mercoledì 6 giugno 2012

Giugliano, clan Mallardo: raffica di arresti

GIUGLIANO. Si è concluso il blitz del Ros dei carabinieri scattato questa mattina all'alba. Sono 47 le persone arrestate in Campania, Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Lazio e Lombardia. Di queste 5 hanno goduto del beneficio dei domiciliari, per 12 indagati il provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Napoli è stato eseguito in carcere mentre restano tre i latitanti portando a 50 le persone coinvolte nell'operazione `Lilium-Gruppo Misto'. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e detenzione di armi da guerra. I provvedimenti restrittivi scaturiscono dalle indagini avviate nel 2009 dal Ros su delega della Dda partenopea, nei confronti dei clan camorristici attivi nei comuni di Giugliano in Campania, Castel Volturno e del litorale domizio. Tra i destinatari della misura cautelare ci sono gli attuali reggenti del clan Mallardo tra cui Raffaele Mallardo, che ha assunto la direzione dell'organizzazione camorristica dopo la cattura degli esponenti apicali Feliciano Mallardo detto `o sfregiato' e Giuseppe Dell'Aquila, soprannominato `Peppe `o ciuccio', catturati nel 2011, e in seguito alla latitanza di Francesco Napolitano alias `Francuccio o' napulitano'. Raffaele Mallardo `Lelluccio Schicchirò' e Giuliano Amicone avevano, infatti, preso le redini del clan con una precisa ripartizione di compiti e di territorio anche nelle attività estorsive.

Nell'operazione anticamorra dei carabinieri del Ros sono decine gli arresti solo tra il giuglianese e il casertano. I Carabinieri hanno eseguito l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli a carico di 47 indagati per associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi da guerra. Le indagini, condotte dal Ros, disarticolano la nuova struttura del clan camorristico dei ''Mallardo'', operante a Giugliano in Campania, che a seguito della condanna all'ergastolo dei capi storici, i fratelli Giuseppe e Francesco Mallardo, si era riorganizzato sul territorio mantenendo il controllo delle attivita' estorsive e dei traffici di droga nell'area.
Tra le ordinanza di custodia cautelare emesse dalla procura figurano i nomi di Giuliano Amicone, Michele Di Nardo, Raffaele Mallardo, Biagio Micillo, Giacomo Palma, Giuliio Pennacchio, Mario Quaranta, Marino Sessa. I carabinieri del Ros contestualmente agli arresti, stanno eseguito anche un decreto di sequestro di beni per diversi milioni.

Le indagini del Ros, che risalgono al 2009, in una prima fase hanno delineato la nuova struttura del clan Mallardo di Giugliano, accertando come in seguito alla carcerazione dei fratelli Giuseppe e Francesco Mallardo, capi storici del clan condannati all'ergastolo, la reggenza fosse stata assunta da Raffaele Mallardo, detto Lelluccio Schicchiro' e Francesco Napolitano. Comincia cosi' una nuova fase per il clan Mallardo, culminata in vere e proprie alleanze sia con il clan Licciardi di Secondigliano (Napoli) sia con il clan Bidognetti di Casal di Principe (Caserta), allo scopo di realizzare una gestione unitaria delle diverse attivita' estorsive. E' proprio in base a questi accordi che il clan Bidognetti, gravemente indebolito da arresti e 'pentimenti', ha potuto mantenere il controllo criminale dell'area di influenza. Le alleanze hanno dato vita ad un 'gruppo misto', con una sorta di direttorio di cui facevano parte Francesco Diana (subentrato nella reggenza del clan Bidognetti a Giuseppe Setola e poi divenuto collaboratore di giustizia), Giuseppe Trambarulo e Giuseppe Pellegrino, in rappresentanza dei Bidognetti, dei Licciardi e dei Mallardo. Secondo gli inquirenti, questa struttura unitaria era deputata al controllo delle estorsioni ed alla gestione dei proventi illeciti, amministrati in una cassa comune utilizzata anche per ricompensare sia gli affiliati in liberta' sia quelli detenuti dei tre clan, allo scopo di evitare nuove collaborazioni con la giustizia. Nel corso delle indagini sono stati accertati ''numerosi e continuativi episodi estorsivi'' ai danni di commercianti di Villa Literno, Castel Volturno e Giugliano: nessuno di questi pero' ha fornito alcuna collaborazione, ''a conferma - sottolineno gli investigatori - del dilagante clima di omerta'''. Sempre con il fine di commettere estorsioni, alcuni degli indagati sono accusati di detenzione di armi da guerra e comuni da sparo (alcune delle quali ricevute anche dal boss Giuseppe Setola); tra le imputazioni c'e' pure un attentato dinamitardo avvenuto nel 2005 a Castelvolturno ai danni di un imprenditore.

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