sabato 19 luglio 2014

Giugliano. Pizzo a imprenditori: condannato Setola e i suoi gregari

Il Gruppo Setola: Giuseppe Setola, Ferdinando Russo, Giovanni Letizia, Antonio Alluce. In Basso: Alessandro Cirillo, Davide Granato, Giuseppe Barbato e Angelo RuccoGIUGLIANO. Pizzo ai danni del titolare dello Sporting club Acquapark Free Time di Giugliano, al ristorante "Le Cascate"e ad altre attività imprenditoriale del giuglianese: condannato il gruppo armato del boss Giuseppe Setola per associazione camorristica ed estorsioni. Venti anni di reclusione cono stati comminati a Setola, 18 anni per ciascuno dei suoi due bracci armati Alessandro Cirillo e Giovanni Letizia: 12 anni a Davide Granato: nove anni a Ferdinando Russo: sette anni ad Angelo Rucco: sei anni a Giuseppe Barbato: cinque anni a Carlo Di Raffaele. Condannati anche i pentiti Giovanni Mola a sei anni: Oreste Spagnuolo a 4 anni e mezzo: Emilio Di Caterino a tre anni ed otto mesi e Massimo Amatrudi a tre anni e quattro mesi. Sentenza di assoluzione per Antonio Alluce, per il quale il pm aveva chiesto 8 anni. Assolti anche Luigi Nigro e Nicola Gagliardini. Il verdetto è stato emesso dai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il pubblico ministero Cesare Sirignano della Dda nella sua requisitoria aveva invocato quasi 110 anni di reclusione a carico dei 15 imputati che vennero coinvolti nella maxi operazione contro il gruppo di Pappe 'o Cecato e dei suoi accoliti della zona di Giugliano che gli coprirono anche la latitanza. Ferdinando Russo di Giugliano, infatti è stato condannato per partecipazione all'associazione camorristica. Nutrito il collegio difensivo rappresentato dagli avvocati Emanuele Coppola. Massimo Biffa, Elena Schiavane, Alberto Mezzucci, Paolo Di Furia, Romolo Vignola.

Russo, il ras di Giugliano, era secondo quanto indicato dal pm, l'anello di collegamento del clan di Setola con gli imprenditori dell'area di Napoli Nord per consumare per l'imposizione del pizzo, una serie di estorsioni ai danni di imprenditori della zona del giuglianese e dell'agro aversano. Russo è stato incastrato dalle dichiarazioni dei pentiti Borriello e Cangiano che lo descrivono come un affiliato, come l'uomo che dava il suo appoggio alla scheggia impazzita dei casalesi, per far entrare i casalesi prepotentemente anche sul territorio di Napoli Nord, in particolare a Giugliano e a Villarica. Tutta la zona tra Castel Voltano e Varcaturo venne assoggettata alla volontà di Setola, subito dopo la sua scarcerazione a partire dal mese di aprile fino a dicembre del 2008. In quei sei mesi venne minacciato anche il titolare del ristorante Le Cascate di Giugliano l'imprenditore Giovan Battista Aversana, affinché pagasse il pizzo alla cosca. La stessa operazione venne fatta nei confronti di Pietro Di Cicco, titolare dello Sporting club Acquapark free time, sempre di Giugliano e poi anche nei confronti di Luigi Tamburrino della Motori di Parete e della Conad Margherita, sempre a Parete. Esercizi commerciali i cui proprietari vennero costretti a versare al clan tangenti pesantissime. Le vittime vennero minacciate di morte e spaventate con mitragliette e altre anni da guerra in uso a Oreste Spagnuolo, ora pentito, e a Giovanni Letizia, Alessandro Cirillo, i fidatissimi di Setola. Le accuse sono di estorsione aggravata dal metodo mafioso e detenzione e porto di anni da guerra. A carico di Russo anche l'accusa di associazione camorristica.
(fonte: Maria Giovanna Pellegrino - Cronache di Napoli)
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