domenica 7 agosto 2011

Camorra: nuovi agguati, nuovi scenari. Boss decimati dalla faida, Scissionisti comandati da una "cupola" di 20enni

di Marco Di Caterino

NAPOLI - Hanno meno di venti anni. E sono a capo della più grossa organizzazione camorristica di tutti i tempi. E hanno già radunato, sotto il loro comando, i tre quarti di tutta quella galassia criminale, unita sotto la bandiera degli «scissionisti».
La camorra si muove veloce. Rottama senza pietà i vecchi boss. Quelli che hanno appena quaranta anni.
Questi, logorati dallo stress di una faida che ha toccato quota cento morti ammazzati, con il potere limitato dalle prime condanne e delle lunghe detenzioni preventive, e lontani da Secondigliano con lo scomodo ruolo del latitante, hanno rischiato di far saltare il banco di «’o sistema».

E si sono fatto avanti i giovani malavitosi. Quelli che quando Scampia e comuni vicini grondavano di sangue dei Di Lauro e degli «Spagnoli» avevano poco più di dodici anni. Ma le idee chiare. Tanto da farsi tatuare dietro la nuca la scritta «Scission». Nera di rigore. In caratteri gotici.

I nuovi scenari del post faida di Scampia sono davvero inquietanti. Gli inquirenti, che non smentiscono, hanno più che il sospetto, una quasi certezza che tutta l’organizzazione sia in mano a un diciottenne. Spietato e temerario. Dalle decisioni immediate. E che agisce senza alcuna nessuna regola.

Insieme a questo capo, agisce un piccolo gruppo, tre o quattro quasi coetanei, che messi insieme, non arrivano a cento anni. E a tutto «’o sistema» la vicenda dei baby boss va bene.

Tanto che gli inquirenti hanno già tracciato la nuova mappa della spartizione del territorio. La vecchia cosca Amato-Pagano batte in ritirata. Secondo gli investigatori, quello che resta del cartello che ha annientato la cosca di Paolo Di Lauro riesce appena a controllare le piazze di spaccio e tutto il malaffare solo a Mugnano e Melito. Tutto il resto, e per tutto il resto si intende Secondigliano, San Pietro a Patierno, Scampia, zona Vele comprese, Terzo Mondo, le case celesti, Casavatore e metà Arzano, è sotto il diretto controllo di questo misterioso mister X, appena uscito dalla pubertà.

I segnali che nella galassia degli scissionisti fosse arrivata una «supernova» c’erano stati. I «guaglioni» all’inizio dell’anno avevano imposto un ultimatum. O con noi oppure morti. Nessuno dei vecchi boss aveva dato credito a quelle voci: «Sono pazzielle». Quei giochini, invece, fecero male. Da morire. La sera del 19 febbraio, Francesco Feldi, 40 anni, fidatissimo alleato degli Amato-Pagano, fu freddato mentre tornava a casa, in via Dello Stelvio. La stessa strada del rione Berlingieri dove nel 2008 quattro uomini a bordo di due motociclette aprirono il fuoco contro un circolo ricreativo, lo Zanzi Club. Esplosero una cinquantina di colpi, ferendo cinque ragazzini di età compresa fra i 12 e i 16 anni.

Due mesi dopo, il 14 aprile, al corso Italia di Secondigliano, poco distante dal luogo dell’omicidio Feldi, fu ucciso Antonello Faiello, mentre restò ferito Luigi De Lucia, parente del killer Ugo De Lucia, ritenuti elementi di primo piano del clan Di Lauro.

La chiave di lettura dei due fatti fece pensare ad un botta e risposta in stile faida. E invece non era così. Perché due settimane dopo in pieno giorno, in via Abate Desiderio, nel rione Berlingieri, Giuseppe Ferrara, di 55 anni e Giuseppe Parisi, di 48 anni, ritenuti affiliati al clan degli scissionisti Amato-Pagano, furono trucidati all’interno di un salone di barbiere in attesa di essere serviti.

Parisi, secondo alcune ricostruzioni, apparteneva al gruppo capeggiato da Feldi, mentre Ferrara era incensurato. E il duplice delitto non poteva essere stato commesso dai Di Lauro, perché in rotta e senza killer. Una epurazione interna. Come quella di giovedì sera, con l’uccisione di Emilio Forino, che per i nuovi scissionisti aveva alzato troppo la testa.

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