sabato 19 luglio 2014

Marano. Quasi 3 secoli di galera al boss Polverino e affiliati al clan

Marano. L'arresto del boss Giuseppe PolverinoMARANO. Sconti di pena ma anche conferme per quasi trenta imputati. È un colpo importante quello inflitto al clan Polverino. Il boss Giuseppe è stato condannato a 17 anni anni di carcere per il reato di associazione camorristica. Condannati anche Armando Chiaro e Salvatore Camerlingo, esponenti del centro destra di Quarto. In particolare Chiaro, ex coordinatore del Pdl del Comune era capolista alle amministrative dello scorso anno e fu eletto dopo l'arresto, avvenuto poche settimane prima del voto; fu poi sospeso dal prefetto. Camerlingo era a sua volta candidato nella lista civica Noi Sud, che, come il Pdl. appoggiava il candidato sindaco Massimo Carandente Gianusso. La sentenza è stata emessa ieri, al termine del processo in corte d'appello e arriva dalla decisione del gup Paola Russo. Le condanne emesse al termine del processo al clan Polverino sono in tutto 41. Oltre al capoclan Giuseppe Polverino, sono stati condannati a 20 anni anche Sabatino Cerullo. Raffaele D'Alterio e Giuseppe Ruggiero. L'ex coordinatore del Pdl di Quarto Armando Chiaro è stato riconosciuto colpevole di aver fatto da prestanome ai boss, intestandosi beni al loro posto. I rapporti tra il politico locale e Polverino erano talmente stretti che Chiaro andò in Spagna per incontrarlo durante la latitanza del boss, come racconta il pentito Salvatore Izzo. «Chiaro era andato in Spagna a Barcellona da Giuseppe Polverino in una casa nella località Coma Ruga. Loro dovevano discutere di un affare concernente la gestione dei rifiuti in una discarica a Quarto. Ricordo che l'affare non fu portato a termine, in quanto si trattava di un sito già sottoposto a sequestro. Chiaro era con un'altra persona e vennero a parlare con Polverino, per chiedergli il permesso di svolgere l'attività presso la discarica, in quanto è lui a comandare su tutte le attività che possono essere svolte a Quarto». Cinque anni di indagini per stingere le manette ai polsi di Giuseppe Polverino. Madrid, Alicante, Barcellona, Marbella, Malaga, Estepona, Rio de Janeiro, il Marocco, l'Olanda e poi il Portogallo, Lisbona, senza dimenticare Marano, dove è partito tutto. Il nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli ha ricostruito ogni spostamento del superlatitante. Il boss maranese cercava l'estradizione. voleva uno scudo giuridico per sfuggire ai pm antimafia Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio. Il capoclan disponeva di decine e decine di covi in mezza Europa, per lo più in Spagna, dove si era nascosto a lungo tra la Costa Bianca, in particolare ad Alleante, la costa del Sol, dove gestiva anche numerosi affari e il “Paradiso". Pochi gli sconti di pena tra i quali quelli per Francesco Marino difeso dall'avvocato Salvatore Landolfi. Sconti per Biagio Cante difeso dall'avvocato Annamaria Branca. Assolti Albino, difesa dall'avvocato Landolfi e Forino difeso dall'avvocato Maurzio Sica. Stefano Verde ha avuto 18 anni in primo grado e aveva poi una sentenza passata in giudicato per la quale ha espiato nove anni. Ieri ha avuto riconosciuto uno sconto 5 anni, ma con la continuazione dei nove anni già scontati, in pratica gli mancano pochi mesi di cella. Era difeso dall'avvocato Davino. 
(fonte: Fabio Postiglione - Il Roma)
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