giovedì 23 gennaio 2014

Napoli. Le confessioni di una pentita: «Così costrinsi mia figlia a spacciare a 16 anni»

di Dario Sautto

"Sono stata costretta ad andare via dal Piano Napoli dopo il pentimento di mia figlia". Antonietta Donnarumma ora è collaboratrice di giustizia come Maria Tufano, la quale aveva intrapreso l'attività di spaccio "già a 16 anni, insieme a me".

Prima, però, Antonietta Donnarumma era parte attiva della piazza di spaccio all'isolato 28 nel popoloso quartiere di Boscoreale. Lei aveva il compito di "gestire il confezionamento delle dosi di cocaina e crack da rivendere vicino alle macchine".

A fine "turno", poi, raccoglieva i soldi, mentre "il sabato facevo il conteggio degli incassi, davo le paghe e mandavo i soldi al capozona Carlo Padovani".

La collaboratrice di giustizia fa nomi e cognomi, spiega i ruoli all'interno dell'organizzazione malavitosa del Piano Napoli di Boscoreale, collegata a Francesco Casillo e ai fratelli Raffaele e Carmine Aquino "'e mezzanotte", alleati dei Gionta di Torre Annunziata.

Incalzata dalle domande del pm Pierpaolo Filippelli della Dda di Napoli, Antonietta Donnarumma ha raccontato al collegio della prima sezione penale di Torre Annunziata (presieduta dal giudice Alfonso Barbarano) le modalità dello spaccio: "Con marijuana e hashish si finiva a mezzanotte, invece per la cocaina eravamo costretti a fare i turni sulle 24 ore".

http://www.ilmattino.it

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