sabato 7 maggio 2011

Monnezza, il miracolo a singhiozzo di Silvio

NAPOLI. Negli ultimi tempi i miracoli di Silvio Berlusconi funzionano a singhiozzo. Vanno e vengono. Il premier che ha più volte annunciato la soluzione del dramma dei rifiuti a Napoli, grazie all’intervento deciso e diretto del governo, sembrava essersi definitivamente sfilato da un vulcano sempre a rischio eruzione. «Adesso tocca agli enti locali» aveva detto, riferendosi sia al Comune amministrato dal centrosinistra sia alla Regione intanto finita nelle mani del centrodestra. E invece Berlusconi ieri ha deciso di tornare in campo e, non potendo più contare sulla sponda di Guido Bertolaso, si è affidato direttamente all’esercito. Da lunedì prossimo 170 uomini e 73 mezzi saranno dislocati a Napoli per raccogliere quella spazzatura che i cittadini non dividono ancora secondo le elementari regole della raccolta differenziata e gli enti locali non riescono a smaltire. Un’ennesima supplenza dei militari che questa volta non nascondono il malcontento, e anche una certa indignazione, per ritrovarsi nei panni dei netturbini, a svolgere cioè compiti assolutamente impropri rispetto al loro ruolo e alle loro funzioni. La città che gli uomini dell’esercito troveranno non è molto diversa da quella di qualche mese fa. Nelle strade ci sono circa 1600 tonnellate di rifiuti, mentre la raccolta differenziata è inchiodata sotto il 19 per cento, e vanno avanti, come da copione, blocchi stradali, proteste, falò. L’unica novità è che tra dieci giorni a Napoli si vota. E da qui il sospetto che le mosse del premier siano dettate da quella scadenza. Se ieri la rabbia dei cittadini andava tutta sul groppone del centrosinistra, adesso potrebbe manifestarsi attraverso una clamorosa bocciatura del candidato sindaco del centrodestra. E Berlusconi alle prossime amministrative non può perdere in due città: Milano e Napoli. Qui più che le aspettative dei miracoli contano i sondaggi, che vedono il tema rifiuti come una priorità in base alla quale i cittadini-elettori si orienteranno nel segreto dell’urna, tenendo conto che due enti locali (Regione e Provincia) dei tre impegnati nella gestione della spazzatura sono da tempo governati dal centrodestra, e il sindaco di centrosinistra uscente, Rosa Russo Iervolino, è prossima al pensionamento. La sensibilità sull’argomento è talmente alta che quasi i tutti i candidati alla poltrona di sindaco hanno pensato bene di inserire nei loro programmi l’obiettivo, entro i primi cento giorni di governo, di arrivare ad una soglia del 50 per cento della raccolta differenziata. Si vede che a Napoli la tendenza all’annuncio di un prodigio è diventata contagiosa, specie sotto elezioni. Dunque, quell’immondizia che è servita a Berlusconi per liberare la Campania, politicamente, dalla lunga egemonia di Antonio Bassolino, adesso rischia di travolgere i suoi rappresentanti sul territorio. E il miracolo che il capo del governo torna ad annunciare dovrà materializzarsi attraverso la risposta a una semplice domanda: dove finirà la spazzatura raccolta dai militari, visto che i vari impianti (come raccontiamo nei dettagli nelle pagine di cronaca) sono tutti a rischio saturazione o parzialmente fuori uso? Magari i soldati, grazie alla loro disciplina, metteranno a lucido strade e marciapiedi, ma certo non potranno sostituirsi a una discarica o ad un termovalorizzatore. E a quel punto Berlusconi sarebbe costretto a prendere in seria considerazione una soluzione oggi solo ipotetica: lasciare l’esercito a Napoli, in pianta stabile, ad occuparsi della raccolta dei rifiuti. Non sarebbe un miracolo, ma almeno darebbe un senso compiuto, nell’interesse dei cittadini, a quello che al momento rischia di apparire solo come un furbo espediente elettorale. (Antonio Galdo – Il Mattino – 06/05/2011)

Nessun commento:

Posta un commento