domenica 20 febbraio 2011

Le mani della camorra sul voto comunale

La truffa delle false residenze
di Paolo Barbuto
NAPOLI - Un solo voto, al mercato preelettorale vale cinquanta euro, a volte meno: è roba da disperati. La camorra, invece, punta più in alto. Può contare su duemila voti che valgono molto di più: consentono di decidere un paio di posti da consigliere comunale, possono incidere fortemente sull’elezione del sindaco, sul ballottaggio.

E per avere a disposizione almeno duemila voti, i clan di Secondigliano hanno già messo in moto la macchina organizzativa: vengono «richiamati» i napoletani che si sono trasferiti nelle altre città d’Italia, soprattutto al Nord. Occorre il tempo per chiedere, e ottenere, il cambio di residenza e quindi l’iscrizione alle liste elettorali, e il gioco è fatto.
Stavolta, però, con largo anticipo sulla scadenza elettorale è stata aperta una indagine sul fenomeno della «migrazione elettorale».

L’ha fortemente voluta il comandante della polizia municipale Luigi Sementa (che ne ha parlato anche alla procura della Repubblica) al quale i vigili dell’unità operativa di Secondigliano avevano raccontato di aver notato il fenomeno anche nel passato. «D’improvviso migliaia di persone si trasferiscono a Secondigliano nei mesi che precedono l’apertura dei seggi; altrettanto misteriosamente quelle stesse persone lasciano la zona nei giorni successivi alle elezioni», hanno spiegato gli agenti al comandante Sementa. Ma la semplice «sensazione» non basta a denunciare un mercato di voti: per scoprire i meccanismi bisogna indagare.

Così già da un mese è al lavoro una squadra di vigili, coordinata in prima persona dal responsabile della sezione, il tenente Ciro Colimoro. Il primo passo è stata la creazione di una database delle richieste di cambio di residenza per stabilire qual è la media «standard» e valutare l’inevitabile impennata preelettorale...

Caccia a 5000 residenti stranieri
di Luigi Roano
NAPOLI - L’hanno già ribattezzata «european list», la lista dei comunitari. Cinquemila nomi - polacchi, inglesi, francesi, tutti quelli che fanno parte della Ue residenti in città - che fanno rima con 5000 voti. Una enormità capace di spostare l’ago della bilancia verso questo o quel candidato al consiglio comunale o a sindaco. Dopo l’inchiesta - avviata su segnalazione dei vigili urbani guidati dal Comandante Luigi Sementa - sulla truffa dei cambi di domicilio a cavallo del voto, spunta fuori la caccia al cittadino comunitario che in base alla normativa può esprimere la sua preferenza alle amministrative. La vigilia della tornata elettorale di maggio è dunque sempre più carica di tensioni ed enigmi. Per essere più chiari, l’allarme per il voto inquinato da manovre non esattamente trasparenti è già altissimo a tre mesi dal voto.

Come viene fuori il dato dei 5000? I nomi sono caricati nel cervellone di Palazzo San Giacomo e sono destinati ad aumentare: «C’è un interesse come mai accaduto prima - trapela dagli uffici di Piazza Municipio - dove si sta già lavorando all’organizzazione del voto - da parte delle forze politiche per avere informazioni sui cittadini non italiani che possono andare alle urne. In passato non è mai accaduto». La sottolineatura riguardante «tutte le forze politiche» non è casuale. C’è un gran via vai di presunti emissari dei partiti che vogliono mettere le mani (in parte già lo hanno fatto) su questa lista. Per quale motivo è chiaro. Il pressing sugli uffici comunali è notevole perché come è ben noto 30 giorni prima dell’apertura dei seggi si chiudono le liste degli aventi diritto al voto.

Traduzione: chi è residente e comunitario deve manifestare questa volontà di votare, il regolamento verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale con la data del voto. A quel punto bisognerà ultimare adempimenti burocratici prima di recarsi alle urne. E i partiti o chi millanta di appartenervi, interessati a questa platea elettorale si stanno preoccupando di fare in modo che gli adempimenti filino via senza intoppi. Insomma o si fa ora o mai più.
L’allarme è rosso, i comunitari residenti non sono certo persone che navigano nell’oro, spesso vivono in vere e proprie riserve ed è facile ingolosirli con cifre anche irrisorie. Un solo voto, al mercato preelettorale vale cinquanta euro, a volte anche meno: è roba da disperati. Tuttavia se è vero che l’unione fa la forza un pacchetto di 5000 voti - un Comune medio delle valli padane - allora il discorso cambia. E si spiega perché i primi a scendere in campo sono stati i ras dei partiti politici. Un assaggio del clima preelettorale è stato dato dalle primarie del Pd e se l’inizio è questo il rischio che la tornata di maggio possa essere fortemente condizionata da figure che nulla hanno a che vedere con la politica è molto elevato.

La truffa dei cambi di residenza architettata dalla camorra vale almeno duemila voti. Che possono incidere sul ballottaggio o far entrare in consiglio comunale due consiglieri e in quelli municipali 4. Se si sommano i voti della lista dei comunitari si arriva a settemila. Stavolta, però, con largo anticipo sulla scadenza elettorale è stata aperta una indagine sul fenomeno della «migrazione elettorale».

E con altrettanto anticipo è stato fatta trapelare la questione della «european list». Il primo passo è stata la creazione di una database delle richieste di cambio di residenza per stabilire qual è la media «standard» e valutare l’inevitabile impennata preelettorale. Il secondo passo riguarda la lista dei comunitari. Il fenomeno è fotografato ora bisogna accertare se davvero c’è la possibilità di brogli elettorali.
http://www.ilmattino.it/

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