix è ferita a morte dalla malapolitica e dagli interessi delle eco-mafie. «Ma non è più tempo di girarci dall'altra parte – dice Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell'ospedale Pascale di Napoli – oggi, per la prima volta, leggo sui giornali che un camorrista si è pentito per aver distrutto la propria terra. Ora vogliamo anche il pentimento delle istituzioni che dovevano agire e non l'hanno fatto».
RIFIUTI INDUSTRIALI – Il problema è quello che Marfella denuncia ormai da anni: non parliamo di semplici scarti urbani, quelli che escono dalle nostre case, ma di ben più pericolosi rifiuti industriali, dai materiali tessili agli pneumatici, dati alle fiamme nei campi tra Napoli e Caserta. Uno smaltimento “in casa” che ha provocato considerevoli danni alla salute dei cittadini: «La Campania è l'unica regione d'Italia che smaltisce rifiuti industriali propri e di altre regioni, senza avere sul territorio gli impianti adatti – continua il dottori Marfella, che lancia anche una frecciatina non troppo velata al ministro della Sanità Balduzzi – non vogliamo più sentir dire che in Campania si muore per la nostra alimentazione sbagliata o perché abbiamo stili di vita poco salutari. La veritò è che nessuno vuole affrontare il più grande disastro ambientale del nostro Paese».
ASSENZA DELLE ISTITUZIONI – Alla conferenza, oltre al dottor Marfella, erano presenti anche Lino Chimenti del Coordinamento Comitati Fuochi, l'avvocato Ambrogio Vallo e padre Maurizio Patriciello, che rileva amaramente: «Mentre presentavamo le denunce a Judith Merkies, presidente della Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, non c'era nessuna autorità locale. Non abbiamo avuto la possibilità di avere interlocutori cui poter esporre il problema dei roghi tossici, che non è un disastro ambientale, ma un dramma umanitario».

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