domenica 21 agosto 2011

Blitz della Finanza in lidi, ristoranti e bar: l'80% non fa scontrini

di Nello Mazzone

NAPOLI - L’ottanta per cento dei gestori di wine-bar, ristoranti, pasticcerie e stabilimenti balneari dalle isole del golfo di Napoli fino alla penisola sorrentina evade le tasse: un giro di affari, in nero, per milioni di euro l’anno. Soldi che vengono completamente nascosti al fisco, per finire dritto nelle tasche degli esercenti commerciali.

Il dato sconcertante emerge dai numerosi blitz in materia di controllo economico-finanziario compiuti nella settimana a cavallo di ferragosto dai militari del comando provinciale della guardia di finanza di Napoli, che hanno preso di mira le attività ristorative e turistico-balneari di Capri, Ischia e Procida.

Ma anche i wine-bar e i pub della penisola sorrentina e del litorale domizio-flegreo. Luoghi consacrati alla movida e al divertimento by-night da vivere tutto d’un fiato, lontani dalle turbolenze dell’economia planetaria e dalle manovre economiche «lacrime e sangue». E soprattutto lontani dalle ricevute e dagli scontrini fiscali che qui sono un optional da teorica ragioneria. Quasi quattrocento verifiche, a sorpresa e in borghese, eseguite su registratori di cassa e libri contabili, hanno consentito alle fiamme gialle di scoprire che otto commercianti su dieci non emettono alcuno scontrino né fattura.

Vasta e variegata la tipologia dell’evasore e l’entità della vendita in nero. Si va dal caffè consumato al tavolino con vista panoramica sul golfo fino alla cena romantica di ferragosto con tanto di aragoste e champagne. Dello scontrino fiscale nemmeno l’ombra o, nella migliore delle ipotesi, una ricevuta fiscale sulla quale viene indicato appena un quarto del prezzo effettivamente pagato dal cliente.

«Abbiamo deciso di indirizzare i controlli soprattutto nei confronti di quei soggetti economici più attivi in questo particolare periodo dell’anno, come bar, ristoranti e pizzerie per verificare il rispetto delle norme in materia fiscale ed il risultato è francamente sconfortante e sconcertante – sottolinea senza mezzi termini il maggiore Giuseppe Rocco, capo sezione operazioni del comando provinciale della guardia di finanza di Napoli – questi gestori di attività aperte al pubblico dovrebbero concorrere come tutti gli altri cittadini al pagamento delle tasse, a maggior ragione in un momento delicato per l’economia qual è quello che stiamo vivendo in questo periodo».

E, invece, in quasi trecentoventi casi su quattrocento verifiche effettuate i finanzieri si sono imbattuti nel totale spregio delle norme fiscali. Ad essere colpiti soprattutto gli stranieri presenti in vacanza nelle mete turistiche più gettonate della provincia di Napoli. «In molti casi abbiamo riscontrato che i ristoratori o i gestori dei wine-bar non emettevano lo scontrino soprattutto se il cliente era uno straniero ignaro delle norme fiscali italiane – aggiunge il maggiore Rocco – ma l’evasione fiscale deve essere combattuta anche dai clienti napoletani, che troppo spesso non denunciano né quei commercianti che non rilasciano loro scontrini né coloro che fanno ricevute con importo ridotto».

Nella top ten delle categorie commerciali dove si annida il maggior numero di evasori ci sono i ristoranti, gli stabilimenti balneari e le pasticcerie, mentre sulla mappa del tesoro nascosto al fisco spiccano Capri, Ischia e Sorrento. E molti di quegli esercizi commerciali alla moda dove lo scontrino fiscale non fa tendenza rischiano adesso la chiusura temporanea. «Stiamo passando al setaccio la lista dei commercianti sanzionati – conclude il maggiore Giuseppe Rocco – coloro che hanno già evaso le tasse nei precedenti cinque anni rischiano ora la chiusura dell’attività».

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