sabato 3 dicembre 2011

Lotta ai casalesi

Sequestro per 8 milioni di euro ai Casalesi

CASERTA. I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Roma e i poliziotti della Squadra mobile della Questura di Latina da alcune ore stanno eseguendo numerosi arresti e sequestri nei confronti di un gruppo camorristico operante nel basso Lazio, diretta espressione del clan dei Casalesi e attivo nel racket delle estorsioni. Tra i beni in mano al clan anche un ristorante sull'isola di Ponza, uno yacht e diverse societa'. I dettagli dell'operazione - ribattezzata "Golfo" - saranno illustrati dagli inquirenti nel corso di una conferenza stampa in programma alle 11 presso la procura della Repubblica di Napoli. Sono 8 le ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso eseguite da Guardia di finanza e Polizia di Stato impegnate nell'operazione "Golfo" tra Formia e Latina. Gli arrestati hanno come riferimento il clan Bardellino, del gruppo dei Casalesi, frangia Schiavone. Il valore dei beni sequestrati e' di circa 8,5 milioni di euro: si tratta di 12 immobili, di 5 societa' e di un noto ristorante sull'isola di Ponza. Nella rete degli investigatori sono caduti nomi eccellenti della camorra casalese, tra cui Angelo e Calisto Bardellino, nipoti dello storico boss 'dei casalesi' Antonio Bardellino ucciso in Brasile nel 1988, e figli di Ernesto, gia' Sindaco di San Cipriano d'Aversa (CE). Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro e' stimato in circa 8,5 milioni di euro. (Agi)

Sette arresti nel clan dei casalesi ala Zagaria

CASERTA. Alle prime ore di oggi il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e le Squadre Mobili di Caserta e di Napoli hanno arrestato in esecuzione di un provvedimento cautelare, emesso dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Investigativa Antimafia del capoluogo campano, sette persone affiliate al clan dei Casalesi-ala Zagaria, responsabili in concorso di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsioni, aggravate dal metodo mafioso, a danno di imprenditori della provincia di Caserta e del basso Lazio. Le 7 ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite nei confronti di esponenti di primo piano del clan dei Casalesi, in particolare della fazione che fa capo al latitante Michele Zagaria. Destinatari dei provvedimenti sono, tra gli altri, i fratelli del boss Pasquale e Carmine, il cugino Pasquale Fontana e l'attuale reggente del gruppo, Michele Fontana.
 Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Nicola Cangiano; quest'ultimo ha riferito, tra l'altro, di una riunione tra il killer Giuseppe Setola, il figlio di ''Sandokan'', Nicola Schiavone, e il capoclan Antonio Iovine, all'epoca latitante e oggi detenuto, in cui si decise di attentare alla vita di alcuni magistrati. Nel mirino dei Casalesi c'erano in particolare i pm Catello Maresca, Cesare Sirignano, Alessandro Milita e Franco Roberti, oggi procuratore di Salerno. Tra i reati contestati l'estorsione, ammonante a circa 450mila euro, a danno di un imprenditore edile casertano per la costruzione di uno dei centri commerciali piu' grandi della provincia di Caserta. Gli arrestati, dopo le formalita' di rito, sono stati portati alla Casa Circondariale di Secondigliano.
La maxi-tangente imposta dai Casalesi da 450mila euro riguarda la costruzione del Centro commerciale Campania. I sette provvedimenti restrittivi emessi dal gip, oltre che i fratelli del superlatitante Michele Zagaria, Carmine (gia' arrestato nei mesi scorsi e poi scarcerato dal Riesame) e Pasquale, riguardano anche il cugino Pasquale Fontana e il reggente del gruppo a Casapesenna Michele Fontana. Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche si evince, sottolinea l'aggiunto Federico Cafiero de Raho, che coordina la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che il boss dalla latitanza ha delegato i suoi familiari alla gestione delle attività economico-criminali del gruppo, la cui forza e capacità di infiltrazione nel tessuto imprenditoriale sono tali da condizionarlo anche a livello nazionale.
Gli affiliati al clan si distinguono dal look.I fedelissimi di Michele Zagaria indossano solo scarpe Samsonite, quelli di Francesco Schiavone le Hogan: all'interno del clan dei Casalesi gli affiliati si distinguono dal look. Lo racconta il collaboratore di giustizia Nicola Cangiano, le cui dichiarazioni sono contenute nell'ordinanza di custodia cautelare notificata oggi a sette persone. ''Nell'ambiente - afferma Cangiano - certe cose si capiscono subito ed il gruppo Zagaria anche nel carcere ha un modo di comportarsi e di stare insieme che si nota subito ed è diverso da tutto il resto della platea dei detenuti. Peraltro è anche un gruppo all'interno del quale anche per noi alleati è difficile entrare''. ''Stanno sempre fra di loro - continua Cangiano - e tendono a non aprirsi con gli altri. Addirittura nel vestiario si distinguono. Vestono tutti scarpe Samsonite, vestiti di marca e finanche calzini di cachemire. Si vede in sostanza che continuano a percepire cospicui stipendi da parte del clan. Le Hogan sono prerogativa degli Schiavone come la barba curata e i capelli senza gelatina, come imposto da Schiavone Nicola (il figlio di 'Sandokan', ndr)''.

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