giovedì 26 settembre 2013

Casalesi, confiscato un tesoro da 700 milioni

La maxi confisca è stata eseguita nei confronti della moglie e dei sei figli di Dante Passarelli, punto di riferimento del clan camorristico, morto misteriosamente nel 2004 mentre si avviava a conclusione il processo che riguardava i principali esponenti della cosca.

Settecento milioni di euro. È la maxi confisca di beni eseguita dalla Dia di Napoli e dai carabinieri di Caserta nei confronti degli eredi di Dante Passarelli, punto di riferimento economico-finanziario del clan dei Casalesi, morto il 4 novembre 2004, cadendo misteriosamente da una terrazza priva di recinzione mentre si avviava a conclusione il processo “Spartacus” contro i principali esponenti della cosca casertana e dello stesso Passarelli.

TRE SOCIETA’ FRA I BENI CONFISCATI – La confisca, disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, riguarda 126 immobili, 58 terreni, 51 autorimese e 24 posti auto. Fra i beni confiscati, che furono sequestrati l’8 aprile 2010, ci sono anche tre società e relative quote per l’intero capitale sociale: l’Ipan (con annesso zuccherificio, uno dei più importanti in Italia negli anni ‘90), l’Immobiliare Bellavista, all’interno delle quali erano inseriti centinaia di beni immobili tra cui appartamenti, fabbricati e terreni, e l’azienda agricola “Balzana” (ex Cirio) di centinaia di ettari, utilizzata dal clan dei Casalesi come base logistica per ospitare latitanti o per spedizioni di morte nei territori circostanti Cancello e Arnone.


RUOLO DEI PENTITI – La confisca si basa sugli elementi investigativi e dibattimentali acquisiti durante il procedimento “Spartacus”, attraverso numerose dichiarazioni di collaboratori di giustizia (come Carmine Schiavone, Dario De Simone, Augusto La Torre, Raffaele Ferrara e Domenico Frascogna Domenico): verifiche documentali e intercettazioni telefoniche sullo stabile rapporto tra Dante Passarelli e il clan dei Casalesi, per il reimpiego dei capitali illeciti. Secondo la Procura, infatti, nell'acquisto dei beni intervenne l’organizzazione criminale per una parte cospicua.

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