sabato 7 maggio 2011

Arresti e sequestri record

Sequestro da 1 mld di euro al clan Polverino
MARANO. Dopo il blitz di due giorni fa contro il clan Polverino, egemone tra Marano e Quarto, nel napoletano, nel corso del quale sono stati arrestati 39 tra capi e gregari accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, usura, estorsioni, detenzione illecita di armi, traffico e spaccio di stupefacenti e altro, i carabinieri stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo chiesto dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli a carico di personaggi ritenuti affiliati o prestanome del clan. Con riferimento ai reati di trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori, i militari dell'Arma stanno sequestrando terreni, immobili, societa', attivita' commerciali di vario genere nonche' auto, moto e imbarcazioni per un valore complessivo stimato un miliardo di euro. Tra gli arrestati nel blitz anche due esponenti politici locali candidati a Quarto in liste del centrodestra. Sigilli sono stati posti a 106 appezzamenti di terreno; 175 appartamenti; 19 ville; 18 fabbricati; 141 tra box auto, magazzini e negozi; 43 societa' tra cui cooperative, aziende agricole, supermercati, alberghi, bar, panifici, ristoranti, bar e gioiellerie; 14 ditte individuali; 117 auto; 62 autocarri; 23 moto. In una nota firmata dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico, gli inquirenti rilevano come le attivita' commerciali e imprenditoriali sequestrate provino la centralita' assunta dal clan nello scenario criminale campano e "la sua pervasiva capacita' di infiltrazione nel mondo economico" con il controllo quasi in regime monopolistico nella produzione e distribuzione in una vasta area di prodotti alimentari, dalla farina alla carne, alle uova, al caffè, ma anche nel calcestruzzo e piu' in generale nel settore edile. Tre societa' sequestrate, con sede a Marano, roccaforte del clan ("Il vero fornaio spa", centro commerciale "Volto Santo" e Mar.Carni srl) hanno un fatturato complessivo dichiarato nel 2010 di oltre 18 mln di euro. In particolare, l'azienda per la panificazione consegna il pane alla maggioranza dei negozi di Napoli e da sola ha fatturato 10 mln lo scorso anno, mentre il centro commerciale ne ha fatturati 5,1 mln e il centro carni circa 3 mln.

Napoli, duro colpo al clan Polverino: 40 arrestati. Anche due candidati Pdl

NAPOLI - Due delle quaranta persone arrestate questa mattina dai carabinieri nel corso del blitz che ha interessato il clan camorristico dei Polverino a Napoli sono candidati al consiglio comunale di Quarto (Napoli) per il Pdl.
Uno dei due, in particolare, è Armando Chiaro, ritenuto un elemento di punta dell'organizzazione e già destinatario negli anni passati di un'ordinanza di custodia cautelare.
I provvedimenti notificati questa mattina sono stati emessi su richiesta dei pm Antonello Ardituro, Marco Del Gaudio e Maria Cristina Ribera.
Le persone arrestate sono accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentativo di omicidio, estorsioni, usura, detenzione illecita di armi, traffico e spaccio di stupefacenti, trasferimento fraudolento e possesso ingiustificato di valori nonchè di reinvestimento di capitali di provenienza illecita in attività imprenditoriali, immobiliari, finanziarie e commerciali.
Gli arresti sono stati eseguiti dopo una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli condotta dal 2007 a oggi, anche con la cooperazione dell'UCO (Unidad Central Operativa) della Guardia Civil spagnola.
L'inchiesta ha reso possibile l'identificazione di capi e gregari del clan camorristico Polverino che, a partire dall'hinterland a nord di Napoli, ha il controllo di attività imprenditoriali e commerciali in Italia e in Spagna e gestisce un notevole traffico di stupefacenti dalla Spagna all'Italia per il rifornimento delle piazze di spaccio, in mano a vari clan del capoluogo campano.
Uno dei candidati arrestati è cugino del boss Salvatore Liccardi ed è anche accusato di spaccio di droga e detenzione illegale di armi. Si stratta di Salvatore Camerlingo, candidato al consiglio comunale di Quarto (Napoli).
Camerlingo è considerato «uomo d'ordine del clan». L'altro candidato al consiglio comunale di Quarto arrestato, Armando Chiaro, viene invece definito un 'colletto bianco' ed è accusato di essersi intestato beni del clan Polverino facendo da prestanome.

Preso il numero 2 del 'cartello' dopo Zagaria
CASERTA. Il boss latitante Mario Caterino, considerato il numero 2 del clan camorristico dei 'casalesi', e' stato arrestato in un'abitazione di Casal di Principe dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta coordinati dai pm Antonello Ardituro, Giovanni Conzo e Raffaello Falcone della Dda. Era ricercato da circa tre anni. Esponente del gruppo che fa capo al boss Francesco Schiavone, soprannominato 'Sandokan' ed attualmente detenuto, Mario Caterino era considerato fino ad oggi il numero 2 del 'cartello' dopo Michele Zagaria, che è latitante. Caterino era inserito nell' elenco dei trenta latitanti più pericolosi ed era ricercato dal 2005 per una condanna all' ergastolo. Nei suoi confronti tre anni fa, nell'ambito dell'operazione "Spartacus 3", era stata emessa un'ordinanza di custodia cautelare per associazione camorristica ed estorsione. Gli uomini del vice questore Angelo Morabito lo hanno rintracciato a Casal di Principe, nell'abitazione di un fiancheggiatore. Mario Caterino è stato condannato all'ergastolo al termine del primo processo Spartacus; è stato, infatti, ritenuto responsabile dell'omicidio De Falco, avvenuto nel 1991. Proprio in quel periodo, dopo l'uccisione del boss Antonio Bardellino, Caterino assunse una posizione di primo piano all'interno del clan dei 'casalesi'.
Maroni, successo straordinario. "La cattura di Caterino, numero due del clan dei Casalesi, è un successo straordinario, che stringe il cerchio intorno alla latitanza di Michele Zagaria". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che si è congratulato con il capo della Polizia e direttore generale del Dipartimento di Pubblica sicurezza, prefetto Antonio Manganelli, per l'arresto del boss eseguito dalla Squadra mobile di Caserta. "L'operazione - ha sottolineato Maroni - è frutto del lavoro pressante della task force di investigatori e militari che lavora incessantemente, secondo il modello Caserta, per fermare l'anti-Stato e ripristinare la legalità in un territorio vessato dalla presenza dei Casalesi". (Ansa)
 
Scampia: 6 scissionisti in manette
NAPOLI. Sei presunti appartenenti al clan degli “Scissionisti” attivo a Scampia e Secondigliano sono stati arrestati ieri a Napoli dagli agenti della squadra mobile e dalla Guardia di finanza del Gico. La polizia giudiziaria ha eseguito una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli su richiesta dei pm della direzione distrettuale antimafia. Si tratta di Ferdinando Cifariello di 44 anni, Salvatore Cifarielli di 32 anni, Davide Cifariello di 39, Giuseppe Candido di 49, Annunziata De Martino di 62 anni e Salvatore Toro di 47. Quattro dei sei arrestati , tranne Candido e la De Martino, erano gia' rinchiusi in carcere per altre ragioni. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa finalizzata dal traffico di droga. I sei farebbero parte del sottogruppo capeggiato da Ferdinando Cifariello affiliato al clan Amato-Pagano, i cosiddetti Scissionisti.
Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Alessandro Pennasilico sono fondate su una complessa attivita' tecnica oltre che dalle dichiarazioni di 8 pentiti: Gaetano Conte, Pietro Esposito, Gennaro Russo, Andrea Parolisi, Giovanni Piana, Maurizio Prestieri e i nipoti Antonio Prestieri e Antonio Pica. L'attivita' investigativa condotta dagli agenti della Squadra mobile e dai finanzieri del Gico di Napoli avrebbero consentito di accertare l'esistenza di un sottogruppo capeggiato da Ferdinando Cifariello, esponente del clan Di Lauro legato a Rosario Pariante, con il ruolo di killer e di gestore delle "Piazze di spaccio" situate in via Labriola, ai Sette palazzi, ai Lotto G e SC e in piazza della 33.
L'attivita' investigativa del Gico ha consentito di accertare che nell'aprile del 2005 quando la faida di Scampia, tra dilauriani e scissionisti volgeva al termine l'arresto in Francia di ferdinando Cifariello. Il camorrista si era rifugiato oltralpe per evitare di essere arrestato nell'ambito di una operazione anti camorra cui e' seguita una condanna a 14 anni di carcere. Cifariello fu arrestato in un lussuoso appartamento situato in un residence di Nizza, dotato di piscina e campi da tennis mentre per i suoi spostamenti utilizzava Ferrari e Mercedes.
All'epoca del suo arresto Cifariello era ancora un affiliato al clan Di Lauro e durante le sue conversazioni incitava i suoi a mettersi a disposizione del clan nell'ambito della guerra di camorra. Ma durante la faida il padre di Cifariello fu ferito in un agguato, successivamente il pentito Andrea Parolisi riferi' agli inquirenti che i killer del padre di Cifariello erano partiti da Mugnano.
Successivamente Cifariello e il suo gruppo passarono dal clan dei dilauriani agli scissionisti come rivelato concordemente sia dai Prestieri che da Parolisi e Giovanni Piana. L'attivita' investigativa ha portato all'arresto in flagranza di reato di 13 persone, al sequestro di 160 chili tra cocaina e hashish, di armi, di 20 mila euro in contanti e 3 auto di lusso. Sempre nell'ambito dell'indagine le Fiamme gialle hanno sequestrato 4 appartamenti e due terreni per un valore di un milione di euro. (AdnK)
Sequestro beni da 13 mln al parente del boss
CASERTA. Beni per 13 milioni sono stati sequestrati dagli agenti della Sezione Accertamenti Patrimoniali della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta. Il decreto e' stato emesso dal tribunale-sezione misure di prevenzione di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di Sebastiano Ferraro, 46 anni, ritenuto un appartenente al clan dei Casalesi-gruppo Francesco Schiavone detto Sandokan. A Ferraro la polizia casertana ha sequestrato un'azienda agricola, quote societarie dell'impresa edile 'Edil sistem united', la societa' edile 'Edil Futura', quote dell'azienda 'Immobiliare sbbp', specializzata nella compravendita di beni mobili e immobili, due appartamenti a Casal di Principe, tre locali, un terreno agricolo, due appartamenti in costruzione e diverse auto di grossa cilindrata.

Sebastiano Ferraro e' il cognato di Walter Schiavone, fratello del boss Francesco, ed era presidente della società sportiva Albanova calcio, le cui quote intestate a lui sono gia' state sequestrate. Il tribunale sammaritano, oggi, ha messo i sigilli a una azienda agricola, a quote societarie dell'impresa edile Edil System Unyted s.r.l, societa' cooperativa edile Edil Futura s.r.l e dell'impresa Immobiliare S.B. di B.P. s.n.c, nonche' ad opere edili, 3 immobili ad uso abitativo, 3 locali commerciali, tutti a Casal di Principe; un terreno agricolo con superficie di 857 metri quadrati, 2 immobili in corso di edificazione a San Cipriano di Aversa, localita' Pagliara Arsa e 2 autovetture di grossa cilindrata. L'uomo, attualmente non detenuto, aveva intestato numerosi beni a parenti e affini. Attraverso l'analisi di cespiti e flussi finanziari, estesi soprattutto ai congiunti del Ferraro, e' stato infatti dimostrato come la famiglia, grazie al clan ''dei Casalesi'', fosse riuscita ad incrementare nel tempo il proprio patrimonio, soprattutto attraverso societa' ed imprese del settore edile che hanno accresciuto esponenzialmente il loro giro di affari, anche attraverso l'aggiudicazione di appalti di opere pubbliche. Sono tuttora in corso le operazioni di catalogazione dei beni sequestrati.

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