sabato 26 marzo 2011

Camorra: la discarica di Chiaiano è sotto inchiesta

CHIAIANO. La discarica di Chiaiano è sotto inchiesta. Nel sito sono in corso perquisizioni dei carabinieri del Noe, coordinati dalla Procura di Napoli che ha emesso una decina di avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone, tutte collegate in svariati modi alla discarica: sono amministratori, tecnici, lavoratori del sito e capi impianto. I reati ipotizzati sono associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e frode in pubbliche forniture aggravata da collegamenti con la criminalità organizzata, in particolare con esponenti del clan Mallardo di Giugliano e Zagaria del Casertano. Gli indagati avrebbero comprati terreni della zona di Chiaiano prima che questa fosse trasformata in sversatoio, vincendo appalti in modo considerato "anomalo" e allestendo il sito utilizzando materiali scadenti. I carabinieri hanno anche sequestrato una discarica abusiva nella zona di Giugliano, sono in corso accertamenti per rilevare eventuali danni all'ambiente. Infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione della discarica di Chiaiano e presunte irregolarita' nella fase di assegnazione degli appalti. Gli avvisi di garanzia sono stati emessi sulla base di indagini della Dda di Napoli, dal procuratore della Repubblica, Giovandomenico Lepore. La discarica di Chiaiano è al momento l'unica che assicura parte del conferimento dei rifiuti alla città di Napoli.
L'accusa ipotizza che sarebberi stati i clan a condizionare la gestione degli appalti. Nel mirino dei pm, in particolare, la fornitura di argilla di qualita' non adeguata all'importantissima funzione di impermeabilizzare il suolo dalle possibili infiltrazioni dei percolato.
«L'aspetto inquietante in questa vicenda è che dopo tre anni da sola la politica non è riuscita a trovare una soluzione, permettendo invece questa compromissione tra camorra, gestione dei rifiuti e inquinamento ambientale, con conseguente grave attentato alla salute pubblica». Lo afferma il parlamentare dell'Idv Francesco Barbato a proposito della situazione della discarica di Chiaiano dopo che oggi, su ordine della Procura di Napoli, è stata perquisita nell'ambito di un'indagine sugli sversamenti illegali di rifiuti che ha portato all'emissione di 11 avvisi di garanzia. Barbato definisce, invece, «sempre più preziosa l'opera che gli uomini della Dda di Napoli, insieme ai carabinieri del Noe, compiono sui territori campani dove la camorra - aggiunge - allunga le sue mani in cerca di affari. La discarica di Chiaiano e gli appalti relativi alla fornitura di argilla - conclude il parlamentare Idv - sono ovviamente una fonte di denaro e di corruzione che, questa volta, grazie agli uomini diretti dal procuratore Lepore e ai suoi collaboratori Ardituro e Del Gaudio, è stata smascherata».
In merito alle vicende relative alla discarica di Chiaiano il Vice Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Biagio Iacolare, ha dichiarato: “A rimetterci sono sempre i territori. Chi commissionava gli acquisti? Chi controllava la funzionalità della discarica? Doveva essere un sistema perfetto perché gestito direttamente dallo Stato, invece si è rilevato per l’ennesima volta un ulteriore business per la malavita organizzata. Sono profondamente preoccupato per la salute dei miei concittadini e del prosieguo dell’attività di smaltimento rifiuti. Mi attiverò verso gli organi competenti , Provincia e Regione, affinchè si attivino per l’immediata bonifica e messa in sicurezza dell’intera area a Nord di Napoli.”

NAPOLI - I carabinieri del Noe stanno perquisendo la discarica di Chiaiano, alla periferia nord di Napoli, nell'ambito di un'inchiesta della Dda su presunte infiltrazioni camorristiche nella gestione dell'impianto e presunte irregolarità nell'assegnazione degli appalti.
Dieci gli avvisi di garanzia emessi dal procuratore, Giovandomenico Lepore, e dai sostituti Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio. Secondo l'accusa i clan avrebbero condizionato la gestione degli appalti, in particolare quello per la fornitura di argilla; tra gli indagati vi sarebbero dirigenti della società che gestisce l'impianto.
L'inchiesta sulla discarica di Chiaiano a Napoli che ha portato oggi alla emissione di 11 avvisi di garanzia verte sulla società Ibi, che gestisce il sito oltre ad altri impianti in Campania e a quello di Bellolampo a Palermo, e sulla Edil Car, controllata dalla famiglia Carandente, che ha ottenuto il subappalto.
L'ipotesi della procura è che attraverso queste due società (la prima già destinataria di un'interdittiva antimafia) i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllassero lo sversamento dei rifiuti e i relativi appalti. Agli atti dell'inchiesta ci sono le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui l'ex imprenditore del settore dei rifiuti Gaetano Vassallo.
Agli indagati vengono contestati i reati di traffico di rifiuti e frode in pubbliche forniture. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Noe, quando si decise di allestire una discarica nella cava prima adibita a poligono di tiro venne usato materiale di qualità scadente per impermeabilizzare il suolo: in particolare si fece uso di argilla estratta abusivamente nel Salernitano.
Il risultato fu che il suolo è rimasto permeabile e il percolato è finito nel sottosuolo. Nel corso dell'operazione, i militari hanno sequestrato un'altra discarica di 15.000 metri quadri a Giugliano di proprietà della famiglia Carandente, ritenuta vicina al clan Mallardo. Anche da questo impianto sarebbe stato preso materiale per allestire la discarica di Chiaiano.
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