sabato 22 maggio 2010

FINANCIAL TIMES: Un beneventano leader della musica classica mondiale


Napoli, 21 mag (Il Velino/Il Velino Campania) - I turisti sono impegnati a immortalare le strisce pedonali più famose del mondo: quelle di Abbey Road, a Londra, dove si trovavano gli studios utilizzati dai mostri sacri della musica contemporanea come Beatles a Pink Floyd. Oggi, in quegli stessi studios, è portata vanti la tradizione quasi centenaria creata da compositori e musicisti di fama internazionale. Una tradizione portata oggi avanti da Antonio Pappano che ricopre una delle posizioni più importanti nel campo della musica classica. A Covent Garden, dove è diventato direttore artistico nel 2002, è attualmente il responsabile del cartellone e degli artisti. Dal 2005 ha ricoperto lo stesso ruolo all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma ed è uno dei pochissimi direttori d'orchestra ad avere un contratto. Basti pensare che le sue recenti direzioni, per la Emi, del Requiem di Verdi e di Madama Butterfly di Puccini, rappresentano una vera e propria pietra miliare nell'interpretazione contemporanea di questi lavori.


È dedicata alla scoperta di Antonio Pappano e, in un certo qual modo, alle sue origini la rubrica del prestigioso Financial Times “A lunch with” (ovvero: A pranzo con), pubblicata settimanalmente dal quotidiano londinese e finalizzata alla “conoscenza” di personaggi famosi a tavola.
Pappano è, senza dubbio, una delle personalità di punta della musica classica a livello internazionale, visto sia i ruoli che ricopre tra Londra, Roma e Berlino che per le sue interpretazioni delle opere liriche più famose al mondo. Se, tuttavia, la lingua di ha un forte accento americano, nonostante sia nato nel Regno Unito, nelle vene e nel cuore di Pappano scorre sangue italiano o, per più essere precisi, beneventano. I genitori dell'artista inglese naturalizzato americano, infatti, erano originari di Castelfranco in Miscano, in provincia di Benevento, e residenti in Inghilterra dal 1958, anno in cui emigrarono nel Regno di Elisabetta II per cercare lavoro.
La famiglia di origini semplici, la madre faceva la cuoca e il padre ha fatto prima il cameriere e poi il cuoco, ha sempre sostenuto e spronato il giovane Antonio a seguire i propri interessi nel campo musicale diventando, in breve tempo, uno dei più stimati e ricercati pianisti. Ma, è bene sottolineare, ci tiene sempre a rimarcare le proprie origini italiane.

Pappano – scrive il Ft –, è in una posizione migliore della mia per giudicare la situazione in cui si trova l'Italia. Al di la del suo lavoro a Roma, il pianista ogni anno si reca a Castelfranco, un piccolo paesino della Campania, per dirigere un concerto e ritrovarsi con i suoi parenti beneventani. Basti pensare che suo padre è nato e, per un caso fortuito, anche morto nel paesino a Nord di Napoli durante una vacanza. In merito al futuro del Belpaese aggiunge: Ogni società che ha raggiunto vette altissime in passato può, per un po', sedersi sugli allori. Basti pensare alla Grecia o alla Germania. L'Italia vede il suo passato come una sorta di vitalizio, ma io vedo un Paese che potrebbe dare spazio creatività e alle opportunità. Altrimenti tutto ciò sarebbe solo un museo. La lunga intervista all'artista di origini campane si conclude proprio sugli italiani e sulla cultura italiana. Il giornalista chiede al pianista, in modo diretto e conciso, quali sono gli ingredienti della cultura del Belpaese. Il tempo è fondamentale – conclude –. ma non è una questione solo relativa al sole o al caldo. È il modo con cui l'Italia ti abbraccia facendoti capire l'importanza di vivere. E ciò che forgia i cuori è il senso della bellezza. Grazie, infatti, all'utilizzo della lingua italiana loro (gli italiani) sono riusciti ad avvicinarsi al concetto stesso di essere umano. E questo accade perché noi, quando cantiamo, ci esprimiamo con i più profondi dei nostri impulsi.
 (Francesco Maria Cirillo) 21 mag 2010 17:25
www.ilvelino.it

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