mercoledì 2 giugno 2010

Campania, le spiagge negate




di Salvo Sapio
NAPOLI (29 maggio) - Immaginate duemila metri di spiaggia, magari quelli dove l’anno scorso vi godevate la tintarella con tanto di tuffo rinfrescante. Non ci sono più. È come se quei duemila metri la Campania li avesse perduti, aggiungendoli agli 81 chilometri non balneabili censiti lo scorso anno.

Secondo le rilevazioni dell’Arpac le coste che affacciano su acque inquinate passano da 81 a 83 chilometri; maglia nera a Caserta come nel 2009 (più della metà del litorale è impraticabile), benino Salerno (off limits 15 chilometri sui 222 totali), malata cronica la costa napoletana che vede «cancellati» altri 3 chilometri di costa (quasi 40 inquinati su 245 totali).

«Se si pensa - denuncia Legambiente - che un chilometro di spiaggia balneabile e adeguatamente attrezzata può garantire un fatturato annuo variabile da 2 a 4 milioni di euro, solo nell’ultimo anno si stima in almeno 164 milioni di euro il mancato guadagno per l’economia turistica della Campania».






Napoli
Tre le zone del litorale partenopeo che non sono balneabili secondo i parametri dei prelievi Arpac (per un totale di 2284 metri). L’agenzia ambientale verifica se nell’acqua ci sono sostanze che ne comprovano l’inquinamento da scarichi: a Napoli i valori sono schizzati per le acque antistanti piazza Nazario Sauro, per quelle al largo dei bacini Sebin a San Giovanni a Teduccio e per quelle di Pietrarsa. Conferma per la zona orientale, in via di guarigione Bagnoli. Quest’anno il divieto di balneazione per inquinamento delle acque non c’è, scatta quello automatico per aree portuali o vincolate (appunto una parte di Bagnoli, Nisida, Porto Paone, la zona intorno Capo Posillipo, Mergellina, Santa Lucia, Molosiglio). Non limpida ma considerata balneabile l’acqua al largo del Tricarico a Bagnoli, di palazzo Donn’Anna a Posillipo e del lido «mappatella» alla rotonda Diaz. Marechiaro (nomen omen) si conferma il punto con l’acqua più pulita della città.

L’area domiziana-flegrea
Oltre tredici i chilometri di costa che si affacciano su acqua non balneabili. La maglia nera va a Pozzuoli che su 13 punti di rilevazione ne ha 8 inquinati. Si salvano l’ex colonia Italsider, il lido Napoli, il lido Augusto, il lido del Pino. Varcaturo e Licola non stanno meglio, anzi. L’inquinamento è totale, con buona pace degli sforzi dei balneatori. Un po’ meglio sta Bacoli che vede classificata non balneabile l’intera Spiaggia Romana.

La costa vesuviana
Portici, Ercolano, Torre del Greco e Torre Annunziata non hanno alcun punto balneabile. Una striscia di mare sporco (oltre diciotto chilometri) per cui si fa fatica a rassegnarsi.

La penisola sorrentina
Città di confine tra le due aree, Castellammare paga l’inquinamento che arriva dal nord (con cinque spiagge off limits) valori accettabili nell’area del Cral militare-Corderia e all’altezza del Famous beach. Dopo un paio di curve pare un altro mondo. In totale tutte le coste della penisola sorrentina si affacciano su mare pulito con l’eccezione di 698 metri (211 a Vico Equense con i Bagni di Scraio; 262 a Sorrento con Marina Grande e Apreda-Aprea; 104 a Massa Lubrense con Marina di Lobra; 212 a Sant’Agnello con Punta Sant’Elia). A Massa Lubrense i problemi cominciarono lo scorso anno con i guasti al depuratore.

Le isole
Pulita Capri, pulita Procida, una sola macchiolina (478 metri di spiaggia) a Ischia con la costa della Fundera a Lacco Ameno che è stata dichiarata non balneabile.

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