domenica 25 settembre 2011

Camorra e scommesse

DENARO RICICLATO CON LE PUNTATE

NAPOLI - Proseguendo un’indagine che nel 2010 ha portato all’arresto di 25 persone, i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata (NA) hanno eseguito un decreto di fermo della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (Dda)
a carico di 8 personaggi affiliati o prestanome del clan camorristico dei “D’Alessandro – Di Martino” responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata all’elusione di misure di prevenzione patrimoniale, esercizio di scommesse clandestine e riciclaggio di denaro. Tra i fermati, Maurizio Lopez, il dirigente nazionale dell’Ufficio Quote e Rischi della Intralot S.p.A.

Si indaga su 150 partite di calcio, per la maggior parte di serie minori ma alcune anche di serie A, il cui elenco è stato inviato dall'Agenzia dei monopoli che ha giudicato «anomali» i flussi di scommesse. Lo ha detto il procuratore aggiunto di Napoli, Rosario Cantelmo, durante la conferenza stampa per illustrare i fermi eseguiti dai carabinieri nell'ambito dell'inchiesta su clan e scommesse. Cantelmo ha anche riferito che è in corso una rogatoria con un Paese straniero e altre ne saranno avviate: dalle indagini sono emersi contatti tra i D'Alessandro-Di Martino e alcuni loro referenti in Spagna e Sudamerica.

La Dda, con la procura di Torre Annunziata, sta esaminando il comportamento, definito «anomalo», di alcune tifoserie nei confronti di calciatori di squadre minori: c'è il sospetto che possano esserci contatti con i clan. «Si nota che la criminalità organizzata si fa sentire o addirittura le si chiede di intervenire», dice Cantelmo. Tra i fermati, oltre Maurizio Lopez, definito «persona intranea all'organizzazione», anche Antonio De Simone, direttore ufficio commerciale Intralot.

Sono state inoltre sottoposte a sequestro preventivo 2 agenzie di scommesse a Pimonte (NA) e Gragnano (NA) gestite da prestanome per conto del clan per riciclare denaro di illecita provenienza ed eludere le misure di prevenzione patrimoniali ed è emerso un tentativo di espansione in Emilia Romagna tramite la gestione occulta di agenzie di scommesse (una è stata localizzata a Rimini).

L'inchiesta che ha portato ad ulteriori sviluppi nelle indagini sul riciclaggio dei soldi dei clan nel mondo delle scommesse è una tranche di una più ampia indagine che il 15 ottobre dell'anno scorso portò a 25 fermi nel Napoletano. Droga, usura e scommesse unite in un solo filone che portava dritto ai guadagni illeciti dei clan di Castellammare di Stabia e dei Monti Lattari. Nel corso dell'operazione fu anche fermato il calciatore Cristian Biancone, svincolato dopo aver giocato nell'Avellino, accusato di truccare le partite in cambio di denaro per favorire gli interessi della cosca dei D'Alessandro nel mondo del gioco clandestino. Indagato un altro calciatore, il portiere Vitangelo Spadavecchia che, insieme con Biancone, secondo l'accusa, avrebbe fatto perdere al Sorrento, squadra nella quale militavano, la partita con la Juve Stabia.

«Con riferimento agli accadimenti odierni», Intralot Italia SpA, in una nota manifesta «la totale estraneità dell'azienda alla vicenda oggetto d'indagine della Procura di Napoli, con la quale intrattiene rapporti di leale collaborazione fin dall'inizio delle indagini». Intralot Italia Spa, nella sua qualità di concessionario pubblico, si ritiene parte lesa e si riserva di attivare «ogni azione utile a tutela dei propri interessi».
Nel mirino finiscono anche due gare del Napoli
di Francesco De Luca
NAPOLI - Colpo di scena nel corso dell'inchiesta sul calcio scommesse culminata in otto fermi due giorni fa. E stato scarcerato Lopes, difeso dagli avvocati Alberto Tortolano e Gerardo Auletta, dirigente di vertice di Intralot e ritenuto testa di ponte del clan D'Alessandro nell'inchiesta sul riciclaggio dei proventi della camorra stabiese. E' stato il Gip Bonaventura del tribunale di Roma a scarcerare Lopes: il giudice non ha convalidato il fermo, ne ha emesso misura. Ha respinto la richiesta della procura di Napoli, ritenendo che era venuto meno il profilo delle esigenze cautelari, ma anche i gravi indizi di colpevolezza. Decisiva probabilmente la condotta dell'indagato, che si è sottoposto per ben due volte a interrogatori, non si è sottratto, ha dato chiarimenti. Le accuse a Lopes risalgono al 2008, quando Vincenzo d'Alessandro era libero. Scommesse clandestine? Anche qui la materia e' controversa.

Quella domenica, 10 aprile, il Napoli volò per quattro ore in testa alla classifica, fino alla vittoria del Milan
sul campo della Fiorentina. Quindicimila tifosi in festa dopo il 2-0 sul campo del Bologna, partita finita dopo quattro mesi nel mirino della Procura napoletana.

Allo stadio Dall’Ara si ascoltavano solo i cori dei tifosi azzurri perché i sostenitori rossoblu erano «in sciopero» dopo la sconfitta subita dalla squadra di Malesani otto giorni prima a Brescia. Il Napoli segnò due gol in diciassette minuti. Prima la rete di Mascara, favorito da una difettosa respinta del portiere Viviano; poi il rigore di Hamsik. Secondo tempo noioso, senza tiri in porta, aspettando la fine della partita che consentì, anche se poche ore, al Napoli di scavalcare il Milan in testa alla classifica. Sotto inchiesta c’è anche la precedente gara del Bologna, persa il 2 aprile a Brescia, contro i lombardi che dopo 9’ erano in vantaggio già per 2-0 con i gol di Hetemaj e Zoboli. Finì 3-1 e il portiere Viviano realizzò una serie di miracolosi interventi.

L’allenatore Malesani respinse i sospetti piovuti sui giocatori: «Abbiamo fatto il massimo in una disastrosa situazione societaria». Su Brescia-Bologna venne aperta un’inchiesta della Procura federale; quel match finì nel fasciscolo dei magistrati della Procura di Cremona. Tra le partite osservate dalla Procura di Napoli c’è pure quella che il Bologna giocò dopo il ko contro gli azzurri, in casa del Chievo: successo dei veronesi per 2-0 il 17 aprile.

A proposito di lotta per la salvezza, pesanti furono i tre punti conquistati dal Catania il Primo maggio nella partita contro il Cagliari al Massimino. I sardi, guidati dall’ex ct Donadoni, erano ormai certi della permanenza in serie A. Sullo 0-0 il Catania si ritrovò in dieci per l’espulsione di Alvarez e incredibilmente riuscì a segnare in sette minuti, prima con Silvestre e poi con Bergessio, vincendo per 2-0. Al setaccio anche ben quattro partite giocate nelle ultime due giornate.

Il 14 maggio la vittoria della Lazio sul Genoa per 4-2: dopo un anonimo primo tempo, accompagnato dai fischi dei tifosi biancocelesti per i giocatori e per il tecnico Reja, una scintillante ripresa. E il 15 maggio il successo dell’Udinese, a caccia di punti per arrivare al quarto posto e qualificarsi per il preliminare Champions, sul campo del Chievo, «salvo e rilassato», secondo i resoconti.

Nell’estate 2010 la Procura di Napoli aveva aperto un’inchiesta sulle partite del precedente campionato, sulla base di un anomalo volume di scommesse su tre partite che riguardavano gli azzurri, in particolare Napoli-Parma, terminata con il successo degli emiliani per 3-2: tra primo e secondo tempo si erano registrate molte puntate favorevoli ai gialloblu. Peraltro, a distanza di mesi, sarebbe stato individuato tra i presenti a bordocampo Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore Lo Russo, accreditato dalla ditta che si occupa della manutenzione del campo di gioco: pochi giorni dopo, si sarebbe reso latitante. Le altre partite erano Chievo-Napoli (1-2) e Napoli-Cagliari (0-0). Gli atti erano stati trasmessi al procuratore federale Palazzi, che aveva svolto un’indagine, ascoltando alcuni tesserati.

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Il procuratore Lepore: «Stiamo continuando le indagini. Spero che le accuse che si stanno facendo possano essere smentite - conclude lepore - altrimenti i campionati saltano in aria». Così il procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore. Dalle indagini svolte dalla Dda sarebbero anche emerse altre vicende inquietanti come, le presunte pressioni degli ultras nei confronti di squadre che militano in serie minori.

Sotto esame dieci incontri di seria A. Sarebbero una decina gli incontri di serie A dello scorso campionato su cui sono in corso approfondimenti nell'ambito dell'inchiesta su camorra e calcioscommesse coordinata dalla Dda di Napoli. I carabinieri del gruppo di Torre Annunziata, che ieri hanno eseguito otto fermi per associazione camorristica e riciclaggio, stanno incrociando da mesi le segnalazioni ricevute dall'Agenzia dei monopoli e dalla Procura della Figc con le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia e le notizie acquisite attraverso le intercettazioni telefoniche e ambientali. A quanto si è appreso, la maggior parte delle segnalazioni non trova riscontro investigativo. Su alcune partite, invece, si continua a lavorare perché più elementi lasciano pensare ad anomalie.

Le segnalazioni avvengono in particolare quando ci sono molte puntate su un esito improbabile dell'incontro. Nelle ultime settimane i pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa e il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo hanno sentito come testi diversi dirigenti di squadre di calcio, oltre ad alcuni giocatori di serie minori. Quello delle gare truccate è tuttavia solo un filone di un'inchiesta più ampia, che punta a individuare i canali attraverso cui il clan camorristico D'Alessandro - De Martino, attivo nella zona di Castellammare di Stabia e dei Monti Lattari, ricicla il denaro proveniente da estorsioni e spaccio di droga.


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