domenica 11 settembre 2011

Come Gomorra

Camorra, capi di abbigliamento falsi. Sarti controllati dal clan come in Gomorra.

PADOVA - Due filiere del falso, riconducibili a un unico network, specializzate nella realizzazione e commercializzazione di capi d'abbigliamento contraffatti di grandi griffe, con tanto di sarti provetti tenuti sotto stretta sorveglianza.

Una rete, con basi operative in Veneto, Lombardia Campania e ramificazioni su tutta Italia, che è stata sgominata dalla Guarda di Finanza di Padova. L'organizzazione, che saccheggiava a piene mani diritti d'autore e marchi registrati ricavando illeciti per milioni di euro, era gestita da tre marocchini residenti a Mira (Venezia), Camponogara (Venezia) e Granze (Padova) e da tre italiani residenti tra le province di Napoli e Caserta.

Cinque su sei le ordinanze eseguite, mentre sono state denunciate altre 127 persone, ritenute i presunti componenti con ruoli diversi - dal cliente al venditore al dettaglio fino al produttore - delle due filiere. I capi d'abbigliamento prodotti era talmente simili a quelli originali che la holding dei falsi era divenuta fornitrice di esponenti di spicco del clan camorristico Ricciardi.

Gli investigatori ritengono poi che ci possano essere stati forti contatti con i clan camorristici dell'area casertana, dove avevano sede i laboratori e dove è stata sequestrata parte della merce falsamente riportante marchi di note griffe. Dalle indagini emeregerebbero elementi che porterebbero a un secondo livello dell'organizzazione collegato alla camorra.

Nell'ambito dell'operazione, che ha impegnato oltre duecento uomini della Guardia di finanza, è stata sequestrata anche una imbarcazione, a Venezia, utilizzata come deposito galleggiante della merce contraffatta. Uno dei punti di forza dell'organizzazione era la manodopera di elevata qualità che confezionava prodotti molto simili a quelli originali.

I sarti, come nel film Gomorra, avevano il divieto assoluto di avere contatti con gli imprenditori cinesi attivi in zona, pena pesantissime ritorsioni. I capi di abbigliamento, con un capillare sistema di distribuzione, venivano commercializzati specie in Veneto e Lombardia. Tutti i pagamenti avvenivano via Postapay e ai clienti più affidabili venivano concesse delle facilitazioni.

I prezzi per gli acquirenti erano assolutamente allettanti: nella collezione "pirata" del prossimo autunno-inverno si andava, ad esempio, dai 30 euro del maglione Fred Perry da donna ai 300 delle giacche di piumino più eleganti a marchio Moncler. Una quarantina degli indagati, a quanto scoperto dai finanzieri, erano sconosciuti al fisco: persone a reddito zero che usufruivano, in alcuni casi, delle misure anti povertà dei Comuni di residenza: appartamenti pubblici a canone agevolato, buoni scuola.

In realtà, la rete muoveva centinaia di migliaia di euro in contanti al mese. Un caso per tutti: un marocchino aveva dodici veicoli. Per loro la denuncia anche per evasione fiscale e truffa aggravata ai danni dello Stato. Nel corso dell'indagine sono state effettuate 150 perquisizioni (65 solo in Veneto).

«Il made in italy, che tutto il mondo ci invidia è il nostro petrolio - ha detto il colonnello Ivano Maccani -. Operazioni come questa servono a preservarlo. Dobbiamo tutelare quanto di unico l'ingegno italiano sa produrre, con un approccio trasversale tutti insieme. Quello che abbiamo fatto in questa operazione è stato andare oltre al semplice sequestro, disarticolando tutti i livelli della filiera della contraffazione e contestualmente andando a perseguire tutti i fenomeni illegali connessi alla produzione di capi falsificati come il lavoro nero e l'evasione fiscale».

Scoperta una discarica: si scava a Casal di Principe
CASAL DI PRINCIPE. Una discarica di rifiuti di natura imprecisata - che sarebbero stati seppelliti dal clan dei Casalesi sono uno strato di alcuni metri di materiale di risulta - e' stato scoperto dalla polizia in una vasta area di campagna a ridosso della circonvallazione di Casal di Principe, roccaforte della cosca, a quanto sembra su indicazione di uno dei pentiti del clan. Nel film ''Gomorra'', tratto dall'omonimo libro di Roberto Saviano, alcune delle scene di maggior impatto recitate da Toni Servillo sono proprio dedicate ai traffici della camorra per nascondere sottoterra ingenti quantitativi di rifiuti tossici. Sul posto si trovano agenti della Squadra Mobile di Caserta, della sede staccata di Casal di Principe e del posto fisso di polizia di Casapesenna. Ad una profondita' di circa 4 metri vigili del fuoco e poliziotti hanno trovato del terreno sottile maleodorante la cui natura e' ora all'esame dei tecnici dell'Arpac, l'agenzia regionale di protezione ambientale, e di funzionari della Asl. Gli scavi sono stati momentaneamente sospesi in attesa di mezzi che possano operare piu' in profondita'. L'attivita' di scavo e' coordinata da magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Non e' escluso - ma gli investigatori mantengono il piu' stretto riserbo - che ad indicare la discarica sotterranea sia stato Roberto Vargas, un esponente dei Casalesi accusato di un triplice omicidio risalente a due anni fa. (Ansa).
 

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