martedì 10 aprile 2012

Camorra, agguato al nipote di Bardellino: 8 arresti, tra cui figlio Sandokan

CASAL DI PRINCIPE. I carabinieri del nucleo investigativo di Caserta e della compagnia di Casal di Principe, coordinati dalla Dda di Napoli, hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare in relazione al duplice omicidio di Antonio Salzillo e Clemente Prisco, compiuto a Cancello ed Arnone il 6 marzo 2009.
Il movente è da individuarsi nella riaffermazione della leadership del gruppo Schiavone nelle zone assoggettate al proprio controllo e nel voler punire, con la morte, una delle due vittime, Antonio Salzillo, 50 anni, nipote dell’ex capo dei casalesi Antonio Bardellino, assassinato in Brasile nel maggio 1988, che dopo anni di “esilio” a Gallarate (Varese) era rientrato in provincia di Caserta senza l’autorizzazione dei vertici del clan ed aveva iniziato a gestire un’attività commerciale, ossia la vendita di autovetture usate.
Ma la circostanza che più di tutte ha decretato irrevocabilmente la sua condanna a morte è stata quella di aver osato disprezzare il simbolo dei “casalesi” vincenti: Francesco “Sandokan” Schiavone, in carcere al 41bis. Tra gli organizzatori dell’agguato, infatti, vi è proprio il figlio maggiore del boss, Nicola, arrestato il 15 giugno 2010. Il fratello di Antonio Salzillo, Paride, era stato ucciso alla fine degli anni Ottanta dalle nuove leve del clan dei Casalesi che avevano precedentemente eliminato lo zio Antonio.
Clemente Prisco, 45 anni, nato ad Ottaviano ma residente nella zona di Cancello Arnone, era invece imparentato con un altro storico boss della camorra campana: Raffaele Cutolo, fondatore e capo della Nuova Camorra Organizzata.
L'AGGUATO. Quel venerdì mattina Salzillo e Prisco erano a bordo di una Bmw, sul territorio di Cancello Arnone, al confine con Villa Literno, in località Santa Maria a Cubito. Venivano affiancati da un’altra vettura dalla quale i sicari esplodevano colpi di grosso calibro. Salzillo, che conduceva la Bmw, perdeva il controllo della vettura, finendo in un canale adiacente alla strada. Prisco, che sedeva sul lato passeggero, si lanciava dall’auto in corsa e rovinava sulla carreggiata, dove moriva a causa delle gravissime ferite riportate.

Nessun commento:

Posta un commento