giovedì 18 aprile 2013

Napoli, immunità per il figlio del boss Di Lauro jr uccise, un altro morì per lui



di Leandro Del Gaudio
I figli dei boss, quelli veri, godono di una sorta di immunità: non possono essere uccisi, non possono essere oggetto di vendette dirette, anche se hanno sferrato colpi a un clan rivale E' quanto emerge dalla misura cautelare a carico di Nunzio Di Lauro, uno dei dieci figli del boss di Secondigliano e Scampia, raggiunto in carcere da una misura cautelare come responsabile del delitto del 20enne Domenico Fulchignoni, consumato il 28 luglio del 2003.

Ed è dalle indagini della Mobile, che emergono particolari su un modo di agire (e di pensare) ancora in vita, a distanza di anni da faide di scissionisti o di girati.

Stando alla ricostruzione dei pentiti, Nunzio Di Lauro (all'epoca 17enne) uccise il ventenne Fulchignoni, a sua volta legato al clan Licciardi, perché aveva osato mettere in discussione il potere criminale dei Di Lauro. Tre colpi esplosi in piena Masseria Cardone - bunker dei Licciardi - quanto basta a scatenare la vendetta degli stessi Licciardi, che però si sarebbe orientata non contro il diretto responsabile del delitto.

Ci fu un summit al quale presero parte i Licciardi e Cosimo Di Lauro (quello che avrebbe dato vita alla faida del 2004), fratello maggiore di Nunzio, dal quale emerse una sola richiesta da parte dei Licciardi: non possiamo uccidere il figlio di Paolo Di Lauro, dateci un altro nome, magari quello che ha accompagnato sul posto del delitto Fulchignoni il 17enne. Pochi mesi fa, fu ucciso un piccolo pregiudicato nella zona di Scampia, il probabile cavallo di troia suggerito dai Licciardi.

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Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Nunzio Di Lauro, figlio di Paolo. Avrebbe ucciso da minorenne

Napoli. Un' ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in omicidio aggravato è stata notificata dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli a Nunzio Di Lauro, 28 anni, figlio del boss Paolo Di Lauro, capo dell' omonimo clan di Secondigliano. Le indagini della squadra mobile, con l' apporto di collaboratori di giustizia, hanno permesso di acquisire elementi sulle responsabilità di Nunzio Di Lauro, in concorso con un complice ancora ignoto, nell' omicidio del 20 enne Domenico Fulchignoni, ucciso in un agguato il 28 luglio 2003 nei pressi della Masseria Cardone.

Con la vittima Nunzio Di Lauro avrebbe avuto un litigio nel corso del quale Fulchignoni, futuro genero dell' affiliato del clan Licciardi, Pasquale Salomone, aveva affermato che Di Lauro «non era nessuno». All' epoca dei fatti Nunzio Di Lauro - attualmente detenuto per altri reati- era ancora minorenne. L' ordinanza di custodia cautelare in carcere nei suoi confronti è stata emessa dal tribunale per i Minorenni.

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