mercoledì 1 febbraio 2012

Casalesi, arrestato il figlio di Sandokan

La camorra casertana e la mafia siciliana avevano stretto un accordo per il monopolio dei trasporti su gomma e della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. In manette anche Gaetano Riina, fratello di Salvatore, capo dei capi di Cosa Nostra.

Maxi operazione contro il clan dei Casalesi. La squadra mobile di Caserta e il Centro Operativo Dia di Roma hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di elementi di spicco del gruppo Schiavone della cosca casertana e della famiglia mafiosa Riina-Messina Denaro.

MONOPOLIO NEI TRASPORTI – Le indagini hanno evidenziato la strategica alleanza tra la camorra casertana ed imprenditori siciliani organici alla cosca Riina-Messina Denaro, al fine di conquistare il controllo monopolistico dei trasporti su gomma e della commercializzazione all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli provenienti dalla Sicilia in regime esclusivo sui mercati campani e del basso Lazio. Svelato anche un ingente traffico di armi, acquistate nell’Est Europa dai Casalesi, realizzato utilizzando gli autotreni delle imprese di trasporto controllate e gestite dalle organizzazioni camorristiche.
GLI ARRESTATI – Tra i destinatari delle misure restrittive figurano Nicola Schiavone, 32enne figlio di Francesco, soprannominato “Sandokan”, capo indiscusso dei Casalesi, e Gaetano Riina, 78 anni, fratello di Salvatore, capo dei capi di Cosa Nostra. In manette sono finiti anche Carmelo Gagliano, 45enne di Marsala (Trapani) e Pasquale Coppola, 24 anni, nato a Pollena Trocchia (Napoli). Tutti sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza, detenzione e porto illegale di armi da guerra, reati aggravati dalla metodologia mafiosa.
PROVVEDIMENTI ANNULLATI IN PRECEDENZA PER VIZI FORMALI – Ai destinatari delle misure restrittive erano già stati notificati analoghi provvedimenti lo scorso 15 novembre, annullati poi dal Tribunale del Riesame di Napoli per vizi formali, cioè «per mancanza delle motivazioni autonome» del gip rispetto alle richieste conclusive della Procura Antimafia di Napoli. Vizio formale poi superato che ha consentito di reiterarli lo scorso 20 gennaio sulla base dei gravi indizi di colpevolezza acquisiti.

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