sabato 11 febbraio 2012

Rifiuti italiani a Rotterdam

L’Olanda non ha rifiuti a sufficienza mentre a Napoli marciscono sei milioni di tonnellate di spazzatura. La soluzione: da questa settimana una centrale per il trattamento dei rifiuti di Rotterdam trasforma la spazzatura italiana in energia. “Napoli vuole liberarsene, noi ne abbiamo bisogno.
Opuscoli pubblicitari, imballaggi in plastica, avanzi di cibo. Duemila tonnellate di poltiglia grigiastra sono state scaricate lunedì nel porto di Rotterdam. Si tratta di rifiuti domestici, importati dalla città di Napoli. Qui in Olanda vengono smaltiti nello stabilimento di trattamento dei rifiuti della AVR a Rozenburg.
Napoli è alle prese con i suoi rifiuti da anni. La città e la provincia non riuscivano nemmeno a raccogliere la spazzatura domestica negli ultimi anni. Montagne di rifiuti si sono accumulate persino nel centro di Napoli. Una combinazione di malgoverno e corruzione, infiltrazioni mafiose e decisioni di investimento sbagliate hanno fatto sì che in città meno del 20 per cento dei rifiuti vengano differenziati e che sei milioni di tonnellate di rifiuti di dubbia natura e parzialmente tossici siano stati impacchettati in discariche all’aperto, in attesa di smaltimento definitivo.
L’unico inceneritore della regione – quello di Acerra – ha funzionato male per anni e bruciava anche materiali tossici mischiati ai rifiuti domestici. La ristrutturazione dell’installazione è durata così a lungo che l’impianto era già obsoleto prima che i forni venissero accesi e tuttora l’inceneritore è più spento che funzionante.
I cittadini delusi e diffidenti non accettano più le discariche accanto alle loro case. Sembra che per anni in molte discariche i rifiuti domestici siano stati mischiati a rifiuti industriali, e sostanze tossiche sono penetrate nelle falde acquifere.
Da maggio dello scorso anno il comune di Napoli ha un nuovo sindaco, che vuole affrontare i problemi in modo strutturale. Luigi De Magistris è costretto a farlo anche perché il commissario europeo per l’ambiente, Janez Potocnik, tiene il fiato sul collo a Napoli e all’Italia e minaccia multe milionarie, a causa della mancanza di soluzioni per l’emergenza rifiuti che si protrae in Campania da anni.
Per dare un po’ di respiro alla città e al circondario, De Magistris, in collaborazione con il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ha stretto un accordo con gli olandesi. Spera di poter spedire settimanalmente tra le 4000 e le 5000 tonnellate di rifiuti a Rotterdam. Per farlo, Napoli paga quasi la metà di quello che la città avrebbe dovuto pagare nel proprio Paese. Inoltre, gli olandesi sono meno riluttanti a farsi carico dei rifiuti napoletani, mentre molte regioni italiane del Nord non vogliono più nemmeno accettarli.
Gli impianti olandesi per lo smaltimento dei rifiuti invece sono alla disperata ricerca di spazzatura dall’estero. Poichè sempre più olandesi differenziano i loro rifiuti, gli inceneritori hanno problemi di eccessiva capacità. Insieme, gli impianti possono trattare sette milioni di tonnellate di rifiuti. Ma la quantità annua di rifiuti in l’Olanda è di ‘appena’ sei milioni di tonnellate.
I gestori degli inceneritori vanno quindi a cercare rifiuti all’estero. Il leader di mercato Van Gansewinkel importa già rifiuti dall’Inghilterra e dall’Irlanda. E, da questa settimana, ora anche dall’Italia. “Una soluzione vantaggiosa per tutti”, spiega il direttore Pim de Vries. “Napoli vuole liberarsene, noi ne abbiamo bisogno.” Per De Vries i rifiuti urbani significano energia. Prendiamo per esempio il carico dall’Italia. Nelle prossime settimane verranno spedite 25.000 tonnellate di rifiuti. Secondo De Vries, dopo l’elaborazione verrà prodotta sufficiente energia per 17 milioni di docce. Questa energia viene venduta alle aziende della zona di Botlek (una zona industriale di Rotterdam, N.d.T).
Anche il calore rilasciato durante l’incenerimento presto si tradurrà in profitti. La scorsa settimana è stato dato il via alla costruzione di una tubatura di 26 metri [sic, ‘26 km’, N.d.T.] di lunghezza tra Rozenburg e Rotterdam Sud. La costruzione verrà completata nel 2013 e l’impianto di trattamento dei rifiuti sarà collegato alla rete di teleriscaldamento di Rotterdam. Acqua bollente fluirà attraverso i tubi, permettendo di riscaldare circa 50.000 case. “Diventeremo la stufa di Rotterdam”, afferma De Vries. Secondo il direttore, il piano rientra nella filosofia aziendale di Van Gansewinkel, che è quella di gestire i rifiuti in modo sostenibile. “Siamo alla ricerca di nuovi modi per integrare i rifiuti con un ambiente più pulito.”
Bendiks Jan Boersma, professore di tecniche energetiche presso la Technische Universiteit di Delft, ha dei dubbi sulla sostenibilità come motivazione dell’azienda. “È semplicemente un business molto redditizio”, spiega. “Anche se nei Paesi Bassi abbiamo già troppi impianti, si continua a costruirne di nuovi. Recentemente se ne è aggiunto un altro, ad Harlingen. Perché permettono di guadagnare un sacco di soldi.”
Boersma è critico riguardo all’importazione di rifiuti da altri paesi. Il professore mette in dubbio la ‘qualità’ dei rifiuti, e teme che l’Italia spedisca in Olanda spazzatura vecchia, a volte stoccata nelle discariche da anni.”Poiché si tratta di quantità talmente grandi di rifiuti, è difficile controllarli.”
Boersma rileva inoltre che così si dà “un impulso sbagliato”. “Stiamo risolvendo un problema italiano. La combustione dei rifiuti non è pulita. Da quel tubo fuoriesce aria sporca, lo sanno tutti, e l’inquinamento ce lo sorbiamo qui. E in un Paese così densamente popolato come l’Olanda non ne abbiamo proprio bisogno.”
Secondo De Vries, la sua azienda invece aiuta l’ambiente. “Se noi non li bruciassimo, i rifiuti marcirebbero in una conca nei pressi di Napoli, quindi per l’ambiente è meglio che noi ne ricaviamo energia.”
E la qualità dei rifiuti? Il direttore non ha preoccupazioni al riguardo. “Controlliamo accuratamente”, assicura lui. “I rifiuti italiani sono semplicemente la stessa spazzatura che anch’io butto nella pattumiera tutti i giorni. L’unica differenza è che ci sarà qualche scatola di pizza in più.”


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