sabato 28 maggio 2011

Faida di Secondigliano: ergastolo ad 11 boss

MUGNANO. Carcere a vita per i Di Lauro e gli scissionisti. La sentenza per la faida di Secondigliano al termine delle indagini condotte dai pm Luigi Alberto Cannavale e Stefania Castaldi: ergastolo per Paolo Di Lauro, Enrico D’Avanzo, ma anche per gli scissionisti Raffaele Abbinante, Rosario Pariante, Guido Abbinante, Raffaele Amato, Massimiliano Cafasso, Carmine Minucci, Tommaso Prestieri, Antonio Abbinante. Cala così il sipario su una delle fasi più violente della storia criminale a nord di Napoli. La faida del rione Monterosa, la guerra per la conquista dei traffici illeciti a Mugnano e di un’ampia fetta di hinterland cittadino. Erano i primi anni Novanta, ci furono una ventina di omicidi. Una «gomorra» ante litteram. Da lì, dalla guerra dei Di Lauro contro i Ruocco-Sannino, il consolidamento del potere personale di Paolo Di Lauro, l’avvento dei grandi traffici di droga da mezzo mondo. Episodi agghiaccianti, che avrebbero anticipato di oltre un decennio la falda del 2004-2005. Una galleria degli orrori, immagini di morte puntualmente ricostruite dal pm anticamorra Castaldi: come l’omicidio di Angela Ronga e di Elena Moxedano, mamma e cognata del famigertao boss detto ‘o capaceccia, su ordine dei Di Lauro, su ordine di una struttura di potere che da quel momento in poi avrebbe puntato su due interessi criminali: il controllo del sistema delle piazze di spaccio, il riciclaggio dei proventi criminali nell’edilizia. Il sacco di Napoli nord, un’intera fetta di area metropolitana assoggettata agli interessi della malavita organizzata. Quarta assise, presidente Giovanni Pentagallo, giudice a latere Isabella Iaselli, c’è un altro delitto agghiacciante ricostruita dal verdetto di primo grado: l’esecuzione di Alfredo Negri, che venne sequestrato, torturato per ore, interrogato, ucciso e gettato all’esterno del carcere di Secondigliano. Un messaggio ai suoi capi, quelli che avevano gettato bombe a mano al rione Monterosa, provocando la morte del boss Raffaele Prestieri. Storie di vendette infinite, storie criminali mai definitivamente chiuse, su cui oggi, a distanza di oltre 20 anni, c’è una prima verità giudiziaria. (Fonte Il Mattino)

Nessun commento:

Posta un commento