mercoledì 7 dicembre 2011

Arrestato Michele Zagaria: ha vinto lo Stato

CASERTA. Il boss Michele Zagaria, numero uno dei Casalesi, e' stato arrestato a Casapesenna, in provincia di Caserta. Quando, intorno alle 11.30, c'e' stata la certezza che nella villetta a Casapesenna di via Mascagni annessa a un fondo agricolo c'era il superaltitante Michele Zagaria, da oltre 15 anni la 'primula rossa' della camorra, l'entusiasmo ha preso i poliziotti che partecipavano all'operazione e si e' manifestato in grida, pacche sulle spalle e abbracci. Zagaria, uscito dall'abitazione, e' stato colto da malore. Per questo e' intervenuta un'ambulanza del 118. Detto 'Capastorta', il capo dei Casalesi e' l'ultimo del clan a essere catturato. A novembre 2010, infatti, era finita la latitanza di Antonio Iovine, detto 'o ninno', catturato dalla Mobile di Napoli, e a gennaio dell'anno precedente i carabinieri avevano preso Giuseppe Setola.

L'arresto di Michele Zagaria. Il boss ha tentatao la fuga, ma gli uomini della squadra Mobile di Napoli e di Caserta lo hanno inseguito scavando nei cunicoli del covo. Alle 12,22, su via Mascagni a Casapesenna ha iniziato a volteggiare l'elicottero della Polizia. In quel momento Michele Zagaria, capo del clan dei Casalesi, latitante da 17 anni e due giorni, è sbucato dal bunker dove si era nascosto nelle ultime ore. Si è affacciato alzando le mani in segno di resa: «Avete vinto voi, sono io». La cattura è arrivata dopo oltre un'ora di trattativa a distanza. Zagaria era stato individuato nel sotterraneo dal quale però, a causa di una interruzioine dell'energia elettrica procurata dalla stessa polizia non riusciva più a uscire, incastrato, come un topo, così come aveva vissuto dal 5 dicembre del 1995, data in cui si era sottratto al blitz dell'operazione Spartacus. Durante quell'ora, temendo che la polizia potesse aprire il fuoco, ha più volte ripetuto: «non sparate, non sparate, voglio uscire...».Sul posto, una stradina quasi nel centro del paese, sono arrivate decine di persone: curiosi, ma soprattutto poliziotti, carabinieri, finanzieri e tutti i magistrati della DDa che nel tempo si sono succeduti nel coordinamento delle indagini sulla cattura del latitante numero uno della camorra. Commosso, quasi in lacrime il pm Catello Maresca. Sorridente il coordinatore Federico Cafiero de Raho, accompagnato dai colleghi Marco del Gaudio e Raffaello Falcone. (Fonte Il Mattino)

CASERTA. Michele Zagaria, detto 'Capastorta' nato il 21 maggio 1958, e' soprannominato ''Capastorta'' ed era da tempo considerato l'ultimo grande latitante dei Casalesi. E' nato a San Cipriano d'Aversa, in provincia di Caserta ma e' residente a Casapesenna (Caserta). Era ricercato dal 1995. La sua specializzazione e' il settore edile ed e' accreditato di grande capacita' manageriale. E' stato in grado di mettere insieme, in un giorno di chiusura delle banche, 500 mila euro per l'acquisto di un immobile a Parma. Le sue imprese casertane sono riuscite ad imporsi sul mercato nazionale non solo praticando prezzi concorrenziali ma anche garantendo costantemente sui cantieri uomini e mezzi e tempi ridotti per la realizzazione delle opere. In uno dei processi che lo hanno visto imputato, e' stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione anche il suocero di Pasquale Zagaria, Sergio Bazzini, imprenditore di Parma del settore del cemento, con interessi a Milano, Parma e Cremona. Gli investigatori ritennero Bazzini - del quale Zagaria aveva sposato la figliastra - una testa di legno del boss per controllare gli interessi del clan tra Emilia Romagna e Lombardia. Il ''feudo'' di Zagaria e' il triangolo tra Casapesenna, San Cipriano d'Aversa e Casal di Principe, dove il boss e' proprietario di un impero di milioni di euro accumulati con la droga, le estorsioni ed il controllo degli appalti. Il potere del boss si fonda proprio sul controllo del territorio. ''A partire dal 2001 e fino a poco prima del mio arresto - ha messo a verbale un pentito dei Casalesi, Emilio di Caterino - per le grosse estorsioni, qualunque fosse il territorio in cui esse avvenivano e qualunque fosse la fazione dei Casalesi che aveva il controllo di quel territorio, il denaro comunque arrivava a Michele Zagaria, il quale provvedeva a distribuirlo fra tutti''. (Ansa)


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